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Le ricette più cercate del 2023 (e no, non c’è il tiramisù)

La Cucina Italiana

Perché poi, scorrendo la lista delle ricette più cercate su Google nel 2023 ci sono tanti altri piatti della verace tradizione italiana, la maggior parte dei quali molto sostanziosi e non sempre vegetariani. Al secondo posto, tanto per fare il primo esempio, ci sono i bigoli, i tipici spaghettoni veneti fatti a mano con il “bigolaro”, così buoni e così gustosi che un tempo “andare per bigoli” era un modo per raccontare di aver fatto un ottimo pranzo. In comune con le lenticchie hanno due cose: sono un pilastro della nostra cucina e sono altrettanto versatili. Provateli in salsa con un sughetto di acciughe e cipolla, con le sardelle come li fanno nel mantovano, o con il ragù d’anatra come si mangiano in montagna.

Racconta molto della nostra passione per la tradizione anche la terza delle ricette più cercate del 2023: lo scammaro, una frittata di pasta senza uova nata nei monasteri. Un piatto ideato per sfamarsi nei giorni di magro della Quaresima, si fa con spaghetti, acciughe, capperi, olive ripassati in padella. Una bontà, secondo noi perfetta anche per un aperitivo diverso: basta ridurre le porzioni e preparare dei nidi di pasta così buoni che uno tira l’altro.

A seguire, al quarto posto gli gnocchi di zucca senza patate: una versione più leggera di un classico, ottima accompagnata a sughi molto semplici (noi li adoriamo al mascarpone). Anche al quinto posto della lista di Google c’è un corroborante piatto della cucina italiana, valdostana per la precisione: è la cotoletta alla valdostana, che si fa con fette di controfiletto di vitello o costolette farcite con il tipico prosciutto alla brace di Saint-Oyen e fontina Dop.

I dolci preferiti dagli italiani su Google

Per il primo dolce (e che dolce!) della classifica bisogna arrivare al sesto posto, con le tette delle monache: una specialità di Abruzzo e Puglia (specie nord della regione), assomigliano proprio a dei seni femminili. Fatte con un guscio di pan di Spagna ripieno di crema pasticcera, pare siano nate in un monastero di Guardiagrele in onore di Sant’Agata (alla quale, poi, curiosamente, a Catania hanno anche dedicato le minne, che le ricordano nella forma). Al settimo posto invece ci sono i frappè, intramontabile passione non solo italiana: un ottimo modo per mangiare la frutta, abbinata al latte, allo yogurt, al gelato o anche senza (cioè vegano) nelle sue versioni più fresche.

Il caffè, grande passione

REDA&CO

Ricetta Plum cake marmorizzato | La Cucina Italiana

Ricetta Plum cake marmorizzato | La Cucina Italiana

Buono dalla colazione alla merenda, il plum cake è un dolce soffice che piace a tutta la famiglia. In questa ricetta lo abbiamo arricchito con un doppio impasto – uno con la zucca e uno al cioccolato – che crea un effetto marmorizzato, e una copertura croccante di semi di zucca, corn flakes, fiocchi d’avena e miele.

Preparare il Plum cake marmorizzato è semplice, il segreto è distribuire l’impasto nello stampo con l’aiuto di un cucchiaio, alternando i colori a ogni strato. Con questa tecnica potete anche realizzare una torta.

Provate anche queste ricette: Plum cake classico, Plum cake al limone, Plum cake al cioccolato, Plum cake al limone e frutti di bosco, Plum cake alle carote, Plum cake alle noci, Plum cake al profumo d’arancia, Plum cake alle pere, Plum cake bicolore.

Roberto Valbuzzi: cosa si mangia a casa dello chef?

Roberto Valbuzzi: cosa si mangia a casa dello chef?

Alla scoperta di chef Roberto Valbuzzi. Cince, passeri e usignoli. Se ci si ferma e si presta attenzione, forse si riescono a distinguere anche le altre voci del bosco. Sono quelle che circondano in un continuo e garrulo concerto la casa del cuoco contadino Roberto Valbuzzi (volto noto del programma Cortesie per gli ospiti su Real Time) a Malnate, nel Varesotto, dove vive con la sua grande famiglia. Grande perché le generazioni che si alternano in un abbraccio collaborativo sono almeno tre, anzi quattro, da quando anche Alisea, la primogenita, ha iniziato a cucinare con il papà, ben assistita dalla mamma Eleonora Laurito. Il più piccolo della famiglia, Elan Gabriele, non ha ancora l’età per maneggiare i coltelli, ma nei travasi di riso e di farina di mais è imbattibile. È questa armonia il segreto dei piatti di Roberto, quelli che prepara ogni giorno per i suoi cari e quelli che si possono gustare al ristorante.

Prima di metterci ai fornelli per preparare due ricette di famiglia e poi raggiungere il suo Crotto Valtellina per scoprire i due piatti davvero speciali, facciamo un giro nell’orto, fonte primaria di verdura e frutta; è razionale e curato, studiato per seguire le giuste rotazioni e non impoverire il terreno, coltivando in consociazione le specie che meglio crescono le une accanto alle altre. Poco oltre si vedono il frutteto e la marroneta: una sedia di diverse decadi fa, di cemento decorato a mo’ di tronchi d’albero, è posizionata nel punto in cui la vista si perde verso l’orizzonte: è quella di Luciano, nonno di Roberto, che ha fatto il pastore e ha costruito tutte le case della famiglia, pietra dopo pietra, con la tecnica che aveva imparato dal suo, di nonno. L’anima di ferro della seggiola inizia a intravedersi, ma rimane salda lì, per reggere all’impeto delle arrampicate di Alisea e di Elan Gabriele.

Raccogliamo le erbe aromatiche e torniamo in cucina per preparare gli gnocchi e i porcini. Le ricette sono di nonna Gisella: prima che gli gnocchi vengano fotografati, senza che Roberto se ne accorga, lesta controlla che siano venuti bene, della giusta consistenza. È tempo di andare al ristorante, come ogni giorno fa lo chef, un saluto a tutti e via al Crotto Valtellina, dove ci accoglie suo papà Leonardo. È proprio lui che ha creduto in Roberto fin da subito, da quando, chiedendogli di sostituirlo in «cooking show», ha decretato il suo successo, anche televisivo. Siamo in un luogo magico dove la potenza della natura e della mano dell’uomo si intrecciano: al riparo di una cava di arenaria nel 1905 i contadini cercavano il conforto del fresco e di un bicchiere di vino. Questo ristoro, fatto di preparazioni piene di estro e di raffinatezza, che però affondano le radici nella tradizione, non è mai venuto meno. Anzi, si è moltiplicato, grazie alle ricette e all’attitudine sempre accogliente di Roberto e alla capacità della sua brigata di essere anche un po’ famiglia.

Le due ricette dello chef Roberto Valbuzzi

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