Il caffè vi fa venire sonno? Ecco perché

La Cucina Italiana

Il caffè vi fa venire sonno? Non sentitevi strani, può succedere. Ma come, direte voi, solitamente si beve perché è buono, ma anche perché si ha bisogno di una sferzata di energia. Il caffè in effetti è famoso anche per questo: la caffeina che contiene, lo stimolante più consumato al mondo, ci aiuta a mantenere viva l’attenzione e ad aumentare l’efficienza. Ma non funziona per tutti: alcune persone, ad esempio, possono bere più tazzine durante il giorno e non sentire praticamente alcun effetto. Ad altri addirittura il caffè fa venire sonno.

Effetto caffè

Ecco perché. L’adenosina è una sostanza chimica del cervello che influenza il ciclo sonno-veglia: i suoi livelli aumentano durante le ore di veglia e diminuiscono mentre si dorme. Normalmente, le molecole di adenosina si legano a speciali recettori nel cervello, che rallentano l’attività cerebrale in preparazione al sonno. Ma la caffeina, legandosi ai recettori dell’adenosina, impedisce che ciò accada.

Quando il caffè non dà (più) la carica

Il corpo assorbe piuttosto rapidamente la caffeina (il 99% entro 45 minuti dal consumo): le persone possono sentirne gli effetti anche in pochi minuti. Ma una volta che il corpo la metabolizza completamente, i suoi effetti svaniscono. La permanenza della caffeina nel corpo varia da persona a persona: la velocità con cui viene metabolizzata varia a seconda dei fattori genetici e dello stile di vita.

Ma le persone che consumano regolarmente caffè (e altre bevande che contengono la caffeina) possono sviluppare una tolleranza agli effetti stimolanti della caffeina, il che significa che devono berne di più se vogliono sperimentare risultati simili. E, sebbene la caffeina blocchi i recettori dell’adenosina, non influisce sulla produzione di nuove molecole di questa sostanza: quando svanisce, le molecole di adenosina possono tornare a legarsi ai loro recettori, e la conseguenza è una sensazione di sonnolenza.

Lo studio

In uno studio, i ricercatori hanno esaminato gli effetti del consumo continuo di caffeina sulle prestazioni ciclistiche di 11 adulti. All’inizio dell’esperimento, i partecipanti presentavano frequenze cardiache più elevate e avevano più slancio dopo aver bevuto caffeina. Ma sono bastati 15 giorni perché gli effetti della caffeina iniziassero a diminuire.

A questo punto, per tornare a sentire gli effetti energizzanti del caffè, non resta che berne un po’ di più, ma senza esagerare: il Ministero della salute, basandosi sui dati Efsa, suggerisce all’adulto un consumo fino a 200 mg di caffeina al giorno (anche se fino a 400 mg al giorno non dovrebbero esserci problemi di salute negli adulti sani). Normalmente un caffè espresso non supera gli 80 mg di caffeina, mentre un caffè americano, lungo e in tazza grande, può arrivare a 90: alla quinta tazzina, è bene fermarsi. E se anche allora vi sentite ancora sotto tono, forse è segno che avete bisogno di una vacanza.

Bere caffè fa bene

Al contrario di quanto si è detto per lungo tempo il caffè non ha un effetto maligno sul nostro corpo, anzi. Due studi, pubblicati sulla rivista Annals of Internal Medicine, dimostrano infatti come il caffè possa essere associato a una maggiore longevità. Riassumendo il contenuto delle ricerche, è emerso come chi consuma una tazza di caffè da 235 ml al giorno (la comune tazzina italiana è intorno ai 40 ml), riduce il rischio di morte del 12%. La mortalità è ancora più bassa (-18%) per chi consuma tre o più tazze al giorno. Uno dei maggiori benefici del caffè, come ha spiegato Gunter a La Repubblica, è dovuto alla presenza di composti, come i polifenoli, gli acidi clorogenici e i diterpeni che hanno proprietà antiossidanti. L’effetto protettore del caffè – questa la principale novità dello studio – riguarda le malattie dell’apparato digerente e quelle cardiovascolari. Il consumo di caffè è anche  associato anche a un migliore controllo del glucosio e un più basso tasso di infiammazione nell’organismo. Ne abbiamo parlato nell’articolo Il caffè allunga la vita, ecco perché.

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