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» Gamberi alla mediterranea – Ricetta Gamberi alla mediterranea di Misya

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Innanzitutto pulite i gamberi sgusciandoli completamente (qui la guida per scoprire come fare).

Tagliate il pancarrè a cubettini (come ho fatto io, o sbriciolate della mollica di pane).
Lavate i pomodorini, asciugateli e tagliateli a metà (o in 4 parti, se sono più grandini).
Accendere il forno a 180°.

Posizionate i gamberi sul fondo di una teglia rivestita di carta forno, conditeli con sale e pepe, quindi disponeteci sopra pomodorini (con la parte tagliata verso il basso), pinoli, mollica di pane e rosmarino.
Condite con un po’ di olio, quindi cuocete per circa 20 minuti in forno ventilato preriscaldato a 180°C.

I gamberi alla mediterranea sono pronti, aggiungete un po’ di rosmarino fresco e serviteli subito.

Base focaccia/pizza in padella con lievito di birra

Base focaccia/pizza in padella con lievito di birra

Quando mia mamma passa il fine settimana da noi il suo commento alla mia scelta dei programmi televisivi è sempre lo stesso: “ma tu guardi solo programmi di cucina?” . In realtà non è così, ma dato che lei arriva il venerdì e c’è Bake off e il sabato spesso guardo Food Network la sua conclusione è quella.

Ci accomuna solo la passione per i gialli, le serie televisive riguardanti crimini, investigazioni in generale e quelle riguardanti avvocati e processi. Ultimamente sta guardando su Amazon Prime la serie di The Good Wife, rigorosamente con i sottotitoli. Purtroppo non sempre riesce a stare al passo ma almeno si distrae.

L’altro pomeriggio, mentre mamma era impegnata in un episodio della serie, io mi sono riguardata la puntata registrata di Pane, olio e fantasia dove Enrica Della Martira proponeva le focacce in padella preparate con il lievito di birra. Ovvio che guardavo e impastavo e la sera abbiamo cenato con le focacce di Enrica, la burrata e i salumi.

Ingredienti per 4 focacce grandi

500 g di farina 0

300 ml di acqua a temperatura ambiente

6 g di lievito di birra fresco 

20 ml di olio d’oliva

10 g di sale

q.b. di olio per ungere la ciotola di lievitazione

Procedimento

Sciogliere il lievito nell’acqua in ricetta.

In una ciotola riunire tutta la farina e a poco a poco aggiungere l’acqua mescolata con il lievito, iniziando ad impastare con le mani.

In ultimo unire l’olio e il sale.

Versare il composto sulla spianatoia infarinata e continuare a lavorarlo con le mani fino ad avere un impasto liscio ed omogeneo. Formare una panetto e metterlo in una ciotola leggermente unta con olio d’oliva. Coprire con una cuffia o con pellicola trasparente e mettere a lievitare fino al raddoppio a temperatura ambiente.

A lievitazione avvenuta, capovolgere delicatamente l’impasto lievitato sulla spianatoia. Con le mani allargare l’impasto ad ottenere un rettangolo, da arrotolare su se stesso ad ottenere un rotolo.

Tagliare il rotolo ottenuto in quattro parti. Piegare ogni porzione prendendo i lembi estremi e portandoli verso il centro, formare un panino tondo. Fatti i quattro panini, uno ad uno stenderli con il mattarello sulla spianatoia leggermente infarinata, ad ottenere dei dischi sottili circa 1/2 cm.

Scaldare una padella antiaderente, prendere un disco di pasta, passarlo leggermente con le mani come fosse l’impasto della pizza, per assottigliarlo ancora un pochino.

Appoggiare la pasta nella padella calda e, quando si formano le bolle in superficie, con l’aiuto di una paletta girarlo. Fare attenzione che non si bruci in superficie, abbassare casomai la fiamma.

– Se le basi focaccia/pizza le utilizzate da farcire e infornare, state leggermente indietro con la cottura; caso contrario portatele a fine cottura.

– Una volta pronte, potete utilizzare le basi subito o aspettare che si raffreddino, impilarle separarle con un foglio di carta forno, conservare in un sacchetto per alimenti o avvolte nella pellicola e porle in freezer. Prima di consumarle, lasciarle scongelare a temperatura ambiente per una mezz’ora o poco più.

le Imperialine e i Perdigiorno di Gianni Rodari

le Imperialine e i Perdigiorno di Gianni Rodari

In occasione del centenario dalla nascita di Gianni Rodari, ecco i dolci che hanno creato in suo onore (e non solo)

Quando si giunge a Omegna, sulla cima del lago d’Orta, sembra di essere in una favola. Camminando per le sue vie, infatti, si susseguono profumi continui di dolci e biscotti che sfornano nelle varie pasticcerie, tra cui gli ultimi in onore di Gianni Rodari, in occasione del centenario dalla sua nascita, il 23 ottobre del 1920. E chissà se tutte le sue storie, dalla strada di cioccolato agli uomini di burro, hanno trovato ispirazione proprio qui, dalla geniale creatività dei pasticceri di Omegna o se, invece, sono loro a esser cresciuti a pane e Grammatica della fantasia.

Le Imperialine della Pasticceria Iraghi

Per gli omegnesi stessi il primo dolce simbolo della città sono senza dubbio le Imperialine. Presenti fin dal 1937, se oggi sono ancora tra noi è grazie a Marcello Daverio e alla sua Pasticceria Iraghi, che dopo averle scoperte è andato avanti a prepararle secondo la ricetta originale, tramandata solo oralmente. Le Imperialine sono dei piccoli biscotti (che ricordano vagamente le lingue di gatto) composti da due sottilissime sfoglie tonde, fatte con farina, burro, zucchero a velo e uova, unite poi tra di loro da una goccia di cioccolato che le distingue da tutte le altre; infine vengono confezionate ancora artigianalmente a mano, una a una. Nel tempo sono nate alcune imitazioni, da cui Marcello invita a diffidare, come è scritto chiaro e tondo tra le regole all’ingresso del locale. Per questo hanno deciso di depositare il marchio, in modo da essere gli unici sia a prepararle secondo l’antica ricetta segreta, sia a poterle chiamare così.

Imperialine
Imperialine.

Reginette, duchesse e damine

Ma questo non ha fermato l’inventiva dei pasticceri di Omegna. E si sa, agli omegnesi non manca di certo la fantasia! Così nel tempo sono nati anche altri biscotti e ogni pasticceria si è specializzata in una tipologia particolare: alla Pasticceria Zanardi, ad esempio, trovate le reginette, molto simili, ma con la crema di gianduia all’interno (e presente in quantità maggiore di una goccia); poi ci sono le duchesse o, ancora, le damine. E non è una favola di Gianni Rodari! Ma forse son tutti figli di quella sua inesauribile capacità e di arte unica di inventar storie, anzi in questo caso dolci, sempre con un’osservazione attenta e sensibile della realtà circostante. Tra questi, però, si differenziano gli ultimi ideati, quelli pensati e fatti proprio in onore dei cent’anni ormai trascorsi dalla sua nascita. Anche se Rodari resta uno scrittore, un poeta e un personaggio senza tempo.

I Perdigiorno di Gianni Rodari

Questa volta l’opera è della Pasticceria Jolly, situata proprio nel centro storico di Omegna, che in occasione del centenario ha voluto creare una ricetta del tutto nuova, un dolce dedicato solo ed esclusivamente a lui. Si tratta di piccoli biscottini a forma quadrata, preparati con farina di grano tenero, burro, zucchero, uova, latte, panna, limone, vaniglia e una granella croccante di nocciole. Si trovano sia sfusi che nella confezione speciale regalo. Il nome non dovrebbe lasciar dubbi: Giovannino Perdigiorno, infatti, è uno dei personaggi inventati da Rodari, protagonista del libro I viaggi di Giovannino Perdigiorno, una raccolta di quindici filastrocche, tra cui forse molti ricorderanno questa.

Giovannino Perdigiorno
ha perso il tram di mezzogiorno,
ha perso la voce, l’appetito,
ha perso la voglia di alzare un dito,
ha perso il turno, ha perso la quota,
ha perso la testa (ma era vuota),
ha perso le staffe, ha perso l’ombrello,
ha perso la chiave del cancello,
ha perso la foglia, ha perso la via:
tutto è perduto fuorché l’allegria!

 

Ricerche frequenti:

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