Tanti auguri, Massimo | La Cucina Italiana

Tanti auguri, Massimo | La Cucina Italiana

Ci tengo a farti gli auguri qui, caro Massimo, nel giorno del tuo sessantesimo compleanno – Bilancia eh – perché sei veramente il raggio di luce della cucina italiana. 

E ogni giorno scrivi nuove pagine, con entusiasmo e una carica che hai solo tu. 

E anche con il tuo bel carattere, sia chiaro, però negli anni ho imparato a conoscerti e poi ti ho visto all’opera molte volte. 

In particolare in quel giugno 2020 quando dopo il primo lockdown ti preparavi a riaprire l’Osteria Francescana con il menù dei Beatles With a Little Help from My Friends e mi era sembrato di rinascere a ogni boccone. 

Mi era piaciuto vederti in bici alla mattina prestissimo per Modena. Non era solo una foto fatta per qualche testata internazionale, tu in bici ci vai veramente, così come veramente sfrecci a bordo di auto rombanti in pieno stile locale e chiami tutti “vecchio”, anche i giovani, anche i vecchi veri.

Bello vederti giocare a pallone con la tua brigata in via Stella e incavolarti per un rigore mancato e noi alla finestra a tifare per una squadra o l’altra. Cavoli, hai una carica!!! 

E poi tifi Italia, sempre. Ci ricordi che siamo un Paese intero e che non ci sono Bologna o Modena, ma Bologna E Modena, e non hai esitato un minuto quando ti ho chiesto aiuto per candidare la nostra cucina italiana all’Unesco e non a caso hai ideato un menù che celebrava i maestri italiani, proprio tu che sei il maestro di oggi e di domani. La faraona alla creta di Milena Cantarelli e il suo savarin di riso, le capesante ripiene di mortadella di Fulvio Pierangelini, l’insalata di spaghetti di caviale di Gualtiero Marchesi…

Hai avviato tu la scrittura della nuova tradizione italiana, un omaggio straordinario che poi molti hanno seguito fino a oggi, al tuo menù Vieni in Italia con me che è un manifesto culturale, un playground dove il perimetro del campo è quello della tradizione e dove tu giochi come attore principale e regista. 

E inventi idee, concetti che hanno una struttura narrativa coerente e innovativa rispetto alla nostra identità. Quelle alici fresche nell’acqua di squacquerone, il panettone con cotechino e lenticchie, gli spaghetti ghiacciati con le amarene, la caprese come dessert finale, il risotto alla parmigiana… sono istantanee di chi siamo. 

Racconti nuove storie nella tua cucina, con quei ragazzi e ragazze che vengono da tutto il globo e ti adorano, ed è unico mangiare da te in cantinetta e ascoltarti commentare entusiasta come un ragazzino, aggiungere semantica a sapori sublimi

Tutto ciò mi dà conforto perché sento che questo Paese ha un futuro. Perché, come dici tu, «nel futuro ci sarà sempre futuro». 

Buon compleanno vecchio, e non perché lo sei veramente.

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