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Gianfranco Pascucci: un giardino di mare nei piatti

Gianfranco Pascucci: un giardino di mare nei piatti

Gianfranco Pascucci. Se Fellini avesse fatto un film su quel pezzo di litorale che amava moltissimo, lo avrebbe scelto come interprete. Occhi verdi come il suo mare, la statura e la muscolatura di un pescatore, i modi riservati e pacati di chi è abituato a dialogare con la natura. Gianfranco Pascucci ha tutto quello che serve per rappresentare il territorio magico e selvatico che dalle coste basse e sabbiose del litorale di Fiumicino si addentra nell’Oasi di Macchiagrande, 280 ettari coperti da pini marittimi, caprifogli, corbezzoli, eriche, lentischi, oggi custoditi dal WWF. Di cui Pascucci è ambasciatore. Una vocazione annunciata da quando, negli anni Ottanta, era un ragazzino che andava a raccogliere le telline sulla spiaggia e a trovare il nonno Pompeo nella storica trattoria Al Porticciolo a Fiumicino; poi era un viaggiatore goloso; poi un professionista bravo a far sentire a proprio agio i turisti in vacanza. E sempre c’era di mezzo il mare fino al colpo di fortuna dell’acquisto della locanda del nonno, che ha segnato il ritorno definitivo su quel litorale amatissimo, tra il canale, le reti e il porto. E l’inizio da orgoglioso autodidatta di uno stile inedito di cucina di pesce originale e indipendente. Adesso, accomodata nel luminoso ristorante punteggiato di citazioni azzurre, sono qui per assaggiarla.

Intervista a Gianfranco Pascucci

«Non la chiami cucina di pesce, la mia è cucina di mare».

Cioè?
«Il sapore del mare inizia dalla macchia, con le pigne cadute sul terreno salso, i germogli di rovo, il mirto, l’alloro. Man mano che ci si avvicina alla riva il colore e il sapore delle erbe cambiano: il rosmarino diventa più pungente, le bacche del lentisco più pepate, l’alloro più speziato. Spesso i miei piatti sono il risultato di una passeggiata nell’Oasi in compagnia del suo direttore Andrea Rinelli».

Però al limite della passeggiata arriva l’azzurro delle onde.
«Sì, ma il verde continua con le alghe, questo enorme forziere a nostra disposizione che non contrasta il gusto del pesce con note estranee acide o piccanti, ma lo esalta con una nota intensa di mare puro. I giapponesi lo chiamano umami. Perché usare il dado quando puoi mettere un’alga? Perché addensare con la farina quando puoi farlo con l’alga Mastocarpus che sa di scoglio? Oggi c’è un’ottima scelta di alghe disidratate. L’alga fagiolino, abbondante sulle coste bretoni, è ottima sciacquata e condita con olio e limone. E poi c’è il plancton, microalghe coltivate e liofilizzate, la mia scoperta più recente e affascinante. Un sapore intensissimo tra terra e mare».

Ricetta Arancina di riso con ragù di triglia e finocchietto selvatico

Ricetta Arancina di riso con ragù di triglia e finocchietto selvatico
  • PER IL RISO

    Step 1

    Tritate finemente la cipolla e fatela appassire in un tegame con poco olio, poi unite 1 litro di acqua, 20 g di sale e le bustine di zafferano. Mescolate per farlo sciogliere e portate al bollore. Versate nel tegame il riso e, mescolando, cuocetelo fino a completa evaporazione dell’acqua: ci vorranno 14-15 minuti.

    Step 2

    Togliete dal fuoco, unite una macinata di pepe, il burro a pezzetti, mantecate mescolando delicatamente il riso, poi allargatelo in un vassoio per farlo raffreddare.

  • PER IL RAGÙ DI TRIGLIA

    Step 3

    Scaldate 2-3 cucchiai di olio in una casseruola, unite la cipolla e il finocchietto tritati e 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro; rosolate dolcemente, mescolando di tanto in tanto. Unite lo zafferano, i filetti di triglia, sale, pepe, uvetta e pinoli e completate la cottura in pochi minuti. Spegnete e lasciate raffreddare.

  • PER LA ZUPPA DI TRIGLIE

    Step 4

    Separate le teste dalle lische. Essiccate le lische delle triglie nel forno a 60 °C tenendole d’occhio perché non si brucino (ci vorranno 10-15 minuti), poi friggetele nell’olio caldo finché non saranno croccanti. Scolatele su carta da cucina.

    Step 5

    Scaldate 2-3 cucchiai di olio in una casseruola e rosolatevi lo spicchio di aglio senza buccia. Unite un bel ciuffo di prezzemolo tritato, la passata di pomodoro e, dopo pochi minuti di leggero bollore, aggiungete le teste delle triglie, cuocete brevemente, poi spegnete. Filtrate, aggiungete le lische fritte (tenete da parte la coda che vi servirà per decorare le arancine) e frullate tutto. Filtrate di nuovo attraverso un colino a maglia fine e salate generosamente (servirà a esaltare il sapore di fritto della zuppa).

  • PER IMPANARE

    Step 6

    Riempite uno stampino semisferico con il riso freddo, premendo bene; formate al centro un incavo e riempitelo di ragù di triglia.

    Step 7

    Sformate e modellate l’arancina chiudendola bene. Spennellatela con albume, cospargetela con la mollica tostata e accomodatela su una placca foderata di carta da forno.

    Step 8

    Ripetete le operazioni per formare le altre arancine e infornatele tutte nel forno già caldo a 200 °C per 10 minuti.

    Step 9

    Accomodate le arancine nei piatti, decoratele con la coda di triglia fritta e completatele versandovi intorno la zuppa tiepida.

    Ricetta: Pino Cuttaia, Foto: Claudio Tajoli, Styling: Beatrice Prada

  • Ricetta Linguine con crudo di gamberi

    Ricetta Linguine con crudo di gamberi

    Step 1

    Per la ricetta delle linguine con crudo di gamberi, sgusciate le code dei gamberi e pulitele, apritele a metà per il lungo e appoggiatele su un foglio di pellicola. Copritele con un altro foglio di pellicola e schiacciatele con un batticarne, ottenendo una sorta di carpaccio.

    Step 2

    Sgusciate i gamberi interi, eliminate le teste e conservate le codine (telson).

    Step 3

    Lessate le linguine in acqua bollente salata.

    Step 4

    Scaldate in una padella 4 cucchiai di olio con 1 spicchio di aglio tritato e i peperoncini privati dei semi e tagliati a pezzetti. Fate insaporire per 2 minuti, quindi aggiungete 2 cucchiai di granella di pistacchi.

    Step 5

    Scolate la pasta e saltatela in questo olio. Servitela con il carpaccio di gamberi e guarnitela con le code tenute intere.

    Step 6

    Abbinamento vino: per valorizzare il sapore dolce dei gamberi, serve un bianco minerale. Una piacevole scoperta è il Langhe Nascetta del Comune di Novello 2020 di Elvio Cogno: prodotto con un raro vitigno autoctono del Piemonte, è equilibrato, con incantevoli profumi di erbe aromatiche, frutta esotica e miele. 20 euro, elviocogno.com

    Ricetta: Emanuele Frigerio, Foto: Guido Barbagelata, Styling: Camilla Giacinti

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