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Gucci Garden: Karime Lopez e Martina Bonci, intervista doppia

La Cucina Italiana

MB: «Sono di origini umbre, ho sempre lavorato in Italia, ma ho avuto la possibilità di fare tanti viaggi di piacere per scoprire il resto del mondo. Ho fatto tesoro di questi viaggi e nelle mie ricette metto sempre qualche ricordo di quello che ho visto. Fin da bambina ho frequentato Firenze perché mio papà ha fatto l’università qui e quindi il legame è forte. La città è un museo a cielo aperto, un’emozione quotidiana che ti rapisce, come la luce che filtra adesso attraverso le vetrine, vedi che è magica?».

Qual è il vostro piatto tipico fiorentino preferito?

KL: «Senza dubbio la pappa al pomodoro. All’Osteria la serviamo come benvenuto dei nostri menù: un piccolo bignè farcito di pappa al pomodoro completato con una glassa al parmigiano».

MB: «La ribollita, con l’olio nuovo e il pane tostato».

Ribollita toscana

E quello del cuore?

KL: «Tacos, il profumo delle tortillas di mais mi manca molto».

MB: «Tagliatelle fatte in casa con il sugo di carne che mi ricordano le mie nonne».

Gucci Garden Karime Lopez e Martina Bonci intervista doppia
Tagliatelle con ragù alla bolognese

Le tagliatelle con ragù alla bolognese sono un gustoso primo piatto emiliano, grande classico della cucina di casa amato da tutti!

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Entrambe avete girato tanto, qual è il nostro piatto che meglio rappresenta la cucina italiana nel mondo?

KL: «Qualsiasi piatto di pasta, secca o fresca. Ma secondo me c’è una ricetta che meriterebbe di essere più conosciuta e apprezzata anche all’estero: le olive all’ascolana».

MB: «Penso che la pizza li batta tutti».

Che cosa non manca mai nella vostra dispensa?

KL: «Il formaggio».

MB: «La pasta, e nel mio mobile bar whisky, limone e zucchero».

Lavorate per un marchio che è emblema di eleganza e incanto. Qual è il vostro rapporto con la bellezza?

KL: «Lavorare per una maison come Gucci è emozionante, ti ispira in ogni momento, ti dà fiducia che quello che fai sarà motivo di gioia per qualcuno. La bellezza non è ferma, ogni giorno si evolve, ogni giorno è diversa, ogni giorno è una sorpresa: è sufficiente entrare in questo palazzo, ammirare la piazza, guardare una collezione di abiti per capire che in ogni cosa la si può coltivare. Non solo nei tessuti più pregiati, anche in un piatto di baccalà o in un drink».

Karime Lopez

SOFIE DELAUW

A Milano per un tè con… Gucci e Jimmy Choo

A Milano per un tè con... Gucci e Jimmy Choo

Il tè delle 5 con Jimmy Choo o quello al Circolo Gucci? Due indirizzi glam (per ora) nel Quadrilatero della Moda. Tra musica, fiori e deliziose mini bag, tutte da mordere

In principio fu Anne Mary Stanhope, dama di compagnia della regina Vittoria, che avviò nel 1841 una delle tradizioni della vecchia Inghilterra più amata al mondo: il tè delle 5 pm. In principio prevedeva che il tè, senza zucchero e con latte, venisse accompagnato da una torta morbida e da pane. Le cose evolsero e dopo il 1870, dai palazzi aristocratici l’usanza venne sdoganata a tutte le classi sociali col titolo di afternoon tea.

Tipica dei grandi alberghi, tra gli indirizzi cult londinesi la troviamo magistralmente servita al Brown’s Hotel di Londra, dove si recava la stessa regina Vittoria.

A Milano il trend evolve con una nota glamour in due indirizzi (temporanei) per questo autunno

Con la it-bag e il tacco 12: Jimmy Choo al Four Seasons Hotel

Per gli amanti dell’iconico marchio di scarpe e accessori americano, dal 14 ottobre al 4 novembre c’è il Jimmy Choo Tea Bar al Bar Stilla, ispirato alle creazioni del celebre brand di moda americano e ai suoi sandali a stiletto tanto amati dalle celebrities. L’iniziativa è dello storico Hotel Four Seasons di Milano che ogni giovedì, dalle 15 alle 18 propone un classico tè all’inglese in versione glam con un’alzatina carica di delizie dolci e salate coronata da modelli iconici di Jimmy Choo riprodotte in forma di piccole mono porzioni dolci: c’è la torta alla vaniglia Cloud, la Madeleine bag al cioccolato e la riproduzione della pump Saresa. Il tutto decorato con cristalli edibili e il monogramma JC. Il merito è dell’abilità del pastry chef Daniele Bonzi che offre anche una varietà di finger sandwich, tartellette alla frutta e una selezione di varietà di tè, champagne e un cocktail. Da provare, quello con il fiore di ibisscus, dal colore rosato e le scenografiche corolle essiccate nel flûte.

Daniele Bonzi, pastry chef Four Season Milano.
Daniele Bonzi, pastry chef Four Season Milano.

Al Circolo di Gucci tra musica e installazioni floreali

Spostandosi di poco, all’interno del magnifico Palazzo Gallarati Scotti in via Borgospesso, sempre nel cuore del Quadrilatero della Moda, ha inaugurato il primo Gucci Circolo, un «format esperienziale» temporaneo (fino a al termine di novembre) che arriverà presto anche a Londra e Berlino. All’interno anche una luminosa sala da tè luminosa e piena di verde e installazioni fiorite dove verrete serviti su poltrone e divanetti della linea Gucci Décor , staccando dalla vita frenetica di Milano. L’esperienza si articola in una serie di sale espositive da vivere come uno spazio narrativo attraverso i vari capitoli della collezione Aria, disegnata da Alessandro Michele e presentata ad aprile 2021. Si inizia da “Gucci 100” e, in un susseguirsi di allestimenti che riflettono ed esaltano l’unicità dell’estetica della Maison, termina con la presentazione di “The Hacker Project”.

L’esperienza prosegue nella listening lounge, ovvero una sala d’ascolto che celebra il profondo legame dello storico brand fiorentino con la musica. Al suo interno gli ospiti, circondati da espositori colmi di vinili, possono immergersi nei brani di alcuni degli amici della Casa: Harry Styles, Sir Elton John, Florence Welch, Achille Lauro e molti altri; inoltre possono scaricare una playlist realizzata in occasione dell’anniversario dei 100 anni della Maison, farsi una foto all’interno del photo booth che riproduce effetti ispirati alle fantasie della collezione 100 e divertirsi con i videogame di Gucci Arcade.

Continuando il percorso, si ha la possibilità di calcare la passerella della sfilata di Aria, riprodotta al centro della seconda sala, accompagnati da luci al neon, flash e macchine fotografiche, per poi ritrovarsi magicamente tra i profumi e i fiori di un giardino incantato.

Chissà se la regina Elisabetta approverebbe questo sgarro alle tradizioni. Di sicuro non si pecca di scarsa eleganza.

Jimmy Choo Four Seasons Milano.
Jimmy Choo Four Seasons Milano.

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