Bicchieri e posate monouso: come comportarsi da luglio 2021

Bicchieri e posate monouso: come comportarsi da luglio 2021

Fra un mese entrerà in vigore la direttiva europea che ha l’obiettivo di ridurre i rifiuti plastici, specialmente quelli che finiscono in acqua

Manca un mese e l’Unione europea dirà addio alla plastica monouso: dal prossimo 3 luglio entrerà in vigore la direttiva europea Sup (Single Use Plastic), che ha l’obiettivo di ridurre i rifiuti plastici, specialmente quelli che finiscono in acqua, di almeno il 50% entro il 2025 e dell’80% entro il 2030.

Quali sono i prodotti vietati?
I prodotti in plastica monouso che non saranno più immessi sul mercato e a cui sarà necessario rinunciare sono: posate, piatti, bicchieri, palette, tazze, cannucce, contenitori per alimenti e bevande in polistirolo espanso, bastoncini cotonati per le orecchie, bastoncini per palloncini e tutti i prodotti realizzati con plastiche oxo-degradabili (plastiche comuni che si rompono facilmente in piccolissimi pezzi per via degli additivi contenuti e contribuiscono così all’inquinamento delle microplastiche negli oceani). Come è scritto nella direttiva, si tratta di prodotti “per i quali esistono alternative economiche prive di plastica sul mercato”.

Che cosa si intende per plastica monouso?
Secondo la direttiva, gli oggetti in plastica monouso sono “quelli fatti di plastica in tutto o in parte, generalmente destinati a essere utilizzati una sola volta oppure per un breve periodo di tempo prima di essere gettati”.

E la plastica biodegradabile?
Rientra nella categoria anche la plastica biodegradabile/a base organica perché, come specifica la Commissione europea, “attualmente non esistono norme tecniche ampiamente condivise per certificare che un determinato prodotto di plastica sia adeguatamente biodegradabile nell’ambiente marino in un breve lasso di tempo e senza causare danni all’ambiente”.

I prodotti a base di carta con uno strato in plastica sono considerati in plastica monouso?
Sì: il semaforo è rosso anche per bicchieri e tazze di carta che presentino anche un solo strato di plastica: in questo caso non è previsto il divieto ma l’obbligo di ridurre i consumi. La ragione è questa: “Quando questi prodotti – come tazze, contenitori o piatti per alimenti – vengono gettati via, la carta si degrada in maniera relativamente rapida, ma la parte di plastica può rimanere nell’ambiente per molti anni e può potenzialmente disintegrarsi ulteriormente in particelle di microplastica”. Se questi prodotti non rientrassero nel campo di applicazione della direttiva, è scritto nel documento, “ciò indebolirebbe notevolmente l’impatto sulla riduzione dei rifiuti marini e sulla promozione di un’economia più circolare, non da ultimo a causa del rischio che bicchieri realizzati interamente in plastica vengano semplicemente sostituiti da bicchieri a base di carta, prodotti con rivestimenti o rivestimenti in plastica, senza modificare i relativi modelli di consumo dispendioso”.

E allora, che cosa possiamo utilizzare per i pic nic, le feste o gli aperitivi?
Piatti e bicchieri di carta possono essere utilizzati, ma a patto che non contengano nemmeno uno strato in plastica. In alternativa, in commercio si trovano facilmente stoviglie realizzate in bambù, foglie di palma, canna da zucchero o fibre di grano. L’alternativa, certamente ancora più sostenibile (e anche economica!), è quella di non utilizzare piatti, posate e bicchieri usa e getta, ma di scegliere quelli riutilizzabili.

 

 

 

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