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A Bruxelles si fa la pizza napoletana…con l’acqua di Napoli!

La Cucina Italiana

Miracolo a Bruxelles. Per tutti gli amanti della pizza, roba da fondamentalisti veri: la pizza napoletana fatta…con l’acqua di Napoli.

L’eroe si chiama Bernardo D’Annolfo, l’indirizzo da segnarsi è quello di Educazione Napoletana. Con il nome del locale che è già tutto un progetto, chiarissimo. Tra virgolette “educare” le persone del posto a tutto il buono, a tutto il meglio e a tutto il gusto, dell’autentica napoletanità più verace. Con quest’ultima mossa che davvero non ha precedenti nel mondo.

«I miei impasti saranno fatti, ogni settimana, solo ed esclusivamente con l’acqua di Napoli», afferma fiero Bernardo mentre spacchetta la prima pedana arrivata dai piedi del Vesuvio fino al cuore della capitale d’Europa.

Un’iniziativa che cade giusto a metà tra scienza e cuore.

«Non sono certo uno scienziato», aggiunge, «ma dopo mesi di ricerche, e di consulenze di cui ci siamo avvalsi, abbiamo capito che il PH dell’acqua di Bruxelles è 6.2, mentre il PH dell’acqua di Napoli è 7.2. E, soprattutto, abbiamo capito che per fare una buona pizza napoletana serve un PH più alto di quello che c’è qui».

Ma, al di là della scienza, la vera ragione è quella del cuore. Fondata sul fascino di poter gustare, a migliaia di chilometri dal Centro Storico o dal Lungomare di Mergellina, una pizza straordinaria, inarrivabile, esattamente com’è straordinaria e inarrivabile una pizza fatta a Napoli. Dopo la farina e il lievito del Mulino Caputo, il “Mulino di Napoli” appunto, dopo i pomodori e la mozzarella, dunque, addirittura la formula dell’impasto, persino l’elemento essenziale dell’acqua.

L’acqua di cottura dei carciofi: un riciclo per il benessere

La Cucina Italiana

Nella cucina del riciclo, l’acqua di cottura dei carciofi è preziosa. 
Romano, campano, sardo, alla giudia, lesso, fritto, crudo, tra varietà e ricette possibili il carciofo è il fiore dell’inverno. Verde, sodo e prelibato, aiuta il nostro organismo con le sue proprietà depurative.

Lo “spazzino” carciofo

Il carciofo è un ortaggio “spazzino” perché stimola contemporaneamente le funzioni renali, epatiche e intestinali. Grazie alla cinarina (presente soprattutto nelle foglie), principio attivo che stimola la secrezione della bile e la diuresi. Purifica il sangue, soprattutto abbassando il colesterolo cattivo, ed è responsabile dello smaltimento delle tossine. Particolarmente indicato per chi soffre di disturbi gastrointestinali. Ma tutte queste proprietà possono in parte diminuire con la cottura dell’ortaggio. Ecco allora la soluzione: mai buttar via l’acqua di cottura dei carciofi.

Come usare l’acqua di cottura dei carciofi

Non dovreste mai buttare l’acqua di cottura poiché contiene tutti i principi attivi del vegetale. Questo liquido è molto ricco di sali minerali e si può bere a digiuno o utilizzare per rendere più gustose le vostre preparazioni. Può essere la base per una minestra di verdure, poiché garantisce un maggiore apporto di fibre. Oppure diventare il brodo per cuocere un risotto ai carciofi. Sebbene il gusto dell’acqua dei carciofi risulti molto amaro è il vero toccasana contro la debolezza determinata dai cambiamenti climatici dell’inverno. Con le foglie in infusione si può realizzare anche una tisana. Vediamo come renderla gustosa.

Una tisana depurativa ai carciofi

Che sarà mai quel gusto amaro rispetto ai tanti benefici? Una tisana ai carciofi è indicata per eliminare le tossine, sgonfiare la pancia e riattivare la circolazione sanguigna. Si può realizzare con le foglie esterne dei carciofi lasciandole in infusione per alcuni minuti. In questo caso il sapore risulta davvero amaro. Ma esistono alcuni piccoli segreti per rendere gradevole la vostra tisana. Per esempio aggiungere alcuni semini di finocchio, che tra l’altro hanno proprietà digestive, oppure in alternativa una radice di liquirizia, foglie di menta e di melissa. Dopo un’infusione di circa 15 minuti dovrete procedere al filtraggio. La tisana si può bere calda o nel corso della giornata. Due tazze al giorno, lontano dai pasti, aiutano ad eliminare ogni scoria dal nostro organismo.

Ricerche frequenti:

L’acqua del rubinetto dello chef Niederkofler

L'acqua del rubinetto dello chef Niederkofler

Nel suo ristorante AlpiNN, lo chef tristellato serve acqua del rubinetto filtrata, un progetto sostenibile in linea con la sua filosofia culinaria Cook the Mountain

Per lo chef altoatesino Norbert Niederkofler, insignito di tre stelle Michelin con il ristorante St. Hubertus e fondatore della filosofia culinaria Cook the Mountain, la sfida più grande del futuro è lacqua: «Rappresenta la risorsa più critica del nostro tempo», ha spiegato. «Dobbiamo quindi imparare a gestirla in modo differente per lasciare un mondo migliore alle generazioni future». E poiché l’idea di cucina dello chef è quella di promuovere buone pratiche che abbiano un impatto socio-economico positivo sull’intero pianeta utilizzando, ad esempio, le risorse locali e di stagione, con un’attenzione agli sprechi e al riutilizzo degli scarti, l’acqua servita al suo ristorante AlpiNN Food Space &Restaurant di Marebbe (Bz) è quella del rubinetto.

Acqua filtrata, amica dell’ambiente e solidale

Grazie al sistema di filtraggio dell’azienda BWT, il locale di Niederkofler da un anno ha abbandonato le bottiglie e lavora con un’acqua di qualità ottenuta dal rubinetto, neutra e priva di sostanze che ne alterano il gusto, ottimizzando l’uso di una risorsa prettamente locale e diminuendo notevolmente la produzione di rifiuti e le emissioni di CO 2 legate al trasporto. Non solo: una percentuale dei guadagni della vendita di ogni litro di acqua BWT da AlpiNN viene devoluta a istituzioni no-profit e a progetti come, ad esempio, eWater pay – iniziativa promossa da BWT in Gambia e altri paesi africani, volta a garantire delle fonti di acqua potabile.

niederkofler
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Aspettando Care’s

Il rinnovo della collaborazione tra lo chef e l’azienda per questo progetto “Bottle Free Zone” è stato annunciato lo scorso 20 gennaio proprio nello showroom di BWT, durante la conferenza stampa di presentazione della prossima edizione di CARE’S – The ethical Chef Days, che si svolgerà dal 26 al 29 marzo 2020 nei magici luoghi del comprensorio di Plan de Corones in Alto Adige, “casa” dello chef stellato. Quest’anno il tema sarà “CARE’s after CARE’s – Re-actions speaklouder than words” per promuovere le buone pratiche, gli stili di vita per affrontare le problematiche del nostro tempo.

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