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4 Ristoranti: il miglior ristorante di Monza, qual è il più chic?

4 Ristoranti: il miglior ristorante di Monza, qual è il più chic?

Da teatro de I Promessi Sposi a sede dell’Autodromo Nazionale, eccellenza italiana dei motorsport, Monza è anche una delle aree più produttive d’Europa. È qui che 4 Ristoranti ha fatto tappa per la penultima volta. Ieri sera, il van dello chef Alessandro Borghese si è fermato nel cuore della Brianza, nella città delle mille anime, ricca di spazi verdi e di monumenti storici notevoli come il Duomo e la Reggia.

Alessandro Borghese è andato alla ricerca del miglior ristorante chic di Monza. Un’impresa non semplice, perché fra locali tradizionali che offrono risotti alla luganega, cassoeule e torte paesane, e ristoranti all’avanguardia che guardano all’innovazione, la proposta è ampia e di alto livello.

La sfida al risotto alla monzese

Quattro ristoratori hanno invitato a pranzo, ciascuno, i tre competitor e Alessandro Borghese: se lo chef si occupa anche dell’ispezione delle cucine, ognuno dei commensali (compreso lui) assegna un punteggio da 0 a 10 per la location, il menu, il servizio e il conto, e anche a un piatto particolare – che differisce in ogni puntata – tipico del territorio e proposto da tutti i locali in gara. Questa volta la sfida si giocava sul risotto alla monzese, preparato con la luganega, tipica salsiccia lombarda che viene aggiunta a pezzettini. Ci sono, però, diverse versioni della ricetta tradizionale, che ogni ristoratore custodisce gelosamente.

I locali in gara

A Monza, i quattro locali in gara erano Ristorante Mamíe di Maria Rosaria, Seta Monza di Giorgia, La cantina della monaca di Giordano e OrsoBRUNO di Matteo, che si è aggiudicato il primo posto. Nella gallery andiamo a conoscere meglio i ristoratori e le loro proposte.

Intanto, il viaggio gastronomico di Alessandro Borghese 4 Ristoranti, che ha già esplorato le proposte gastronomiche della Costa Azzurra, dell’Oltrepò Pavese, di Lisbona, del centro storico di Ravenna, dell’Ogliastra in Sardegna, di Gorizia e di Lucca, si prepara all’ultima tappa, che sarà quella di Mantova.

Chi è Debora Massari, figlia di Iginio Massari, ospite a MasterChef 13

La Cucina Italiana

La «famiglia reale» della pasticceria italiana – Iginio e sua figlia Debora Massari – e Joe Bastianich: sono loro gli illustri ospiti che, questa sera, festeggeranno la trecentesima puntata di MasterChef insieme ai tre giudici del programma e ai concorrenti. Per i cuochi amatoriali, è uno dei momenti più temuti: se il maestro dei maestri pasticcieri è da sempre l’ospite più atteso dal pubblico, i concorrenti conoscono bene il suo proverbiale rigore, e sanno che, con Iginio Massari (sta per arrivare una legge a suo nome) tra i giudici, l’asticella si alza inesorabilmente. La figlia Debora, però, con un post su Instagram, assicura di essere «molto più indulgente» del padre.

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Chi è Debora Massari

Classe 1975, mamma di due bambini, Debora Massari è una pastry chef specializzata nei lievitati. Dopo la maturità scientifica e la laurea in Scienze e Tecnologie alimentari (la sua tesi sperimentale verteva proprio sui lievitati), nel 2019 è diventata maestro pasticciere entrando nella prestigiosa Accademia dei maestri pasticcieri italiani. Dall’anno successivo ha cominciato a lavorare nell’azienda di famiglia, apportando innovazioni e idee lungimiranti e coraggiose. È a lei che si deve lo sviluppo del brand Iginio Massari e il lancio dell’e-commerce. Oggi è membro del consiglio d’amministrazione della Iginio Massari Srl e insegna alla 24Ore Business School. Nel luglio 2022, Forbes l’ha inserita nella classifica annuale delle 100 donne di maggior successo in Italia.

Su Instagram, Debora Massari ha quasi 500 mila follower. Attraverso i suoi social, racconta se stessa, la sua grande passione per la danza, la famiglia e gli amici, pubblica appetitose immagini delle sue creazioni e trasmette la sua idea (molto precisa) della pasticceria moderna: «Il dolce è trasgressione: è vero. L’importante è che sia un peccato di gola e non per la gola. I nostri studi sono rivolti a dolci sempre più leggeri e sempre più belli. Il dolce può essere la fine di un pasto, e quindi l’ultimo ricordo, o un attimo isolato e quindi la scelta di una libidine fugace». Per la famiglia Massari, «un dolce è simbolo, è forma ed è contenuto: linee molto geometriche e sempre più pulite, esaltazione di profumi, esplosione di sapori, trascendenza di gusti aromatici. Questo ci sforziamo di ricercare, mai dimenticare che si crea per il prossimo». Da sempre a fianco del padre, partecipa con lui a esposizioni, convegni e trasmissioni televisive.

Donna sportiva, in forma smagliante, ha anche preso posizione contro chi l’ha criticata per la magrezza: «È un argomento su cui le persone sembrano sentire il diritto di esprimersi ancor più che su un corpo in sovrappeso, dimenticando le buone lezioni date dalla Body Positivity. Essere magri implica per forza l’avere dei problemi di salute o, addirittura soffrire di disturbi alimentari? Il mio fisico è frutto della genetica e del duro lavoro in palestra. Così viene meno, ancora, la libertà di piacersi senza dover rendere conto ad altri del proprio aspetto e affrontare accuse ben più pesanti, legate ai disturbi alimentari e alla necessità di curarsi».

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