Panettone più buono del mondo: ecco di chi è

La Cucina Italiana

Il panettone più buono del mondo? È stato incoronato ieri, al Palazzo delle Stelline a Milano, in occasione della terza edizione della Coppa del Mondo di Panettone, manifestazione ideata dal Maestro Giuseppe Piffaretti, pasticciere titolare di La Bottega del Fornaio a Mendrisio. 

La manifestazione nasce per celebrare storia e lavorazione di questo grande lievitato in grado di valicare i confini d’origine per imporsi sulla scena dolciaria mondiale. Dopo le prime due edizioni, che si sono svolte a Lugano, il contest giunge a Milano, patria del panettone, e apre le porte al pubblico. Oltre alla competizione, poi, l’evento promuove dimostrazioni, degustazioni, visite agli espositori, laboratori, workshop. 

Dopo un anno di selezioni nazionali nei diversi stati, per l’edizione 2022 sono arrivati in finale 24 pasticcieri per la categoria Panettone Tradizionale e 18 per la categoria Panettone al Cioccolato. I finalisti arrivano da Europa, Asia, America Latina e Stati Uniti, ma anche Australia e, per la prima volta, dall’Africa, dimostrando l’appealing sempre più internazionale di questo progetto. 

I vincitori

Ma chi ha preparato il panettone più buono del mondo? Ecco il podio dei vincitori: per la sezione panettoni tradizionali al primo posto il maestro pasticciere Giuseppe Mascolo (Italia), al secondo posto Claudio Colombo (Italia) e al terzo posto Luca Poncini (Svizzera). 
Per la categoria panettone al cioccolato: Annibale Memmolo della  Pasticceria Memmolo Mirabella Eclano, Avellino (Italia), secondo Bruno Andreoletti della Pasticceria Andreoletti Brescia (Italia), al terzo posto Marcio A. Orellana M. di  Nima Srl di Gorle, Bergamo (Italia).
Bruno Andreoletti della Pasticceria Andreoletti Brescia (Italia) ha conquistato anche il premio stampa per il miglior panettone al cioccolato (presente anche La Cucina Italiana in giuria).

Altri premi

Assegnati anche altri riconoscimenti, durante la manifestazione. 
Il Premio del Maestro del Panettone 2022 ad Achille Zoia indiscusso maestro degli impasti (frolla, lievitata, sfoglia) e titolare della Boutique del Dolce. Il pastry chef vanta una trentennale esperienza nell’ambito della pasticceria e della didattica e ha contribuito a creare la storia del panettone nel mondo, non a caso il suo è stato nominato Panettone Paradiso. Figlio d’arte, inizia ad approcciare il mestiere ancora ragazzino accanto al padre e allo zio con il quale approda alla famosa Pasticceria Biffi di Milano. Nel  1998-1999 riceve il riconoscimento di Pasticcere dell’anno conferitogli dall’Accademia maestri pasticceri italiani. 
Il premio per il miglior video dei maestri pasticcieri realizzato per raccontare il laboratorio, il lavoro, la passione è andato ex equo a Stefano Ferrante e Andreide Borba.
Il premio per il Concorso Novacart Art Capsule Collection, alla sua prima edizione, aperto ad artisti, creativi, studenti e designer, per la realizzazione del packaging del panettone vincitore è andato a  Manuel Quintiero di Salerno.
Il premio Miglior Club Internazionale è andato a quello brasiliano per il lavoro di organizzazione delle selezioni nazionali che si sono svolte a San Paolo. È stato premiato Rogerio Shimura maestro panettiere e direttore della Levain Escola de Panificação di San Paolo.

Panettone, una filosofia di vita: due parole con il Maestro Piffaretti

Abbiamo incontrato Maestro Piffaretti, tra un panettone e l’altro, e gli abbiamo fatto una veloce intervista (era molto occupato a curare che l’organizzazione di tutto fosse perfetta).

Lei è svizzero e ha un negozio in Svizzera: come mai il panettone che è un dolce italiano?
«Lo preparo da oltre 40 anni: per me e per tutto il Ticino il panettone è italiano e ticinese, qui da noi c’è una tradizione più che centenaria. E adesso è anche internazionale, mondiale».

La nostra testata sta candidando la cucina italiana a patrimonio immateriale Unesco. Secondo lei il panettone può essere un simbolo della nostra pasticceria?
«Assolutamente, è il dolce più iconico che possa rappresentare l’Italia, ancora più del tiramisù che per adesso è il più conosciuto nel mondo. Ma il panettone lo soppianterà».

È molto più complesso da fare in casa però…
«Le cose facili non le vuol fare nessuno».

È possibile cimentarsi dunque? 
«Sì, ma bisogna studiare e applicarsi. Prima bisogna conoscere la storia e la vita del lievito madre, poi si può provare a cimentarsi con qualche ricetta. Il panettone non è una ricetta, è una filosofia di vita, perché stiamo lavorando con qualcuno (dico proprio qualcuno, non qualcosa) che è vivo (il lievito madre, ndr): è come avere una persona in casa, che si può ammalare, può essere triste o allegra. Ecco, dico questo: se qualcuno non sa coltivare, curare il lievito madre, allora è inutile anche cominciare».

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