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Marmellata di arance non amara: la nostra ricetta

Marmellata di arance non amara: la nostra ricetta

Ecco come avere in casa una conserva dolce tutta da gustare partendo, ovviamente, da una materia prima di alta qualità

Per chi preferisce la frutta caratterizzata da un vigoroso slancio di sapore, le arance rappresentano probabilmente la soluzione più gettonata in questo periodo invernale. Una proposta sempre valida, sia come frutto intero, sia come succo, sia come marmellata. Su quest’ultimo versante, però, devono essere gestite in cucina con un minimo di perizia tecnica. Tutto ciò perché le arance portano una tendenza amara che deve essere in qualche modo addomesticata in favore della parte dolce. Vediamo, allora, come ottenere una marmellata di arance non amara.

Ingredienti

Per questa ricetta, occorrono massimo otto arance Washington Navel (come peso siamo sui 2 kg). Si tratta di una varietà di arance particolarmente dolce proveniente dalla provincia di Agrigento che fa parte della Dop Arancia di Ribera. Servono, poi, 2 kg di zucchero, un litro di acqua, il succo di un limone, estratto di vaniglia e cinque cucchiai colmi di rum. Questo dosaggio serve per 8 vasetti da 600 grammi.

“Sbianchire” le arance

Dopo avere punzecchiato le arance con una forchetta, le mettiamo a bagno per tre giorni in un’ampia pentola colma d’acqua da cambiare ogni mattina e ogni sera: così facendo, le arance perderanno quella parte amara che spesso non incontra favori all’assaggio e sarà possibile ottenere la marmellata senza scartare le scorze. Al quarto giorno, eliminiamo le estremità per poi rimuovere eventuali semi, tagliare le arance a metà e affettarle con tutta la buccia. Lo spessore? Circa mezzo centimetro.

Cottura

Quanto ottenuto dovrà essere riposto in una pentola molto capiente con una quantità di acqua di pari peso e portare tutto a ebollizione. Dopo circa dieci minuti, uniamo una quantità di zucchero di pari peso alle arance e il succo di limone per poi mescolare fino ad avvenuto scioglimento dello zucchero. Abbassiamo il fuoco e facciamo sobbollire la marmellata mescolandola ogni quindici minuti. A questo punto, si è giunti alla prova del piattino: una volta riposta una goccia di marmellata lasciata raffreddare su un piattino inclinato, se si verificherà uno “scivolamento” piuttosto faticoso allora la nostra preparazione sarà giunta a conclusione. Chiaramente, la decisione sulla consistenza della marmellata dipenderà da noi e da quanto lasceremo la pentola sul fuoco. Indicativamente, si va dalle due ore alle due ore e mezza.

Conserva sottovuoto

Una volta spento il fuoco, avremo modo di aggiungere il rum e l’estratto di vaniglia per poi continuare a mescolare con cura e amalgamare il tutto. A questo punto, possiamo versare la marmellata bollente in vasetti precedentemente sterilizzati a mezzo centimetro dal bordo, richiuderli e riporli capovolti su un piano. Sarà necessario lasciarli raffreddare per tutta la notte. Terminato questo procedimento e una volta ottenuto il sottovuoto, la nostra marmellata potrà essere conservata per un anno.

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