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Il cioccolato «da meditazione». Purché a digiuno

La Cucina Italiana

Guida al cioccolato

Il «millesimato»

Sempre in attinenza al mondo del vino, nella degustazione del cioccolato bisogna tenere conto che anche i migliori coccolati vanno ad annate: ecco che nascono i «millesimati», quelli i cui semi provengono da un unico appezzamento. In sostanza, sono delle edizioni limitate, che escono di anno in anno. «Noi a tale proposito abbiamo lanciato il Blanco de Criollo: molto selvaggio e aromatico, è per intenditori. Per prepararlo serve esperienza in quanto il suo gusto va un po’ addosmesticato», spiega Luca.

Cru mono-origine o blend?

«In una degustazione si può optare per un mono origine, ovvero fatto con cacao tutto della stessa zona per coglierne il carattere, oppure attraverso l’assaggio, più rotondo, facile ed equilibrato di un blend, ovvero di una tavoletta ottenuta da un mix di diversi cacao. Dipende da quello che ricerchiamo e quanto siamo amatori». 

Il nero 100%: sdoganato dagli chef stellati

Se proprio siete addicted della materia, provate il 100%: vero e proprio ingrediente gastronomico sdoganato dagli chef. Perfetto per produrre il gelato è sorprendente con la pasta ripiena e le carni rosse, persino con i carpacci di pesce. «Ha un sapore pieno quasi prepotente e molto amaro: per noi è stata una grande sfida dargli un equilibrio e renderlo appetibile anche per chi ha palati più delicati».

L’azienda storica: chi è Amedei

Nata 30 anni fa a Pontedera (Pisa), l’azienda, nata da un piccolo laboratorio artigianale, è un nome storico della cioccolateria italiana, divenuto famoso nel mondo: 150 i prodotti, 72 ore quelle di concaggio della materia prima, 85 i premi nazionali e  internazionali, 30 i Paesi, dalla Svezia a Hong Kong, dove è distribuita. Il focus: cioccolati pregiati prodotti dalle migliori piantagioni al mondo. Focalizzati sul fondente, producono tra l’altro anche un eccellente cioccolato al latte è 8 volte Tavoletta d’Oro, l’Oscar italiano del cioccolato, conferito ogni anno da La Compagnia del Cioccolato.

Mondo vino, come saperne di più con un semplice click

Mondo vino, come saperne di più con un semplice click

Mondo vino questo sconosciuto. A tutti è capitato di dover scegliere una bottiglia al ristorante o di doverla portarla a casa di amici. Ad altri di immaginarsi vignaioli in mezzo ai filari in collina ma non non sapere da che parte girarsi anche solo per cominciare; ad altri ancora di aver sentito parole quali “tannino” e “vino naturale” ma di ignorare totalmente il significato. Ebbene, l’immense opportunità del web oggi offrono la risposta a tutto. Dal videogame, che in modo intuitivo e dettagliato, accompagna l’aspirante vignaiolo nella scelta di macchinari, botti e tutto il necessario per avviare una cantina, al podcast che racconta con ironica precisione le curiosità sul vino, su come degustarlo e abbianrlo, alla app o ai tutorial su Youtube che insegnano a leggere un’etichetta o servire una bottiglia. E non in ultimo le masterclass sugli argomenti più impellenti del momento, ovvero sulla sostenibilità ambientale in vigna.

Il videogame

Non ha compiuto ancora un anno ma Hundred Days – Winemaking Simulator, il primo videogioco gestionale e simulativo è un progetto rivoluzionario sin dalle premesse. Realizzato dal team di sviluppo piemontese Broken Arms, Games Hundred Days permette il controllo completo della produzione di una cantina vinicola: di scegliere quali viti coltivare e come coltivarle e quando vendemmiare, di seguire l’intero processo di vinificazione e fare le scelte più adatte alla tipologia di vino che si vuole produrre o che il mercato richiede.I videogiocatori potranno infatti sperimentare la totale gestione di un’azienda, in ogni suo singolo passaggio: dalla selezione del tipo di vite al sistema di coltivazione, per poi passare alle delicate fasi di vinificazione e maturazione, fino ad arrivare alla vendemmia e in ultimo la vendita delle bottiglie. Anche il titolo del gioco è un chiaro riferimento alla vite, “Hundred Days”, in italiano 100 giorni, il tempo che trascorre dalla fioritura alla maturazione dell’uva. Il ciclo vitale della vite. 

Il Podcast

My name is Tannino, Ok, Il prezzo (del vino) è giusto, Miti e falsi miti del vino. Già leggendo i titoli di ogni puntata la voglia di ascoltarne ancora cresce di volta in volta. Per questo il podcast Deejay Wine Club è una case history di successo. Perché nessuno finora aveva mai pensato di parlare di vino con semplicità, ironia, spensieratezza e una buona dose di approfondimento e informazioni utili. E tutto solo audio. Deejay Wine Club è l’ultima, ma solo in termini di tempo, avventura della sommelier e creatrice digitale Adua Villa e del dj e vignaiolo Francesco Quarna, direttamente dalla cantina della radio, in via Massena a Milano. L’idea è quella di creare e diffondere una cultura del vino in stile Pop, divertente e mai troppo seria. Un dialogo a puntate, leggero e inclusivo che, attraverso curiosità, “storie di vite” e aneddoti permette all’ascoltatore di accrescere le proprie conoscenze relative al mondo del vino. Una serie che va oltre gli schemi, tra vini alternativi e nobili realtà, mode e marketing, sopravvalutati e sottovalutati del settore. La serie podcast Deejay Wine Club è prodotta da OnePodcast, la factory creativa di Radio Deejay, e può essere ascoltata sull’App OnePodcast, sull’app Radio Deejay, su Spotify, su Apple Podcast e su Amazon Music.

I video tutorial

Oltre 400 ore di video-corsi tra assaggi, interviste e degustazioni con i produttori, racconti di regioni vitivinicole e vitigni con una libreria in continuo aggiornamento per rendere il piacere del vino democratico. Dopo il successo riscontrato dal momento del lancio della piattaforma di e-learning sul vino, Tannico ha deciso di rendere gratuiti tutti i contenuti della Tannico Flying School attraverso il canale YouTube. Una serie di corsi adatti a tutti: sia a chi si avvicina per la prima volta al mondo del vino, ma anche a chi lo ama già da tempo e vuole approfondirne la conoscenza. I meno esperti possono imparare dai numerosi video tutorial su “Come servire un vino o Come orientarsi nella scelta del vino al ristorante e molti altri How-to per non temere alcun giudizio da parte degli esperti. Ma non solo, è possibile seguire intere playlist divise per categorie di vino, come Che cos’è il vino naturale o Gli spumanti da piscina. 

App

Comprare vino su internet è ormai una pratica quotidiana: soprattutto dopo il fatidico 2020… Tuttavia orientarsi tra le offerte non è un gioco da ragazzi, soprattutto per chi si affaccia per la prima volta al mondo del vino. L’enoteca online Etilika ha individuato cinque consigli per i suoi clienti utili per selezionare un vino e il servizio di qualità più adatto alle proprie esigenze. Un vademecum da consultare ogni volta che si mette un’etichetta nel carrello virtuale. 
1. Imparare a leggere l’etichetta: non c’è solo il nome del prodotto o del produttore, ma anche il grado alcolico, la provenienza delle uve, la denominazione di origine (DOC, DOCG, IGT) e, nel caso degli spumanti, l’indicazione della quantità di zucchero (Brut, Pas dosé ecc.).
2. Valutazione della fermentazione e dell’ affinamento, fasi e informazioni fondamentali che dovrebbero essere sempre esplicitate tra le specifiche del prodotto. L’affinamento in acciaio, in botte, in bottiglia.
3. Conoscere il tipo di uvaggio utilizzato, ovvero quali uve di diverse varietà vengono unite per realizzare un blend; come succede per il taglio bordolese, Cabernet Sauvignon e/o Franc, Merlot. 
4. Individuare l’abbinamento migliore, più difficile di quel si creda, anche perché si impara al terzo anno del corso da sommelier. La regola generale (bianco con pesce, rosso con carne) non vale sempre. 
5. L’ultimo consiglio è quello di leggere le recensioni online: aiuta nella scelta più consapevole in termini di apprezzamento del prodotto, dal packaging al prezzo, dalla spedizione al servizio clienti. 

Le masterclass

Dare spazio ai produttori e riconoscere il loro ruolo sociale, di presidio del territorio e di cura dell’ambiente. È questo l’obiettivo della prima edizione di Sana Slow Wine Fair, che dal 27 al 29 marzo ospiterà a Bologna Fiere 500 cantine espositrici per tre giorni di incontri, degustazioni e masterclass. L’evento, ideato da Slow Food prevede una serie di convegni online, dal 22 al 24 marzo, incentrati sulla sostenibilità ambientale, (per mostrare come il vino possa essere inteso come un potente alleato della transizione ecologica ed economica); sulla tutela del paesaggio (dal presidio del territorio da parte del viticultore presidiano zone marginali per evitare l’erosione dei suoli, si promuove lalla scelta di una viticoltura attenta e integrata contro cementificazione e monocultura; fino all’equità sociale nel lavoro in vigna e il ruolo sociale del vino. Il programma nel dettaglio è sul sito ufficiale. 

Bolgheri DiVino, la degustazione diffusa lunga 1 km

Bolgheri DiVino, la degustazione diffusa lunga 1 km

1 km di tavolo, 1.050 ospiti e 65 cantine, un riassunto in numeri di una delle serate più spettacolari di sempre. Questa è l’Italia nel suo massimo splendore

Cercavano in tanti il Sassicaia tra le quasi 200 etichette degustabili ieri sera prima della cena placé lungo il viale dei Cipressi tanto decantati da Giosuè Carducci a Bolgheri, nella provincia di Livorno, in Toscana. Anche se poi più scorrevano vini nei bicchieri più ci si rendeva conto di quanto fossero pazzeschi anche quelli dal nome meno celebre. Ma andiamo con ordine.

Siamo sulla celebre strada di Bolgheri, 5 km di cipressi e pura bellezza dove si è svolta la cena della prima edizione di Bolgheri DiVino, dopo un appuntamento pilota nel 2019. Le grandi famiglie del vino toscano, Antinori e Frescobaldi in testa, hanno organizzato una degustazione diffusa nel corso della giornata e a seguire la magnifica cena a cura di Guido Guidi Ricevimenti, un catering fiorentino che è riuscito a sfamare 1050 ospiti dai palati esigenti con una maestria francamente straordinaria.

Antipasto con mozzarella e zuppetta di pomodori, pasta con ragù chiaro, filetto e dolce, tutto alle giuste temperature con tempi e ritmo perfetti. Nel corso della cena i sommelier ci chiedevano di scegliere tra le tante etichette quale preferivamo degustare. E qui abbiamo scoperto tesori. Oltre alle meraviglie per cui Bolgheri è noto nel Mondo, Sassicaia, Ornellaia

Sono svettati per me il rosso Castello di Bolgheri suggerito dalla vicina di tavolo local doc e il bianco Pagus Camilla di Poggio al Tesoro. E poi certo, resta sempre un sogno bere Sassicaia.

Questa è l’Italia di oggi, questa è l’Italia del futuro.

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