Alimentazione e ambiente: insieme verso la sostenibilità

La Cucina Italiana

Alimentazione e ambiente oggi più che mai vanno a braccetto per preservare e andare verso la sostenibilità.  Produrre cibo ha le sue conseguenze, come tutto, che comportano costi notevoli, non solo dal punto di vista economico. I consumi idrici legati alla produzione agricola e all’allevamento sono ingenti. I terreni adibiti a tali pratiche, poi, vengono indeboliti da un utilizzo intensivo che non permette a essi di rigenerarsi. Ma non è tutto. Bisogna anche considerare le emissioni inquinanti prodotte dal bestiame e dai pesticidi chimici. Le conseguenze per l’ambiente sono già evidenti e se non si inverte la rotta le conseguenze possono solo peggiorare. L’uomo è il primo a doversi confrontare con il dilemma di come alimentarsi e cosa scegliere per la propria salute e per quella dell’ambiente. La strada verso un’alimentazione sostenibile passa perciò attraverso lo sviluppo di tecnologie innovative per l’agricoltura e la scelta di colture alternative e il più possibile variegate. 

Mangiare meno carne è la risposta?

Mangiare carne o no? L’invito a mangiare meno carne è un mantra che si ripete ormai da anni quale soluzione definitiva al problema alimentare. Purtroppo, però, è una soluzione insufficiente perché si tratta di una visione solo parziale della situazione, un punto di vista che non tiene in considerazione tutti gli elementi in gioco. Dobbiamo sì diminuire il consumo, ma non per forza eliminarlo. Lo sostiene Ariel Greenwood, allevatrice americana che pratica una forma di allevamento sostenibile per l’animale, l’ambiente e l’uomo. E, come le tanti altri, considerano alimentazione e ambiente come elementi connessi e strettamente dipendenti l’uno dall’altro. E così, a chi vede nel mangiare meno carne l’unica strada possibile, contrappone pratiche ecologiche che, oltre a non danneggiare il pianeta, offrono anche benefici per l’ambiente.

Superare la barriera del cibo spazzatura

L’Italia è un paese in cui la cultura alimentare è forte e radicata. Inoltre, la posizione geografica ci rende particolarmente fortunati per quel che riguarda l’approvvigionamento di materie prime di qualità. Ma non è così ovunque. Negli Stati Uniti, ad esempio, la situazione è completamente diversa ed il cibo spazzatura occupa una larga fetta dei consumi alimentari quotidiani. I vantaggi del junk food sono evidenti: costa pochissimo e si trova ovunque. E non è un caso che la maggior parte di persone obese a livello globale si trovi proprio nei paesi più poveri. Ma stiamo parlando veramente di vantaggi? Tale tipo di alimentazione, infatti, è decisamente dannosa per l’uomo, soprattutto se ripetuta con frequenza. Inoltre la carne come altri prodotti agricoli molto diffusi sono di qualità scadente e le istituzioni non considerano un problema questa situazione largamente radicata nel tessuto culturale.

Tasse sul junk food: una questione spinosa

Per cambiare le abitudini dobbiamo cambiare un sistema, che non riguarda solo l’Italia, ma pensando in grande. Ogni Paese dovrebbe infatti far sì che alimentazione e ambiente vadano di pari passo all’insegna della sostenibilità. Per fare un esempio, si inizia a parlare anche negli Stati Uniti di tasse sui cibi spazzatura, con particolare riferimento alle diffusissime di bibite a base di zucchero. Di recente è apparso sulla **rivista dell’**American Public Health Association, uno studio che va ad analizzare la fattibilità di una tassazione del genere. Si parla di colpire maggiormente quei cibi non essenziali in modo analogo a come vengono tassati alcol e tabacco. Caramelle, dolciumi vari, bibite gassate e patate fritte: questi gli alimenti al centro della ricerca. Un progetto del genere può funzionare, certo, ma solo se l’ingranaggio è ben oleato e fa parte di un motore più grande. 

In linea generale non c’è un’unica via da scegliere per essere più sostenibili. Bisogna partire dalla quotidianità, perchè ognuno di noi è in piccola parte responsabile di azioni collettive. Intanto, accanto allo sforzo dei singoli individui, devono esserci grandi cambiamenti nel sistema, che lentamente, può, e si spera, inizi ad andare in una direzione realmente sostenibile.

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