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4 Ristoranti: il miglior ristorante italiano di Lisbona

4 Ristoranti: il miglior ristorante italiano di Lisbona

Questa volta, nella nuova puntata di 4 Ristoranti di Alessandro Borghese, c’è il miglior ristorante italiano di Lisbona. Lo chef, col suo mitico van, dopo avere esplorato le proposte gastronomiche della Costa Azzurra e dell’Oltrepò Pavese, si è spinto fino alla capitale del Portogallo per andare alla scoperta dei locali italiani del centro città dove si può gustare una cucina tradizionale. Baccalà mantecato o bacalhau, sarde a beccafico o sardinhas, zuppa maritata o caldo verde?

Anche questa volta, ognuno dei quattro ristoratori ha invitato nel proprio locale i tre colleghi sfidanti e lo chef Alessandro Borghese: i commensali, dopo avere assaggiato le specialità del ristorante, hanno assegnato un punteggio da 0 a 10 a location, menu, servizio e conto, ma anche alla «quinta categoria», che è un piatto differente in ciascuna puntata. Tutti e quattro i concorrenti, infatti, si devono misurare con lo stesso piatto, il più rappresentativo del territorio, che viene assaggiato da tutti gli sfidanti, per un confronto ancora più puntuale. A Lisbona, questo piatto è il baccalà, che viene proposto in tantissime ricette differenti, rivisitato o preparato secondo tradizione.

Ad aggiudicarsi il titolo di miglior ristorante italiano di Lisbona è il Davvero, all’interno dell’Hotel Sublime Lisboa nel quartiere Amoreiras. Gli altri ristoranti in gara erano Makkà Restaurant, un locale romantico, dal design moderno e dal tocco vintage, nel quartiere Campo Pequeno, La Pasta Fresca, un autentico ristorante italiano nel quartiere Campo Pequeno, dove tutto è fatto a mano e Parao73 con Angelo, locale aperto di recente nel quartiere multiculturale di Arroios.

Il viaggio di Alessandro Borghese 4 Ristoranti continua nelle prossime settimane tra Ravenna, Sardegna, Gorizia e Lucca, poi ancora Monza e Mantova.

Intanto, andiamo a conoscere meglio i quattro locali di Lisbona che si sono sfidati per aggiudicarsi il titolo di miglior ristorante italiano di Lisbona, in equilibrio tra tradizione e contaminazione, e ricevere un contributo economico da investire nella propria attività.

Alessandro Borghese 4 Ristoranti: il miglior ristorante italiano della Costa Azzurra

Alessandro Borghese 4 Ristoranti: il miglior ristorante italiano della Costa Azzurra

Riparte dai colori mediterranei, dal mare cristallino e dalle atmosfere glamour della Costa Azzurra il viaggio di 4 Ristoranti. Questa volta, Alessandro Borghese, con il suo van, è andato alla ricerca del miglior ristorante italiano fra i tanti che sorgono su quel tratto di costa, famoso in tutto il mondo, che va da Mentone e Cassis e attraversa località iconiche come Saint Tropez, Nizza e Cannes.

Le regole di 4 Ristoranti sono sempre le stesse, tranne una: il piatto special non è più solo in valutazione di Alessandro Borghese, ma anche dei 4 ristoratori partecipanti. Tornando alla formula base del format tv, ciascuno dei quattro ristoratori in gara invita nel proprio locale gli altri tre pretendenti, accompagnati da chef Alessandro Borghese, che prima di sedersi a tavola ispeziona la cucina del locale per assicurarsi che tutti gli elevati standard della ristorazione vengano rispettati. La valutazione continua durante il pasto: i commensali assegnano un punteggio da zero a dieci ad accoglienza, servizio e preparazione. E valutano anche un piatto speciale, diverso di volta in volta, che in Costa Azzurra è stato la pasta allo scoglio, un simbolo della tradizione culinaria. Il giudizio di chef Borghese, però, viene svelato solamente alla fine.

Qual è miglior ristorante italiano della Costa Azzurra?

Nella prima puntata della nuova stagione di 4 Ristoranti, al primo posto si è classificato il Villa Marina Salvatore, a Villeneuve – Loubet, che si distingue per la freschezza suo ingredienti: il titolare, Salvatore, tratta personalmente con i pescatori della baia per ottenere il pesce migliore. Al secondo posto si è piazzato il ristorante Tina 33, che si trova in una delle vie più centrali di Cannes: l’orgoglio della titolare, la napoletana Tina, è proprio la sua pasta. Terzo classificato, Chez Vincent-Le Bord de Mer, ristorantino a bordo mare a Juan Les Pins, frazione balneare di Antibes. Vincent, il proprietario, ha origini calabresi e, per tutta la vita, si è dedicato alla ristorazione. Chiude la classifica il Diva Restaurant, situato nel porticciolo di Saint Jean Cap Ferrat: il titolare, Francesco, accoglie spesso vip in vacanza nel suo locale.

Il futuro del turismo italiano passa anche dalla cucina italiana

La Cucina Italiana

Il futuro del turismo italiano passa anche dalla cucina italiana, dal cibo e dalla cultura del cibo. Lo conferma il tredicesimo rapporto “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo”, presentato a Milano in occasione della 44ª Giornata Mondiale del Turismo. Un rapporto di Fondazione UniVerde e Noto Sondaggi che presenta una fotografia fedele del Paese oggi, e della visione che noi cittadini ne abbiamo.

I dati del rapporto

Per il 95% degli intervistati è essenziale puntare su prodotti made in Italy e piatti tipici per far crescere il comparto. Gli assaggi, le degustazioni nei luoghi di produzione, la conoscenza di produttori e dei loro prodotti, pranzi e cene in agriturismi e fattorie, oltre che ristoranti, sono diventati imprescindibili per chi chi viaggia oggi: il 50%, infatti, ormai associa il turismo al cibo e ai tour enogastronomici. Perché sono espressione di un territorio, di quel concetto di viaggio sostenibile – e cioè lento, rispettoso dei luoghi, delle tradizioni e di chi ci vive – diventato una necessità, oltre che un desiderio di viaggiatori sempre più consapevoli. Gli italiani infatti conoscono bene (87%) e hanno una buona considerazione (72%) del turismo sostenibile e per questo chiedono standard di sostenibilità sempre più elevati da parte delle strutture e contemporaneamente una maggiore promozione, da parte delle istituzioni, per i cibi e prodotti made in Italy.

Il futuro secondo l’Organizzazione mondiale del turismo

«Il turismo è un pilastro delle nostre economie, che svolge un ruolo centrale nelle nostre società e nelle nostre vite individuali e offre soluzioni ad alcune delle nostre maggiori sfide, tra cui l’emergenza climatica e l’urgente necessità di passare a economie più sostenibili» ha dichiarato Zurab Pololikashvili, segretario generale dell’Organizzazione mondiale del turismo intervenuto in videoconferenza nella sala gremita del Radisson Collection Hotel – Palazzo Touring Club Milan che ha ospitato la giornata organizzata dalla stessa Fondazione insieme al Touring Club Italiano.

La candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio Unesco come asset strategico

«Dal Rapporto emerge un sentimento diffuso che percepisce la grandissima occasione di sostenere la cultura del cibo che da sempre contraddistingue l’Italia e rende il nostro Paese crocevia di un Grand Tour anche enogastronomico unico», ha dichiarato Alfonso Pecoraro Scanio, presidente Fondazione UniVerde. «Ce lo conferma anche l’altissimo consenso per la candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio immateriale dell’Umanità (82%)», ha proseguito il presidente, che al tavolo dei relatori ha richiesto la presenza della promotrice della candidatura: Maddalena Fossati Dondero, direttrice delle riviste Condé Nast Traveller Italia e La Cucina Italiana. «La candidatura della Cucina Italiana e il possibile riconoscimento sancisce l’importanza culturale del cibo», ha dichiarato la direttrice. «Oggi» ha detto Maddalena Fossati Dondero, «si viene un Paese come il nostro per visitare i monumenti e le opere d’arte e per mangiare nei ristoranti dove si respirano le nostre tradizioni. Nel titolo della candidatura da me fortemente voluta e promossa in prima istanza c’è la parola sostenibilità perché non si può più prescindere dalla salvaguardia del Pianeta e dell’identità di chi si visita».

Sostenibilità, made in Italy, consapevolezza

Temi sui quali hanno insistito tutti gli altri relatori del convegno. Franco Iseppi, presidente Touring Club Italiano, ha sottolineato che «il turismo è per sua natura territoriale e continuerà a esserlo se, come sta avvenendo, alla centralità storica di coste, beni culturali e montagne si integreranno ancor meglio, a pari titolo, altre e diverse offerte come i beni enogastronomici, i prodotti del made in Italy, l’ambiente (con la sua eccezionale biodiversità), i cammini, i borghi, le industrie creative, gli eventi, le grandi feste di tradizione e religiose». Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato della Repubblica, ha sottolineato a sua volta che «il legame tra turismo e made in Italy agroalimentare ormai è sotto gli occhi di tutti. Il mercato sta cambiando molto rapidamente, sia nel campo dell’alimentazione che in quello turistico, e l’Italia ha tutte le carte in regola per essere protagonista a livello mondiale di questo cambiamento». A lui ha fatto eco Valentino Valentini, viceministro delle Imprese e del Made in Italy, evidenziando che «dove vi è una trasmissione diretta che non ha bisogno di mediazioni culturali. Ciò che rende unica la nostra cucina è la qualità dei suoi ingredienti e la sostenibilità è entrata anche nella maniera in cui coltiviamo e produciamo le nostre specialità». Per questo sta lavorando anche l’Organizzazione Mondiale del Turismo. Alessandra Priante, direttore Europa UN World Tourism Organization – UNWTO, ha infatti ricordato: «Il World Tourism Organization ha promosso il turismo per lo sviluppo rurale come elemento chiave della propria strategia per i prossimi anni».

Le best practice del turismo italiano

Nel corso del convegno sono state presentate due best practice di turismo made in Italy con gli interventi di Luca Valentini, direttore commerciale di MSC Crociere, che, tra gli altri, ha raccontato il progetto dell’azienda di raggiungere le zero emissioni entro il 2050. Altra best practice quella presentata da Giacomo Fasitta, chief sustainability officer e direttore tecnico di TH Resorts, esempio di sostenibilità ambientale e sociale con vari progetti di efficientamento energetico, inclusione, e riduzione degli sprechi nei suoi alberghi.

Il convegno

Al convegno, moderato da Tessa Gelisio (conduttrice e autrice televisiva, blogger), sono intervenuti anche Fabrizio Capaccioli (AD di Asacert – Assessment & Certification, ideatore del Protocollo di Certificazione ITA0039 e presidente Green Building Council Italia), Laura Buscarini (direttore CNA MILANO, funzionario CNA agroalimentare e CNA turismo e commercio), Maria Carmela Colaiacovo (presidente Confindustria Alberghi), Enrico Derflingher (presidente Euro-Toques International), Roberto Imperatrice (CEO Fedegroup), Stefano Scalera (capo dipartimento politiche competitive, qualità agroalimentare, pesca e ippica del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste); Stefano Mantella (responsabile unità di Missione per il PNRR del Ministero del Turismo); Mariaelena Rossi (direttrice marketing e promozione ENIT).

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