Tag: ricetta per

La tapenade: più che un pâté d’olive!

La tapenade: più che un pâté d'olive!

Una salsa provenzale, ottima come condimento per la pasta, per accompagnare carni, verdure e formaggi, ma anche su bruschette e tartine

Se diciamo Francia, cosa vi viene in mente? Di sicuro Parigi con la Torre Eiffel, ma anche le infinite distese di campi di lavanda che caratterizzano la regione della Provenza. Ecco proprio da lì, proviene una delle salse più gustose che c’è: la tapenade, un composto a base di olive, capperi e acciughe, da accompagnare a secondi piatti a base di carne, a verdure e formaggi, ma anche da utilizzare come sugo sulla pasta o da spalmare sulle tartine o sulle bruschette.
Nella nostra gallery, troverete qualche curiosità sulla tapenade, mentre di seguito potrete leggere la ricetta tradizionale e alcune sue varianti.

La ricetta della tapenade

Ingredienti

Per ottenere circa mezzo kg di prodotto, procuratevi:

250 g di olive nere denocciolate
50 g di capperi sottaceto
20 g di acciughe sott’olio
olio evo
aglio

Procedimento

Per prima cosa, risciacquate capperi e acciughe sotto l’acqua corrente per dissalarli, poi asciugateli con della carta da cucina. Procuratevi un mortaio, riponetevi tutti gli ingredienti e lavorateli con il pestello, fino a ridurli a una poltiglia. Aggiungete l’olio a filo, poco a poco, in modo da addensarla e renderla cremosa. Se non avete il mortaio, potete sminuzzare tutti gli ingredienti, tagliandoli finemente col coltello.

Le varianti della tapenade

C’è chi aggiunge alla tapenade del succo di limone, per dare quella nota acidula; chi invece, la condisce con delle erbe aromatiche di stagione; chi ancora la insaporisce con del vino: insomma, potete sbizzarrirvi con la fantasia. Ma la prima versione da provare resta sempre l’originale per gustarla in tutta la sua bontà.

Come si conserva la tapenade

La tapenade può essere conservata in frigo in un barattolo di vetro, coperto con abbondante olio evo fino all’orlo, almeno per una decina di giorni.

Il tiramisù Rosa del Deserto di Daniel Canzian

Il tiramisù Rosa del Deserto di Daniel Canzian

Sempre divertente ‘giocare’ sul dolce più amato dagli italiani. Lo fanno tutti i cuochi nel loro locale: Daniel Canzian ci suggerisce la versione ‘da casa’ del suo, arricchito da più elementi ma golosissimo come quello storico. E bellissimo da vedere

Non esiste cuoco – di un tristellato Michelin come di un’osteria di montagna – che non metta mano al tiramisù, il dolce italiano per eccellenza. Del resto, si discute – spesso polemicamente – sulle origini del piatto che negli anni 80 è diventato cult prima nei locali per entrare successivamente in tutte le case. E se la popolarità iniziale si deve a un ristorante di Treviso, Alle Beccherie dove all’inizio degli anni 70 era chiamato Tiramesù, ci sono testimonianze di dolci simili in Friuli-Venezia Giulia, persino antecedenti. Per non parlare del mare di leggende che lo tempificano nel Risorgimento o addirittura nel periodo dei Medici. Ma a noi importa poco: conta la golosità di un dolce al cucchiaio che stimola i cuochi a giocarci intorno. Noi abbiamo provocato Daniel Canzian – venetissimo – che ci ha regalato la ricetta di una versione fuori dal comune, realizzabile comunque a casa. «Niente da dire a chi ama la classica teglia, con la ricetta tramandata dalla nonna, da cui divorarlo a cucchiaiate… Ma considerando che il tempo non manca, è divertente testare la propria capacità giocando su un dolce intramontabile», spiega Canzian.

L’essenza della pasticceria

La Rosa del Deserto è uno dei dessert nella carta del ristorante che porta il nome dello chef  (in via Castelfidardo, angolo via San Marco, a Milano). Ma ovviamente Daniel ha rivisto la ricetta pensando a un buon appassionato, dotato delle apparecchiature base e del… piacere della precisione. Detto questo, è più complicata la teoria che la realizzazione. «Se in qualsiasi ricetta le dosi sono importanti, nella pasticceria ancora di più e non si riesce a rimediare all’errore», sottolinea Canzian. «E poi bisogna conoscere gli ingredienti. Il signor Marchesi diceva sempre che quando si raggiunge questo livello, non si può sbagliare. La tecnica è solo una conseguenza di questo sapere». Consiglio finale? «Restare concentrati, ma anche divertirsi, magari ascoltando della buona musica. E non avere fretta nei singoli passaggi: un piatto semplice nasconde insidie per chi ritiene che lo sia. Poi, è proprio il dettaglio che fa la differenza nella semplicità».

Ingredienti e procedimento

Per la lingua di gatto al caffè

500 g albume

500 g zucchero

500 g burro

500 g farina

8 g polvere di caffè

Rendere il burro in pomata, setacciare la farina e mescolare con la foglia in planetaria tutti gli ingredienti, quando si otterrà un impasto omogeneo aggiungere la polvere di caffè e mescolare ancora. Conservare un sac à poche con la possibilità di metterla in freezer. Formare le cialde con una spatolina a gomito – possibilmente su di un silpat – e cuocere in forno preriscaldato a 160° per 4-5 minuti. Sfornare e dare la forma con l’aiuto di stampi da babà di piccole dimensioni.

Crumble al grano saraceno

200 g farina grano saraceno

100 g farina debole

300 g farina mandorle

300 g burro

300 g zucchero

Miscelare le polveri.  Amalgamare il burro. Setacciare a maglia larga e dopo aver abbattuto e sgranato, Cuocere a 165° per 10 minuti.

Per la granita al caffè

1 lt caffè

150 g di zucchero

1 cucchiaio di caffè in polvere

Sciogliere lo zucchero nel caffè caldo e congelare per ottenere una granita.

Per la crema tiramisù

150 g zucchero

150 g tuorlo

500 g mascarpone

70 g zucchero

500 g panna

Montare il tuorlo a temperatura ambiente con il primo zucchero inserendo lo zucchero poco per volta: il composto deve triplicare.  Montare il mascarpone con il secondo zucchero. Unire i primi due composti e successivamente la panna montata. Inserire in una tasca da pasticciere.

Completamento del piatto

Posizionare la crema con una bocchetta a stella in due cialde, cospargere di crumble, cacao, granita al caffè e sovrapporre. ‘Sporcare’ con la crema il fondo del piatto e adagiarvi sopra il tiramisù per evitare che cada.

Proudly powered by WordPress