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Minestrone alla genovese, quando il pesto non va su un piatto di spaghetti

Minestrone alla genovese, quando il pesto non va su un piatto di spaghetti

Verdure fresche, legumi ricchi di proteine e profumo di basilico: impossibile resistere al minestrone genovese

Il minestrone alla genovese è una pietanza che nasce dall’incontro di tante verdure fresche e di legumi con la tipica salsa ligure al profumo di basilico, in questo caso preparata senza i pinoli. Il pesto siamo infatti abituati ad assaporarlo su un piatto fumante di spaghetti o di trofie e invece in questa ricetta si aggiunge a una minestra che mette insieme il meglio delle verdure stagionali. Il periodo più adatto per prepararla è infatti la primavera, quando le tipologie di verdure a disposizione sono tantissime.

La storia del minestrone alla genovese

Può parere strano che una regione come la Liguria, affacciata sul mare, abbia nella sua cucina tradizionale molti piatti con le verdure come è appunto il minestrone. Questa particolarità può essere spiegata con il fatto che per lunghi anni le coste della regione sono state flagellate da incursioni di pirati saraceni. Questo ha spinto gli abitanti a coltivare la terra per ottenere quel sostentamento che per via del mare era così difficile procurarsi. Il clima mite ha poi facilitato la coltivazione di orti, da cui gli abitanti hanno potuto procurarsi le tante verdure con cui hanno preparato molteplici ricette.

La pasta adatta per il minestrone alla genovese

Potete scegliere diversi tipi di pasta per il minestrone alla genovese. Perfetti i bricchetti, un formato simile agli spaghetti spezzati, i ditalini, o le trenette a pezzetti. In realtà per questa ricetta è adatta tutta la pasta corta, o i formati lunghi rotti a mano. Non si addice invece la pasta all’uovo, che non riuscirebbe a mantenere la giusta consistenza in cottura.

Ecco la ricetta del minestrone alla genovese

Ingredienti

1 carota, 1 gambo di sedano, 2 patate, 200 g fagioli borlotti, 200 g fagiolini, 2 zucchine, 2 pomodori, 100 g borragine, 1/2 cavolo cappuccio, 200 g bietole, 300 g pasta tipo bricchetti (spaghetti spezzati), 1 cipolla, 1 spicchio di aglio, 100 g pecorino, olio extravergine di oliva, sale, 2 cucchiai pesto senza pinoli, qualche foglia di basilico fresco.

Procedimento

Pelate le patate e fatele a tocchetti, pulite le carote e affettatele, così come le zucchine, i pomodori, il cavolo cappuccio, la borragine, il sedano, le bietole e i fagiolini. Sciacquate i fagioli che avrete messo in ammollo dalla sera prima, pelate la cipolla e affettatela, pelate lo spicchio di aglio. In una pentola mettete le cipolle, l’aglio e un filo di olio. Fate rosolare tutto e quando la cipolla sarà dorata aggiungete tutte le altre verdure e i fagioli. Mettete tanta acqua che ricopra le verdure e fate cuocere per circa 2 ore a fuoco lento. Se dovesse essere necessario, aggiungete acqua. Una volta che le verdure saranno cotte e salate, aggiungete la pasta. Fate cuocere sino a che sarà cotta e poi spegnete. Unite i due cucchiai di pesto, il pecorino e portate in tavola con qualche foglia di basilico fresco. Il minestrone è perfetto anche tiepido, o servito il girno dopo.

Qualche consiglio in più

Per un minestrone alla genovese ancora più buono aggiungete una crosta di parmigiano insieme alle verdure: in cottura rilascerà un sapore più ricco e poi da mangiare a tocchetti sarà deliziosa. Se vi piace poi una consistenza maggiore, schiacciate con la forchetta le patate una volta che saranno cotte: in questo modo il minestrone sarà più denso.

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Innanzitutto lavate per bene le foglie e asciugatele una ad una.
Mettetele quindi in infusione con l’alcol, sigillate il contenitore con il coperchio o con pellicola trasparente e fate riposare al buio per almeno 2 settimane.

Dopo 2 settimane, preparate uno sciroppo facendo sciogliere lo zucchero nell’acqua e portando a ebollizione, quindi lasciate raffreddare completamente.

Filtrate l’alcol con un colino a maglie strette.

Quando lo sciroppo sarà freddo, unitevi l’infuso di alloro, mescolate e imbottigliate.

Lasciate riposare le bottiglie, ben tappate, per almeno 30 giorni.
Passato questo tempo, il liquore all’alloro sarà pronto per essere consumato.

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Cosa c’è in inverno di meglio che godersi la vista delle vette innevate e il caldo di un camino scoppiettante? La baita è affascinante, romantica e avvolgente, il migliore rifugio dal freddo e dal vento, in cui crogiolarsi con una buona lettura sorseggiando un tè caldo. O in cui fare una veloce pausa per un “bombardino” tra una discesa e l’altra.

Ma il momento più atteso è sempre il pranzo, in cui ci concediamo generose portate a base di polenta, pizzocheri, canederli, fonduta, stufato di cervo, stinco… avete già fame vero?

Preparandoci al fine settimana in montagna, iniziamo a cucinare le ricette montanare a casa!

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