Chef Hiro, una vita tra olio extravergine d’oliva e shoyu

Chef Hiro, una vita tra olio extravergine d'oliva e shoyu

Se pensi alla cucina giapponese in Italia ti viene in mente subito lui, chef Hirohiko Shoda, conosciuto più semplicemente come Chef Hiro. È entrato nelle case degli italiani grazie al piccolo schermo – con Ciao, sono Hiro, su Gambero Rosso Channel, poi con il debutto in Rai a La prova del cuoco –, e ai libri – l’ultimo, Hiro Cartoon Food, è uscito a novembre 2021 – . E con il garbo e la compostezza che contraddistinguono i giapponesi ha portato, giorno dopo giorno, la cultura gastronomica nipponica nel nostro Paese

Ambasciatore della cucina giapponese in Italia Chef Hiro, ora testimonial Suzuki, anche grazie ai social (lo si trova come Chef Hirohiko Shoda su Facebook e come chef_hiro su Instagram) ci ha fatti appassionare alle tecniche della cucina orientale senza dimenticare mai, però, la sua grande passione per la cucina italiana, che lo accompagna fin da quando è adolescente.

Dai libri all’esperienza con Alajimo

Dopo gli studi presso lo Tsuji Culinary Institute, dove si specializza in cucina italiana, europea, nazionale e internazionale, dai 19 ai 29 anni lavora in Giappone nell’alta ristorazione di cucina italiana come capo chef di numerosi locali, per poi trasferirsi nel 2006 in Italia, dove collabora per circa otto anni con lo chef Massimiliano Alajmo de Le Calandre di Padova, ristorante tre stelle Michelin, presente nella classifica dei World’50 Best Restaurant.

“Sono sempre stato affascinato dalla cultura e dalle bellezze del Mediterraneo, con i suoi prodotti esclusivi, dai gusti e profumi unici al mondo”, spiega Chef Hiro, che a La Cucina Italiana si racconta tra formazione, carriera e commistioni culinarie Italia-Giappone, prima di lasciarci la ricetta del suo Shabu shabu di calamaro.

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