Sardegna: un mare (di cose) da scoprire

Sardegna: un mare (di cose) da scoprire

Un’aggregazione mai vista prima, realizzata grazie alla garanzia di un prezzo minimo per i cereali di alta qualità, che ha invogliato anche i giovani a seminare grano autoctono antico, farro, orzo, fave e piselli sui piccoli appezzamenti ricevuti in eredità. L’obiettivo è ridare visibilità all’eccellenza di pasta e pane realizzati con farine pregiate prodotte su terreni sani. Oggi riforniscono le pizzerie locali, come quella di Massimo Bosco a Tempio Pausania, e i ristoranti famosi dell’isola, come il Golden Gate di Gianfranco Pulina e quello di Luigi Pomata, ma ormai esportano, conquistando il mercato nazionale e internazionale, piano piano, con la qualità. Per fortuna, non sono gli unici.

A Ussaramanna, Pietro Lilliu cura le sue vigne seguendo i principi dell’agricoltura sinergica e dell’aridocoltura, cioè senza pesticidi, diserbanti né concimi chimici. Mentre i fratelli Lampis sono tra i pochi ad allevare le rare pecore nere di Arbus. Per assaggiare i loro formaggi bisogna arrivare all’azienda Funtanazza, a un passo dal mare, fra la spiaggia di Scivu e le dune giganti di Piscinas, dove nell’estate 2021 riaprirà uno storico hotel rinnovato come ecoresort (Le Dune). È una Sardegna da scoprire on the road, fino a Bosa e poi ad Alghero, su una delle strade più panoramiche d’Italia. Con le borse della spesa pronte a ogni sosta.

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