Tag: cocktail

F1 Gran Premio di Monza 2023: aperitivi, pranzi speciali e tanto altro

F1 Gran Premio di Monza 2023: aperitivi, pranzi speciali e tanto altro

Ai Boschetti Reali, ogni giorno dalle 10 di mattina alle 2 di notte, il BarLegend Red Bull Village dove vivere esperienze di realtà aumentata e con sette Airstream (i famosi tondeggianti motorhome americani in alluminio) di varie misure e brandizzati ad hoc dove deliziarsi di sfizioso cibo di strada e drink di ogni tipo secondo le ricette dello chef Michele Cioffi e della bartender Elisabetta Ciceri del Saint.

Nel caravan dedicato a cassa, oltre a gadget ricordo come t-shirt, cappellini, adesivi e spillette BarLegend (realizzate da Mezzopieno Studio, agenzia veronese che ha curato tutta l’immagine coordinata del brand) si potranno acquistare i token necessari per gli hamburger e pulled pork di Jurassic Pork, per i fritti e le salamelle di Fattyssimo, per le pizze e pinse di Pizzawagon e per la pasta e i ravioli (ricotta e spinaci o bufala ed erbette) al sugo o cacio e pepe di Pastarda, così come per il beverage scegliendo, oltre a birre Nastro Azzurro, Red Bull e The Organics by Red Bull, spritz by Freni e Frizioni, anche tanti cocktail speciali a base di Vetz e Angostura rum e di Big Gino gin e Roby Marton’s gin, nei rispettivi motorhome.

Il tutto condito da musica tutta da ballare, già dalla mattina con tanto di dancefloor di 300 metri quadri, tra dirette radiofoniche e djset con il sound di Miky Garzilli di Radio Studio Più. Serate clou sabato 2 settembre a tutta house con in console PRZI del Nameless Festival affiancato/da vari guest; domenica 3 con l’Autpop festival, una serata speciale ideata da Shorty e Matteo Perego, con in console i ragazzi e ragazze diversamente abili delle Associazioni Facciavista e Il Veliero affiancati da dj di Radio M2O (Shorty Lrnz, Walter Pizzulli, Mauro Miclini, Rino Sparacino, Lori B e Vittoria Hyde), Maurino e Tato di Radio Deejay, Dj Marietto di Silver Music Radio e Dj Funky.

in foto: al Gomez (piazza S. Paolo 4) troverete una “playa” con il Red Bull Kombibar (un furgone d’epoca con bancone bar).

3 ricette facili di coffee mixology | La Cucina Italiana

3 ricette facili di coffee mixology
| La Cucina Italiana

Cocktail al caffè: trend dell’estate 2023? Assolutamente no. Perché i cocktail al caffè ci sono da tempo e ogni anno i trend cambiano, ma il caffè (ottimo) rimane. Pensiamo alle tante alternative che di periodo in periodo vivono un momento più o meno lungo di splendore attraverso drink list e bartender visionari. Dall’iconico Irish Coffee (che fa tanto Vacanze di Natale dei Vanzina) al White Russian, i cocktail a base di caffè giocano a nascondino nei locali italiani – e non solo. Basti pensare al leggendario Espresso Martini, inventato negli anni ’80 dal bartender Dick Bradsell, che lavorava presso il Fred’s Club a Londra, su richiesta dell’attrice inglese Patricia Neal alla ricerca di un cocktail energetico.

Come si è visto al Roma Bar Show 2023, la mixology vive il presente che richiede cocktail a bassa gradazione alcolica sia per motivi pratici che di calorie – il prossimo traguardo sarà infatti trovare ingredienti che possano sostituire lo zucchero al 100%. Oggi, si cercano e si creano cocktail semplici, puliti, su base sia dolce che amara – quindi, i coffeetail sono al posto giusto al momento giusto.

Seguendo la filosofia del less is more, il caffè deve essere dosato con criterio per evitare che il gusto predomini sugli altri sapori. La stessa scelta del caffè, in base alla tostatura, è decisamente alla base del successo del coffeetail. Gli abbinamenti devono essere ben studiati: scegliere con cura il distillato e bilanciare bene le dosi aprendo un ventaglio di possibilità infinite. Ciò detto, l’importanza del caffè è fondamentale e lo dimostra, ad esempio, Lavazza che quest’anno ha partecipato al World of Coffee 2023 di Atene, evento dell’Associazione Specialty Coffee dedicato ai professionisti e agli amanti del caffè, offrendo due speciali coffeetail elaborati da Efstathia Myrto Mantziou, già vincitrice del premio internazionale “Influencer Barista Award” di Lavazza. Una delle sue speciali ricette è il Cuba Tai, che si è distinto per gli ingredienti unici e creativi: doppia dose di espresso Cuba, rum Angostura invecchiato 5 anni, sciroppo di mandorle artigianale e una spruzzata di lime.

Oltre all’Espresso Martini

Portare il caffè oltre al momento di fine pasto o alla colazione è tra gli obiettivi di Marco Poidomani, SCA Trainer e coffee lover, con una carriera di oltre 25 anni nel mondo del caffè e 3 titoli di Campione Italiano di Coffee in Good Spirits. «La difficoltà di far provare un drink al caffè sta nell’errata convinzione che essi siano sostanzialmente drink da fine pasto o drink caldi. Molto spesso, inoltre, si ha la credenza che, contenendo caffè, questi cocktail possano influenzare negativamente il sonno. La mia idea è dunque quella di partire da ciò che i nostri ospiti sono abituati a bere e che gli è familiare e di rivisitarlo totalmente. In questo caso, utilizzo come cavallo di troia il famosissimo drink ormai popolare in tutto il mondo, lo Spritz, ma in versione caffè» conclude Marco Poidomani, la cui ricetta è qui sotto.

Quanto ghiaccio si mette in un drink? Risponde il bartender

La Cucina Italiana

Quanto ghiaccio si mette in un drink? Ce lo siamo domandati guardando il video su TikTok in cui l’influencer Giulia Salemi chiede al cameriere di portare via il suo cocktail e farne un altro «con più drink e meno ghiaccio». Un video virale, che ha scatenato centinaia di commenti, pro e contro, come sempre. La questione in effetti è spinosa: qual è la differenza tra un cocktail annacquato e un cocktail freddo al punto giusto? Ne abbiamo parlato con Giorgio Facchinetti, flair bartender (cioè specializzato in cocktail preparati con tecniche acrobatiche), consulente di diverse grandi aziende nel settore degli spirit e non solo, che ha anche lavorato con Giulia Salemi in tv.

Quanto ghiaccio si mette in un drink?

«Dipende: ci sono cocktail che vanno serviti caldi, altri freddi ma senza ghiaccio e altri full of ice, con un quantitativo di ghiaccio tale da riempire tutto il bicchiere. Per esempio nel Margarita il ghiaccio si usa solo nella preparazione ma non si mette nel bicchiere. Il Martini cocktail, invece, se preparato secondo la procedura classica, va servito in un bicchiere ghiacciato con gin e vodka ghiacciati. Il Negroni, per fare l’ultimo esempio, va stirrato (cioè mixato e mescolato ndr)  e poi servito in un bicchiere pieno di ghiaccio per la cosiddetta «diluizione secondaria»: in sostanza il ghiaccio assorbe il calore del cocktail e rilascia acqua in modo da raffreddarlo. Due cubetti non basterebbero: impiegherebbero troppo tempo. Perciò ne serve di più. A mio parere è anche il caso del cocktail protagonista del video in questione: senza tutto quel ghiaccio il drink non si sarebbe raffreddato e non sarebbe stato altrettanto buono. Era necessario».

Qual è la differenza tra ghiaccio in cubetti e grandi cubi messi al centro del bicchiere?

«Questi cubi si chiamano «chunk», e hanno diversi vantaggi. Anzitutto mantengono la temperatura del drink costante, perché si sciolgono più lentamente e la superficie di contatto è una sola. Oltre a questo rendono il cocktail esteticamente più invitante, anche perché si possono personalizzare con loghi e disegni. Dal punto di vista organolettico, non cambia nulla: che si usi un chunk o dei cubetti, la ricetta del drink – e quindi anche le quantità – resta la stessa»

Come si riconosce un cocktail «annacquato»?

«Basta guardare i cubetti di ghiaccio: se galleggiano è un cocktail annacquato. Vuol dire che il ghiaccio non è adatto. Quando non è uniforme, si scioglie molto velocemente, e «annacqua» appunto: così ne va della qualità del cocktail. Per questa ragione il primo segreto di un ottimo drink è avere un ottimo ghiaccio. Per noi bartender il ghiaccio è come il fuoco per uno chef».

Come si prepara il ghiaccio per i cocktail in casa?

«Il mio consiglio è farlo con acqua demineralizzata (o comunque con un residuo fisso molto basso, ndr), in forme un po’ più grandi dei cubetti standard da freezer. Quando sono piccoli si diluiscono subito, non hanno la forza di raffreddare». 

Altri articoli di La Cucina Italiana che vi potrebbero interessare

Proudly powered by WordPress