Nessuno tocchi le donne – La Cucina Italiana

Nessuno tocchi le donne - La Cucina Italiana

Vanity Fair dedica una copertina e un’inchiesta al diritto all’aborto negato in Italia. Nel nostro Paese, abortire è difficile, a volte impossibile: circa il 70 per cento dei ginecologi è obiettore di coscienza. Ma in alcune regioni si raggiunge addirittura il 100 per cento, come testimonia l’inchiesta firmata da Alessia Arcolaci che ha contattato diversi ospedali e consultori per fare luce sulla difficoltà di avere accesso all’interruzione volontaria di gravidanza prevista dalla legge 194 del 1978.

«Mia madre diceva che per le piante ci vogliono tre cose: sole, acqua e amore. E lo stesso vale per i diritti: se non li curi, se non te ne occupi, ti svegli un giorno e non ci sono più». Inizia con queste bellissime parole di Emma Bonino il dialogo tra la senatrice e Kasia Smutniak, protagonista della storia di copertina del nuovo numero di Vanity Fair in edicola da oggi. Come scrive il direttore Simone Marchetti nel suo editoriale, «Due donne eccezionali, ma anche visionarie, pratiche, amorevoli con se stesse e con le altre, combattive e mai e poi mai rassegnate».

Non a caso per la nostra storia di copertina Smutniak indossa una T-shirt con un messaggio militante: «È la mia scelta». La scelta di difendere i diritti oltre ogni schieramento politico, oltre il gender, oltre le barriere culturali: «In Polonia contro la modifica della legge sull’aborto – consentito solo in caso di stupro o di pericolo di vita per la madre – sono scesi in piazza anche i contadini con i trattori. E i camionisti hanno bloccato le strade. È una cosa bellissima, ma anche giusta: bisogna capire che certe cose ci riguardano tutti». Un richiamo all’impegno che arriva anche da chi ha dedicato la propria vita e la propria professionalità a uno dei diritti fondamentali per la salute e la libertà di scelta delle donne: «Mi vergogno di essere in un Paese che è strettamente avanzato dal punto di vista scientifico, ma terribilmente arretrato dal punto di vista culturale», racconta nell’inchiesta di Alessia Arcolaci la ginecologa Marina Toschi, che due volte al mese, da 10 anni, raggiunge da Perugia l’ospedale di Ascoli Piceno per garantire il diritto previsto dalla 194.

​​Il secondo motivo per cui abbiamo scelto di fare questa copertina riguarda i diritti. Tutti. Quelli acquisiti e quelli non ancora conquistati, come quelli relativi al DDL Zan contro le discriminazioni di genere. «I diritti sono quella cosa di cui capisci l’importanza quando non ce li hai più. Ed esattamente come la democrazia, non crescono sugli alberi: vanno conquistati. Io ho sempre pensato che, in tema di diritti, la miglior difesa è l’attacco. Mentre chiedi un diritto chiedine anche altri. E anche se non hai ancora vinto la prima battaglia, vai avanti», dice Bonino.

E allora preparatevi. Prepariamoci. Perché noi andremo avanti. Eccome se andremo avanti.

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