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» Biscotti alle arachidi – Ricetta Biscotti alle arachidi di Misya

Misya.info

Lavorate a crema il burro con lo zucchero, quindi incorporate prima l’uovo e poi le polveri (farina, cacao e lievito).

Infine aggiungete anche le arachidi.

Distribuite il composto a cucchiaiate su di una teglia rivestita di carta forno, quindi cuocete per 10-12 minuti a 180°C, in forno ventilato già caldo.

I biscotti alle arachidi sono pronti, lasciateli almeno intiepidire prima di servirli.

il significato e come sceglierli

il significato e come sceglierli

Scoprite quali sono i fiori per la festa della mamma e cosa significano per farle un regalo pensato e dirle quanto le volete bene senza parlare

I fiori per la festa della mamma sono il dono perfetto per dirle quanto le vogliamo bene. Possiamo metterli nel piatto, come suggerito nelle ricette della gallery qui sopra, o raccoglierli in un bellissimo bouquet. Se poi si sfrutta anche il linguaggio segreto dei fiori, componendo il mazzo in base al loro significato, diventa un dono elegante e ricercato. Se volete fare un regalo speciale, ecco quali sono i fiori per la festa della mamma, per dirle tutto ciò che apprezzate di lei.

Potentilla

Tra i fiori per la festa della mamma la potentilla è il fiore per eccellenza, simbolo dell’amore materno, oltre che di forza. Quando piove, la potentilla chiude le foglie per proteggere i suoi fiori, proprio come fanno le mamme con i loro piccoli.

Rose, ma quali?

Quando si compone il bouquet per la mamma, non si dovrebbe mai prescindere dal gusto personale. Le rose sono il fiore preferito di molte donne. Spesso associate più all’amore passionale, nella loro sfumatura rosa sono adatte anche alle mamme, visto che simboleggiano affetto, gratitudine e ammirazione.

Azalea

L’azalea – che spesso viene venduta per raccogliere fondi per cause benefiche – rappresenta la femminilità e l’amore più profondo.

Malva

Il fiore di malva è forse più noto per i suoi usi terapeutici ed erboristici, ma è ottimo anche tra i fiori per la festa della mamma. Sin dal medioevo, infatti, indica la comprensione e la calma materna, ma anche la dolcezza.

Sambuco

Il sambuco è il fiore perfetto per le mamme del futuro, essendo il simbolo delle donne in attesa. È l’ideale per fare un dolce pensiero alle mamme che stanno aspettando di stingere il loro piccolo tra le braccia.

Lilà

Il significato dei fiori di lilà è “amore incondizionato”, proprio come quello tra mamma e figli. Che sia una pianta intera, oppure solo fiori recisi, è un bellissimo messaggio da dare a chi ci ama tutti i giorni.

Iris

Se in passato avete dato qualche preoccupazione di troppo in famiglia, tra i fiori per la festa della mamma l’iris è la scelta migliore. Simbolo di amore e, allo stesso tempo, di dolore è solitamente associato alla Vergine Maria, madre per eccellenza e maestra della sofferenza materna nel mondo cristiano.

Garofano

Anche il significato del garofano ha origine nelle Sacre Scritture. Simboli di amore eterno, si narra che garofani siano cresciuti dove la Vergine Maria versò le lacrime per la morte del figlio. Tra i fiori per la festa della mamma, questi sono quelli per ricordarle che le vorrete bene per sempre.

L’artemisia per dire grazie

La mamma non viene ringraziata mai a sufficienza. Nel linguaggio dei fiori l’artemisia significa questo, rappresenta l’apprezzamento per l’aiuto e ciò che ci viene donato ogni giorno.

Fiori per la festa della mamma: mai abbastanza

Per comporre uno splendido mazzo di fiori si possono scegliere anche le camelie, che indicano raffinatezza e perfezione; le dalie, che simboleggiano riconoscenza e buon gusto, oltre alla femminilità elegante e matura e all’ammirazione; le viole del pensiero, perché la mamma è sempre nei nostri pensieri e infine le orchidee, che trasmettono eleganza e charme.

Sfoglia la nostra photo gallery qui sopra: troverai ricette floreali ideali per celebrare la mamma anche a tavola!

A cena da Carlo al Naviglio, il nuovo bistrot di Carlo Cracco

A cena da Carlo al Naviglio, il nuovo bistrot di Carlo Cracco

La prima cena fuori dopo mesi di lockdown dev’essere speciale. La nostra Laura Magnago della Scuola de La Cucina Italiana racconta la sua esperienza culinaria al nuovo bistrot di Chef Cracco, appena aperto a Milano.

Come amante della buona ristorazione, non vedevo l’ora di tornare ad andare fuori a cena. Pronta la lista delle nuove aperture da testare, ho provato una delle ultimissime sulla piazza milanese: Carlo al Naviglio.

Lo spazio è curato ma informale, perfetto per godere al meglio della stagione in totale tranquillità. Grazie al dehors e al giardino, il ristorante è in grado di ospitare 80 coperti all’aperto nel pieno rispetto delle norme sanitarie. Non mancano però salette più riservate, per chi preferisse qualcosa di più intimo, e ampie sale per eventi per chi come noi già immagina di organizzare innumerevoli aperitivi in compagnia per provare l’intrigante e inedita drink list.

Ho scelto di provare il menù degustazione da quattro portate (65 euro, bevande escluse) che è in carta accanto ad uno da sei (85 euro). Oltre a questi, la carta potrebbe sembrare limitata (tre piatti per ogni portata) ma si sposa alla perfezione con l’anima del bistrot: più accessibile, contemporanea e sempre attenta alla stagionalità. A mio giudizio è ben studiata e comunque capace di regalare spunti interessanti. Sulla scia del menù, la cantina non è estesa, ma alla portata di tutti e conta una ventina di referenze tra bollicine, bianchi e rossi.

Quello che noto immediatamente è che tutti i piatti, inclusi gli stuzzichini di benvenuto, sono realizzati con ingredienti selezionati con cura e trattati con tecnica impeccabile. La degustazione mi ha consentito di provare 4 dei 12 piatti in carta, ma prima di parlare dei piatti principali vorrei soffermarmi su una delle entrée, la Focaccia all’acqua di patate con Prosciutto di Parma 36 mesi. Solo a leggere la descrizione, chiunque avrebbe già l’acquolina. Avete mai provato il prosciutto ammorbidito in olio? Forse no, e quando si assaggia poi se ne vorrebbe mangiare una teglia intera! 

Ma veniamo al dunque, il menù. Uovo o provola? ossia l’antipasto, perché l’uovo non poteva certo mancare trattandosi di in uno dei ristoranti di Carlo Cracco, e questo era davvero ottimo! Un uovo trattato con la tecnica di “affumicazione” della provola su crema di cannellini accompagnato da patate, cipolla rossa di Tropea, taccole e insalata osmotizzata. Pazzesco.

Come primo piatto, ho assaggiato i Manfredi tonno, caglio e papaccelle. Caglio e tonno delicati al palato per lasciar spazio alle caratteristiche note dolci del peperone. Pazzesco, ancora.

Un consiglio: cercate di trattenervi dal finire l’ottimo pane ai semi di lino lievitato 60 ore (magari con l’olio di cui sopra) prima del primo, altrimenti vi sentirete già pieni! Ma il campo di battaglia non si abbandona per cui ho proseguito con la Pancetta di maialino, asparagi e fragoline: viene cotta a bassa temperatura per non far irrancidire il grasso, potendola servire croccante e morbida al punto giusto, promossa. A chiudere in bellezza, il dolce, Banana, caramello e arachidi che per capirci meglio era composto da una base di morbido pan di spagna, gelato alla banana, croccanti arachidi glassati e una leggerissima spuma di mou, equilibrio perfetto senza eccedere con gli zuccheri. Pazzesco, l’ho già detto?

Un percorso da poco più di un’ora e mezza, accompagnato dalla gentile presenza di Enrico Ottaviano, in sala, che ha saputo coinvolgere con informale cura durante il percorso. Altra nota non trascurabile è stata l’atmosfera, una vera coccola regalata dalle rilassanti note del jazz di sottofondo (forse ispirato dalla vicinanza storica del jazz club Capolinea) e dalla mise en place dal gusto retrò, perfetta per uno scatto da veri instagrammers.

Sicuramente è stato tutto un po’ ovattato dall’emozione di ritrovarsi seduti a cena, al tavolo di un ristorante, dopo mesi di pentole e delivery ma da Carlo al Naviglio si sta un gran bene. Posso confidarvi un segreto? Ho teso l’orecchio durante gli ordini dei vicini commensali per spiare i loro ordini, segnandomi i piatti da assaggiare per la prossima volta! Certamente è il posto da mettere in lista per la prossima cena all’aperto, e poi c’è un altro dettaglio da non trascurare. Il ristorante si affaccia sul Naviglio Grande, nella parte del naviglio meno caotica restando facilmente raggiungibile senza la scusa del “non troverò parcheggio”. Dotato di un posteggio dedicato risolverà alla perfezione il problema lasciandovi un unico gustoso cruccio: la scelta dei piatti da ordinare.

Dove: Via Lodovico Il Moro 117, Milano
Quando: Lun – dom per pranzo, cena e aperitivo. 

Testo spontaneo e foto di Laura Magnago

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