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Agriristoro a Milano, da T’imo pranzo aromatico in cascina

Agriristoro a Milano, da T'imo pranzo aromatico in cascina

Il primo agriristoro di Milano si chiama T’imo, si trova all’interno di Cascina Sant’Ambrogio ed è perfetto per un pranzo (aromatico) in compagnia degli amici

Tra l’Ortica e Forlanini, da qualche giorno è nato T’imo. Il primo agriristoro di Milano si trova all’interno della fattoria urbana di CasciNet, nel quartiere Cavriana. I palazzi a specchio in stile anni 80 rimangono sullo sfondo insieme al gasometro, simboli del passato di una città lontana dal centro, ma altamente produttiva, sotto i quali oggi invece dominano il verde e i rumori della campagna. Perché agriristoro non un bar o un ristorante? Perché è un posto dove non si va solo per mangiare, ma anche per ristorarsi, riposarsi, rilassarsi. E perché quello che si assaggia viene in parte prodotto nella Food Forest che circonda Cascina Sant’Ambrogio, soprattutto le erbe aromatiche, le stesse che risuonano nel nome.

Agriristoro in città perfetto per un pranzo con gli amici

Man mano che si “segue il sentiero”, si ha la sensazione di essere arrivati a casa di amici o di essere capitati nel bel mezzo di una festa contadina, di quelle che forse non si trovano più così facilmente neanche in campagna. Se vi sentite persi, fatevi guidare dalla musica. Se dovete decidere come andare, scegliete la bicicletta: il piacere di sedersi all’ombra di un fico sarà maggiore. Se siete amanti dello yoga, programmate la vostra visita in concomitanza con una delle tante attività che popolano il calendario estivo. Se ricongiungervi con degli amici che non vedete da tanto tempo questo è il posto ideale per una bella tavolata.

Cos’è una Food Forest (e perché è importante saperlo)?

Se vi siete chiesti cos’è una Food Forest, la risposta è più semplice di quanto si possa immaginare: si tratta di un ecosistema di alberi, arbusti da piccoli frutti, erbe officinali, acqua, api, insetti, piccole strutture realizzate con materiali naturali. Un bosco sviluppato seguendo i principi della permacultura che i ragazzi di CasciNet hanno scelto come opzione per rigenerare uno spazio semi-abbandonato della città.

Agriristoro, per CasciNet T’imo punto d’arrivo e non di partenza

CasciNet nasce infatti come associazione senza scopo di lucro per generare un ambiente in cui cultura, comunità e agricoltura siano in sinergia. Al fianco dell’associazione è stata poi costituita anche la Società agricola di Impresa Sociale. L’agriristoro è l’esito di un percorso che non aveva come obiettivo l’inaugurazione di un locale, ma il desiderio di costruire per Milano un punto di incontro con profonde radici storiche (anche se può sembrare strano, Milano è sempre stata una città fortemente votata all’agricoltura e oggi è il secondo comune agricolo d’Italia dopo Roma). Le persone che ne fanno parte si stanno prendendo cura dell’edificio e del suo circondario da ormai diversi anni. Tra i vari progetti, oltre alla Food Forest e l’Agriristoro ci sono anche una community garden di ortisti, l’Asilo nel Bosco e un apiario condiviso.

T’imo in Cascina Sant’Ambrogio

Da monastero a cascina agricola, la Cascina Sant’Ambrogio ha una storia millenaria. Nel tempo ha ospitato monache e agricoltori, famiglie e migranti. Mai abbandonata, agli inizi del 2000 le attività agricole si erano interrotte e la cascina ha iniziato a soffrire la mancanza di energia nuova così, nel maggio 2012, dieci giovani milanesi, tra cui il nipote di uno storico abitante, hanno iniziato a ripulire ed aprire al pubblico gli spazi cascinali: l’aia, il porticato, l’ex fienile. Gli stessi dove oggi si può venire a pranzo all’ombra di alcune vele issate a mo’ di ombrelloni o delle fronde degli alberi (dalle 12.00 alle 14.30). Dalle 18 alle 22.30 è il momento dell’aperitivo, tranne il venerdì perché quello è il giorno della cena sociale (al momento, per evitare assembramenti, è sempre necessario prenotare).

Il pranzo aromatico è servito

Da T’imo il pranzo aromatico è fatto con ingredienti stagionali e valorizzati dalla selezione di odori che arrivano direttamente dall’orto: santoreggia, santolina, levistico, timo arancio, dragoncello e tante altre. A comporre i piatti sarete voi, scegliendo un carboidrato (riso Carnaroli Classico della Cascina Battivacco), due verdure di stagione, e due proteine (c’è anche l’opzione vegetariana). All’aperitivo, insieme alla birra artigianale o ai cocktail si possono ordinare dei piattini misti con assaggi dell’orto e della fattoria oppure panini farciti fatti con un pane casereccio croccante fuori ma morbido dentro, perfetto per assorbire gli umori dei suoi ingredienti. A chi partecipa alla cena sociale (un “buon” modo per sostenere le attività di CasciNet) vengono proposti piatti vegetariani con verdure dell’azienda Agricola Vitalba o dei campi di Vettabbia coltivati direttamente dai soci. Per quanto riguarda le materie prime animali, ci tengono a far sapere che provengono esclusivamente da allevamenti etici.

Anna in Casa: ricette e non solo: Crème caramel di Anna

Anna in Casa: ricette e non solo: Crème caramel di Anna

Qualche giorno fa leggevo su una rivista una disquisizione sull’articolo da utilizzare con crème caramel. Il mio voto è andato a chi sosteneva che questo famoso dolce richiedesse l’uso dell’articolo femminile ma, discussione a parte, mi ha fatto venire voglia di prepararla.

La crème caramel è golosa magia. O almeno è così per me.

Per voi è una magia che richiede l’articolo “il” o l’articolo “la”?

Ingredienti

per la crema

500 ml di latte intero

125 g di zucchero

1/2 stecca di vaniglia bourbon o 

2 uova intere

4 tuorli

per il caramello

75 g di zucchero 

30 ml di acqua

1 cucchiaino di sciroppo di glucosio* (facoltativo)

Consigli

– il latte va portato a inizio ebollizione e NON deve bollire, o comprometterà il sapore della crema.

– per sbattere le uova con lo zucchero non utilizzare il frullino, non dobbiamo incorporare aria, perché proprio l’aria inglobata creerebbe le bollicine minuscole all’interno del composto finito).

– per la cottura al forno, foderare una teglia con un canovaccio, riempire per metà con acqua fredda

– quando si mette lo stampo nella teglia, l’acqua non deve andare a contatto con la crema, il livello non deve superare la metà dello stampo

– durante la cottura l’acqua non deve mai bollire e nel caso aggiungerne di fredda

– il tempo di cottura varia da forno a forno e da stampo a stampini: il mio crème caramel ha cotto a        150° per circa 1 ora e 1/2

– per controllare la cottura si può o inserire uno stecchino nella crema e se ne esce asciutto è pronta, oppure con il dito fare una leggera pressione sulla superficie, se è compatta ed elastica, la crema è cotta

– per il raffreddamento, togliere dal forno la teglia e non rimuovere lo stampo, ma lasciare da parte fino a quando l’acqua non è più calda. A questo punto potete togliere lo stampo e metterlo in frigorifero per due ore circa, in modo che si raffreddi completamente.

     

Procedimento

Iniziare con la preparazione del caramello versando l’acqua in una pentola di media grossezza, unire lo zucchero e lo sciroppo di glucosio.

Far caramellare a fiamma molto vivace senza mai rimescolare. Di tanto in tanto, pulire i bordi del pentolino con un pennello bagnato in modo da evitare che lo zucchero si attacchi alle pareti.

Lasciare caramellare fino a raggiungere il classico colore scuro.

Versare il caramello nello stampo facendolo ruotare in modo che lo zucchero rivesta completamente pareti e fondo.


Per preparare la crema, versare il latte e la vaniglia in una pentola e raggiunta l’ebollizione, togliere dalla fiamma.

In una terrina sbattere a mano le uova intere e i tuorli con lo zucchero.

Poco a poco, unire a filo e sempre mescolando, il latte caldo.

Versare la crema nello stampo, filtrandola attraverso un colino a maglie strette.

A questo punto potete decidere di cuocere la crema a bagnomaria  al forno o sul fornello.

Cottura al forno

Scaldare il forno a 150°C e foderare una teglia con un canovaccio e riempire fino a metà con acqua fredda. Poggiare lo stampo e cuocere seguendo i consigli prima scritti. 

Dopo il raffreddamento in frigorifero, sformare la crème caramel su un piatto da portata.

Cottura a bagnomaria sul fornello

In una pentola, che deve essere più grande dello stampo scelto, adagiare un canovaccio e aggiungere acqua fredda. Inserire lo stampo e iniziare la cottura, avendo cura di  non far mai bollire l’acqua.

Cuocere per circa 30 minuti o comunque fino a quando inserendo uno stecchino ne uscirà quasi asciutto.

Togliere lo stampo dal bagnomaria, far raffreddare a temperatura ambiente e poi in frigorifero per due ore, prima di sformare.

I pancakes di Gian Luca Forino: la ricetta

I pancakes di Gian Luca Forino: la ricetta

Una versione sia dolce che salata con #laricettadellochef (che in questo caso è pasticciere), con i consigli per un brunch all’aperto tutto a base di pancakes

Voglia di brunch in giardino o in terrazza? Si può fare tranquillamente un ottimo menu a tutto pancake con i consigli di Gian Luca Forino, pasticciere romano diventato famoso con il talent show Il più grande pasticciere, a cui partecipò quando era alla Portineria. Un bar pasticceria divenuto famoso fra le altre cose anche grazie all’appuntamento del brunch, che con i suoi squisiti pancakes attirava persone da tutta la città. «La ricetta è stata bilanciata per essere adatta sia a condimenti dolci che salati, tanto che uno dei nostri più grandi successi alla Portineria è stata la Pancakes week, in cui in menu si trovavano appunto solo pancakes in tutte le salse».

Forino ha qualche consiglio, a cominciare dalla cottura: «Tutti mi chiedono qual è il momento giusto per girarli e la risposta è semplice, appena iniziano a fare le bolle. È il momento di massima espansione del pancake». Poi il servizio, da mangiare caldi o freddi? «Nessuno dei due, la temperatura di servizio ideale è appena tiepida, specie se va in accompagnamento a panna o crema, dal momento che se il pancake fosse eccessivamente caldo finirebbe per sciogliere le creme». E in merito a uno degli accompagnamenti più adatti ai pancakes, lo sciroppo d’acero, Forino consiglia di fare molta attenzione all’etichetta: «Nonostante sia un prodotto comunque molto caro, spesso viene venduto per sciroppo d’acero quello che di fatto è un succedaneo al sapore di sciroppo d’acero, mentre naturalmente il migliore è quello fatto con vera linfa». Per fare un litro di sciroppo d’acero ci vogliono ben 40 litri di linfa di acero, che dà quel colore ambrato perfetto allo sciroppo. Il vero sciroppo d’acero, aggiunge Forino, fa anche bene alla salute: è un dolcificante naturale ricco di proprietà e sostanze benefiche per il nostro organismo.

Infine qualche idea di condimento per i pancakes: «Uno dei più richiesti della Portineria era quello salato con uova strapazzate, bacon e sciroppo d’acero; fra i salati era una combinazione riuscitissima anche quella con formaggio fresco spalmabile, erba cipollina e salmone affumicato». Sul versante dolce, invece, Forino consiglia di provare con crema pasticcera e panna (la ricetta di seguito, con aggiunta di frutta fresca per guarnire e rinfrescare il palato). Per chi ama i frutti di bosco un abbinamento top è anche con panna montata, confettura di mirtilli e mirtilli freschi.

Ricetta: Pancake con crema pasticciera, panna montata, frutta fresca e sciroppo d’acero

Ingredienti

200 g farina
180 g uova (3pz)
2 g sale
7 g lievito in polvere
240 g latte
30 g olio di semi
4 g bicarbonato
30 g zucchero

Mettere in una ciotola farina, lievito, bicarbonato e sale, miscelare con una frusta aggiungendo latte, tuorlo d’uovo e olio. A parte montare gli albumi, da aggiungere all’ultimo quando il precedente composto è già perfettamente amalgamato.

Cuocere su una padella antiaderente, leggermente unta, un mestolino di impasto. Quando inizia a fare le bolle sulla superficie e la parte si è cotta lo giriamo e cuociamo brevemente anche dall’altro lato.

Crema pasticcera

250 g latte
150 g zucchero
150 g tuorlo
150 g panna
10g amido di riso
10 g amido di mais
1/2 bacca di vaniglia

Bollire insieme latte, panna e bacca di vaniglia, a parte creare un pastello con tuorlo, zucchero, amidi e i semi della bacca. Versare i liquidi sul pastello e riportare sul fuoco. Cuocere fino all’addensamento degli amidi (86°).

Il servizio perfetto

Intervallare gli strati di di pancake con la crema pasticciera e la frutta fresca. In cima guarnire con panna montata, frutta fresca di stagione e inondare di sciroppo d’acero.

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