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Mozzarella di bufala: i 10 migliori caseifici DOP

Mozzarella di bufala: i 10 migliori caseifici DOP

La mozzarella di bufala, una specialità prodotta tra Campania, Lazio e Puglia, la cui fama è assicurata da maestri casari e aziende storiche, ma anche da nuove attività e addirittura da un brevetto ( come quello della Zizzona di Battipaglia), amata in tutto il mondo.

Ne abbiamo selezionati due fuori e otto dentro il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP, che ha partecipato anche a Festa a Vico accanto al grande chef campano Gennaro Esposito. Il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP si aggiorna costantemente. Ultima prova è stata la prova superata a pieni voti dell’impiego di ChatGPT come “direttore” per un numero del loro magazine informativo ufficiale “Bufala News Magazine”. Per la prima volta un periodico di informazione, in questo caso nel settore dell’agroalimentare e dei prodotti Dop e Igp, è stato realizzato da un’intelligenza artificiale generativa, che non ha potuto fare altro che confermare la Mozzarella di Bufala Campana DOP è “un’icona del made in Italy nel mondo”.

Caseifici dove viene prodotta la rinomata Mozzarella di Bufala Campana DOP:

Az. Agricola BARLOTTI ‘La Bufalara’ – Capaccio (SA)

Vicino ai templi di Paestum, questo caseificio con allevamento è una realtà familiare con circa un secolo di storia. Oggi il ciclo produttivo è ecosostenibile e integrato. Oltre alla classica mozzarella, produce aversana (la taglia più grande della bufala, 500 grammi), treccia, cardinali e anche ricotta, tutto con il proprio latte lavorato a dodici ore dalla mungitura. barlotti.it

Caseificio Il Casolare – Alvignano (CE)

Ultra premiato, impegna oggi tre generazioni della famiglia LaVecchia. Si producono mozzarelle dai 10 grammi ai 3 chili solo con latte di bufala da allevamenti al massimo a 15 km dal caseificio. Tra i suoi fan anche lo chef stellato britannico Gordon Ramsay. caseificioilcasolare.it

Le Terre di Don Peppe Diana Libera Terra – Castel Volturno(CE)

Cooperativa sociale e agricola nata sulle terre confiscate alla camorra all’interno di un progetto denominato Mozzarelle della Legalità. Qui conferiscono il latte produttori della zona, alcuni dei quali sensibilizzati al biologico dalla Cooperativa stessa. cooperareconliberaterra.it

Società Agricola Il Parco – San Giovanni Rotondo (FG)

Unica Mozzarella di Bufala Campana Dop fatta in Puglia da latte di bufale locali, viene prodotta nel Parco Nazionale del Gargano. Scelta anche da Eataly per i suoi store. agricolailparco.it

Caseificio Mail – La Favorita – Bellizzi (SA)

Quattro generazioni di casari guidati da Domenico Raimondo, attuale Presidente del Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, che fonda il caseificio nel 1968 seguendo la tradizione di famiglia che produceva già mozzarella di bufala nei primi del Novecento. caseificiomail.it

Caseificio Colonne – Castel Volturno (CE)

Coniuga tradizione e modernità l’azienda familiare dei fratelli Nobis, celebre anche per la versione senza lattosio della mozzarella di bufala e la versione Halal. caseificiocolonne.it

Casearia Casabianca – Fondi (LT)

Considerata la miglior mozzarella campana Dop nel Lazio, poco distante dalle spiagge di Sperlonga e del Circeo, produce anche caciocavallo e provola. caseariacasabianca.it

Caseificio La Baronia – Castel di Sasso (CE)

Una realtà fondata nel 1990 da Luca e Alfonso Cutillo, molto amata anche all’estero: la lavorazione qui avviene ancora nei tigni di legno. Disponibile anche la versione Halal DOP. labaronia.com

Ricotta di bufala, l’inaspettata alleata contro il caldo

La Cucina Italiana

Sapevate che la ricotta di bufala è un’alleata a tavola contro il caldo? Ve lo spieghiamo noi.

Anche quest’anno l’estate è da bollino rosso: il caldo ci fa sentire spossati e fiacchi. La migliore soluzione è cercare di recuperare l’energia anche facendo attenzione a ciò che portiamo in tavola. Ci sono regole sempre valide: astenersi dall’alcol e dalle bevande zuccherine a favore dell’acqua; non esagerare con le porzioni, ma mangiare poco e spesso; privilegiare la frutta e la verdura.

Ricotta di bufala

Però quello che forse non sappiamo (e nemmeno immaginiamo) è che, fra i cibi anticaldo, un ruolo privilegiato spetta alla ricotta di bufala, meglio se campana Dop. Come spiega il professor Germano Mucchetti, docente di Tecnologie lattiero casearie all’università di Parma, «la ricotta di bufala campana a denominazione di origine protetta è un alimento ad alta digeribilità, ricco di calcio e fosforo, con un elevato contenuto di siero proteine di latte nel loro stato naturale».

Le siero proteine del latte sono fra gli ingredienti principali degli integratori alimentari presentati sotto forma di barrette energetiche o di dispersioni colloidali o gel, che vengono utilizzati sia dagli sportivi sia dal resto della popolazione per il recupero dell’equilibrio energetico e per il reintegro dei sali minerali che si perdono durante le normali attività della vita quotidiana.

La ricotta è adatta anche ai bambini e agli anziani e, come afferma il presidente del Consorzio di Tutela, Benito La Vecchia, «rappresenta un alimento che esprime, soprattutto nella stagione estiva, un giusto equilibrio tra apporto nutrizionale e piacere del gusto». Come consumarla in questa estate rovente? La ricotta è buona al naturale, ma anche accompagnata a frutta di stagione. Si può spalmare sui crostini oppure, come si fa con la mozzarella, abbinare con i pomodorini o altre verdure.

Nella stagione più calda bisogna fare anche molta attenzione alla corretta preparazione e conservazione dei cibi, perché le temperature elevate favoriscono la contaminazione degli alimenti e aumentano il rischio di gastroenteriti e intossicazioni alimentari, specialmente nei bambini. Per questo, come raccomanda il Ministero della Salute, occorre rispettare rigorosamente la data di scadenza del prodotto ed evitare di lasciare i cibi deperibili, fra cui anche la ricotta di bufala, a temperatura ambiente, ma riporli sempre in frigorifero prima possibile.

Il Miglior Formaggio Italiano è di Bufala

La Cucina Italiana

Ventinove anni, idee chiare e una laurea in Giurisprudenza, Roberta Gritti è responsabile comunicazione e marketing del Caseificio Quattro Portoni di Cologno al Serio, nella Bergamasca, l’azienda di famiglia pioniera dei formaggi di bufala. Tutto è cominciato negli anni Cinquanta con il nonno Renato, che coltivava terreni agricoli; passato poi all’allevamento di frisone, ha tramandato l’attività ai figli Alfio e Bruno, padre di Roberta (nella foto, al centro tra i genitori Bruno e Elena, a destra, e gli zii Alfio e Marina). Nel 2000 i fratelli si lanciano in una sfida nuova, sostituendo le frisone con le bufale e arrivando ai mille capi di oggi, primi in Lombardia, e ancora gli unici, a occuparsi di tutta la filiera, dalla coltivazione dei foraggi per l’allevamento alla produzione e alla vendita dei formaggi. 

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Fabio ha fatto uno stage di tre mesi dopo le superiori e si è avventurato in un mestiere «nomade», ora anche con la compagna e il bambino di un anno

«Stimo moltissimo mio padre perché ha fatto una scelta coraggiosa. Ha studiato a fondo la tradizione casearia lombarda e l’ha applicata al latte di bufala». In particolare, Bruno non voleva essere l’ultimo a produrre mozzarella di bufala, per di più fuori dell’area protetta, ma il primo a fare formaggi di bufala stagionati. «Il nostro campione è il Blu di Bufala, un erborinato a pasta cruda che continua a darci grande soddisfazione e su cui abbiamo puntato la nostra identità». Ha conquistato ben undici medaglie, tra cui il titolo di «Miglior Formaggio Italiano» e «Secondo Miglior Formaggio al Mondo» ai World Cheese Awards. «È molto dolce e armonico, grazie all’alta percentuale di grasso, proteine e zucchero tipica del latte di bufala». Non sono da meno il Blu di Bufala Muscat o il Casatica, uno dei rari a crosta fiorita. La maggior parte vengono venduti all’estero, soprattutto in Francia (grande soddisfazione!). Ma nonostante il successo rimangono artigiani, in equilibrio tra il rispetto della tradizione e una propensione per la ricerca e l’innovazione. Nel 2014 hanno realizzato anche un impianto per la gestione dei reflui zootecnici, l’abbattimento dei nitrati e la produzione di energia elettrica, chiudendo così il cerchio di una filiera unica a economia circolare (quattroportoni.it).

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