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Ricetta Zuppa con polpette di matzah

Ricetta Zuppa con polpette di matzah
  • 1 carcassa di pollo arrosto
  • 2 carote
  • 1 gambo di sedano
  • 1 cipolla
  • alloro
  • pepe nero
  • 90 g schmaltz (grasso di pollo). In alternativa, olio di vinaccioli
  • 90 g matzah (pane azzimo)
  • 3 uova grandi
  • sale
  • pepe

PER IL BRODO DI OSSI DI POLLO
Distribuite gli ossi di pollo in un tegame e arrostiteli in forno a 230 °C per 45‑50 minuti, finché non diventano di un colore dorato (non devono abbrustolirsi troppo né tanto meno annerirsi).
Raccogliete gli ossi ed eventuali resti di carne attorno a essi in una casseruola, coprite con 2-3 litri di acqua e accendete il fuoco. Prima che l’acqua inizi a bollire, eliminate con la schiumarola le impurità che si formano in superficie. Al levarsi del bollore, abbassate il fuoco e aggiungete 2 carote, 1 gambo di sedano, 1 cipolla, pepe nero e 1-2 foglie di alloro; lasciate sobbollire dolcemente per 2-3 ore.
Alla fine filtrate il brodo e rimettetelo nella pentola (ne dovrete ottenere 1,5 litri circa). Se sono rimasti pezzi di carne attaccati agli ossi, metteteli da parte per completare il brodo alla fine.
Niente sprechi, non buttate mai via gli ossi del pollo! Conservateli in freezer, e, quando ne avrete un quantitativo sufficiente, scongelateli, arrostiteli e usateli per il brodo.

PER LE POLPETTE DI MATZAH
Preparatele mentre cuoce il brodo. Frullate finemente il pane azzimo.
Con una forchetta, sbattete le uova con il grasso del pollo o con l’olio di vinaccioli, versatele sul pane, unite sale e pepe e mescolate il composto. Ponetelo in frigorifero per 45 minuti.
Formate poi, delicatamente, 16 piccole palline, compattandole con le mani. Nel frattempo portate il brodo a bollore.
Aggiungete le palline nel brodo e mettete il coperchio sulla pentola. Cuocetele dolcemente a fuoco basso per circa 30 minuti: raddoppieranno di volume. Trascorsi 20 minuti, aggiungete nel brodo verdure a piacimento: la tradizione prevede pezzi di carota e di sedano (la mamma di Jessica aggiunge anche pezzi di cavolo cinese). E non dimenticate la carne del pollo precedentemente messa da parte! Servite il brodo con le polpette, le verdure, i pezzetti di carne e guarnite con foglie di coriandolo a piacere.

Ricerche frequenti:

Mandorle, varietà e proprietà – La Cucina Italiana

Mandorle, varietà e proprietà - La Cucina Italiana

Raccolte tra agosto e settembre, quando hanno raggiunto la piena maturazione, sono uno degli ingredienti principe delle cucine del Mediterraneo. Combattono le rughe, sono utili contro il colesterolo e svolgono anche funzioni antitumorali

Combattono le rughe, sono utili contro il colesterolo, sono adatte alle donne in gravidanza e servono per prevenire l’osteoporosi: sono le mandorle. Forse l’unica vera controindicazione per questo straordinario seme è che non bisogna esagerare nel consumarlo. Per il resto è semplicemente uno degli ingredienti più usati nelle cucine tipiche del Mediterraneo, apporta una serie di insospettati benefici e soprattutto è buonissimo.

Mandorle fresche
Mandorle fresche.

Tempo di raccogliere le mandorle

Pur essendo originarie dell’Asia centrale, le mandorle si sono perfettamente adattate in Italia grazie al suo clima temperato e vengono raccolte nel periodo tra agosto e settembre quando hanno raggiunto la piena maturazione. La pianta del mandorlo infatti, dal nome scientifico di Amygdalus Communis, è caratterizzata da tre qualità diverse. La Sativa, che produce un seme dolce con un endocarpo duro, rappresenta la maggior parte delle specie coltivate perché il seme è commestibile e viene utilizzato in cucina sia quando è ancora fresco sia quando è secco per la preparazione di numerosi piatti, ma anche per la realizzazione di una tipica farina, e infine per l’estrazione di olio di mandorla. Una seconda qualità è l’Amara, che si contraddistingue per il suo seme molto amaro e non commestibile se non in seguito ad un difficile trattamento (sconsigliato) per la presenza della amigdalina che sviluppa l’acido cianidrico. Una terza varietà, la Fragilis, ha un seme dolce ed un endocarpo fragile. Se le qualità sono limitate a tre tipi, non si può dire la stessa cosa delle varietà per cui se ne contano oltre 20 in base alla produzione, al periodo di fioritura, alla percentuale di semi doppi (meno utili dal punto di vista commerciale), e alla provenienza geografica. Semplificando si può dire che la maggior parte della produzione nazionale italiana è legata territorialmente alla Puglia e alla Sicilia ma si tratta appunto di una semplificazione.

Le proprietà delle mandorle

Le mandorle hanno un alto valore nutritivo grazie alla presenza di proteine, vitamine (soprattutto B e E), grassi e sali minerali come il magnesio, il fosforo, il potassio e il ferro: in particolare per il 55% grassi, per il 25% proteine e per il 20% zuccheri. E nonostante non ci siano ancora studi scientifici esaustivi sui benefici delle mandorle, si ritiene che grazie alla presenza di polifenoli, antiossidanti naturali, sono capaci di rallentare l’invecchiamento in particolare combattendo le rughe. La presenza di fitosteroli e fibre aiuta contro il colesterolo. Ma, ed è forse una delle caratteristiche meno conosciute, le mandorle per il contenuto di acido folico sono adatte per le donne in gravidanza. Mentre per la ricchezza di minerali sono efficaci nei confronti dell’osteoporosi e grazie ad una piccola quantità di laetrile svolgono anche funzioni antitumorali. Un’altra caratteristica da non trascurare delle mandorle è che non contengono glutine quindi sono particolarmente ricercate nella preparazione degli alimenti da quanti soffrono di celiachia.
Mai però abusare delle mandorle: essendo costituite da grassi e zuccheri esagerare può portare ad accumulare qualche chilo di troppo. In generale non conviene superare le 8-10 mandorle al giorno.

Il latte, la farina e l’olio di mandorle

Il latte di mandorle è una delle bevande più diffuse tra i paesi del bacino del Mediterraneo. Grazie alle qualità di questo seme il latte di mandorla è una bevanda particolarmente energetica: si tratta di una sorta di sciroppo dolce che si ottiene dalla pasta di mandorle, servito allungato con acqua freschissima.
La farina di mandorle si ottiene dalle mandorle sgusciate e pelate. Spesso vengono macinate i semi che non possono essere facilmente commercializzati perché nella raccolta si sono spezzati. Comunque il vantaggio della farina di mandorle è che nel processo di sminuzzamento e riduzione in polvere non perde le sue capacità nutrienti e i suoi valori energetici così la farina è diventata un ottimo ingrediente per i prodotti da forno e dolciari. Mescolata allo zucchero questa farina consente di preparare la pasta di mandorle che viene utilizzata in particolare per decorare o rivestire le torte, ma è anche rinomata per la preparazione di un dolce tipico come gli amaretti. La farina di mandole con l’aggiunta di zucchero e acqua è alla base anche del marzapane, conosciuto anche come pasta reale.
L’olio di mandorle: le proprietà di questo frutto non si fermano sul versante alimentare ma continuano anche su quello estetico. L’olio ricavato da questo prezioso seme è infatti dotato di proprietà idratanti ed emolienti per cui utilissimo per la pelle secca ma anche contro le smagliature e infine grazie alla ricchezza di vitamine è considerato fondamentale per rinvigorire i capelli soprattutto quelli precocemente bianchi o colpiti dalla forfora.

Torta salata ai pomodorini: la quiche dell’estate

Torta salata ai pomodorini: la quiche dell'estate

In estate si ha voglia solo di piatti veloci e possibilmente, unici. Come la torta salata ai pomodorini, che unisce l’ortaggio principe dell’estate con una crema al formaggio

I pomodorini sono davvero l’ortaggio estivo per eccellenza. Se avete l’orto, sapete come riescano a moltiplicarsi alla velocità della luce; allo stesso modo, se li comprate al supermercato o dal fruttivendolo, è impossibile resistere e si finisce per acquistarne sempre in abbondanza. Quindi, che farne per non farli appassire?

La torta salata è sempre la risposta giusta per smaltire le eccedenze in frigo. Questa ai pomodorini, poi, è semplicissima da preparare ed è davvero una soluzione golosa per salvare la cena, quando non si ha troppa voglia di cucinare.

Qui sotto trovate la ricetta, nella gallery, invece, qualche consiglio per non sbagliare la cottura dei pomodorini e per conservare al meglio la torta salata.

Torta salata ai pomodorini: la ricetta

Ingredienti

Per questa torta salata vi occorrono: 1 rotolo di pasta brisée, 250 gr di ricotta vaccina, 100 gr di Emmenthal, 200 ml di panna da cucina, 2 uova, 50 gr di parmigiano grattugiato, 250 gr di pomodori ciliegino, semi di finocchio, timo, origano secco, olio evo, sale e pepe nero qb.

Procedimento

In una ciotola unite la ricotta, la panna, le uova, il parmigiano e l’Emmenthal tagliato grossolanamente. Mescolate vigorosamente, per ottenere un composto omogeneo. Ora foderate una teglia con la pasta brisée, bucherellandone il fondo con i rebbi della forchetta e avendo cura che la pasta sui bordi non si accartocci. Versate il composto cremoso e livellatelo. È il momento di preparare i pomodorini, tagliandoli a fettine. Disponeteli sulla farcia e spolverateli con semi di finocchio, timo e origano secco. Aggiungete un pizzico di sale, pepe e un filo d’olio evo. Preriscaldate il forno a 180° C e infornate la torta salata per circa 45 minuti. Servitela calda.

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