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Omini di pan brioche – Ricetta di Misya

Omini di pan brioche

Innanzitutto sciogliete il lievito nel latte tiepido.

Mettete le farine a fontana in una ciotola e unite al centro latte, zucchero, uovo e buccia di arancia.
Iniziate a impastare, poi unite anche sale e olio e lavorate fino ad ottenere un panetto elastico e omogeneo.

Coprite con pellicola per alimenti e lasciate lievitare in un posto caldo per almeno 2-3 ore o finché non sarà quasi triplicato di volume.

Riprendete l’impasto, sgonfiatelo con le mani sul piano di lavoro leggermente infarinato e stendetelo in una sfoglia abbastanza sottile (0,5-1 cm), quindi ricavate gli omini con una formina da 7-8 cm.

Disponete gli omini sulla teglia rivestita di carta forno, ben distanziati tra loro, e lasciateli lievitare per almeno 1 altra ora, quindi spennellateli con il tuorlo leggermente sbattuto e cuocete per 15-20 minuti o fino a doratura in forno statico preriscaldato a 180°C.

Sfornate e lasciate raffreddare, quindi spezzettate il cioccolato e scioglietelo in microonde o a bagnomaria.

Decorate a piacere gli omini con cioccolato fuso e granella di pistacchi.

Gli omini di pan brioche sono pronti, lasciate asciugare il cioccolato prima di servirli.

Ricetta Cioccolatini al caramello salato

Ricetta Cioccolatini al caramello salato

Step 1

Cuocete lo zucchero con 50 g di acqua in una casseruola dai bordi alti. Intanto, scaldate a parte la panna, senza arrivare al bollore.

Step 2

Quando lo zucchero avrà un colore biondo scuro, toglietelo dal fuoco e unitevi la panna: il forte calore la farà montare repentinamente (perciò serve una casseruola alta).

Step 3

Mescolate e fermate la cottura immergendo il fondo della pentola in un dito di acqua fredda.

Step 4

Trasferite il caramello in una ciotola e aggiungete una presa di sale.

Step 5

Su un bagnomaria bollente, ma fuori del fuoco, fondete il cioccolato a pezzi.

Step 6

Mescolate con una spatola in silicone fino a completo scioglimento.

Step 7

Quando avrà raggiunto 45‑50 °C toglietelo dal bagnomaria, asciugate la ciotola con attenzione e mescolate fino alla fusione completa. Quindi incorporate 60 g di cioccolato tritato e fatelo sciogliere.

Step 8

Unite 2⁄3 del cioccolato in tavoletta e mescolate finché il composto non raggiungerà 31‑32 °C (se serve, unite un altro pezzo di cioccolato).

Step 9

Togliete i pezzi rimasti interi e versate il cioccolato in stampi di policarbonato o di silicone, riempiendo bene tutte le cavità.

Step 10

Battete gli stampi sul piano per eliminare eventuali bollicine di aria e capovolgeteli facendo colare il cioccolato su un vassoio. Spatolate la superficie degli stampi e lasciate riposare fino all’indurimento. Unite il cioccolato colato a quello rimasto e ponetelo su un bagnomaria a 38-40 °C.

Step 11

Raccogliete il caramello in una tasca da pasticciere e distribuitelo all’interno dei cioccolatini, fino a 2 mm sotto il bordo; battete gli stampi in modo che il caramello si assesti all’interno delle cavità.

Step 12

Quando il cioccolato sarà a 32 °C, versatelo sopra il caramello, colmando le cavità.

Step 13

Livellate con una spatola e lasciate riposare per 12 ore.

Step 14

Infine, capovolgete gli stampi, battendoli sul piano per fare uscire i cioccolatini.

Step 15

Ed ora sono pronti per essere gustati o regalati a una persona speciale, che sappia apprezzare questi deliziosi cioccolatini al caramello salato.

Roberto Valbuzzi: cosa si mangia a casa dello chef?

Roberto Valbuzzi: cosa si mangia a casa dello chef?

Alla scoperta di chef Roberto Valbuzzi. Cince, passeri e usignoli. Se ci si ferma e si presta attenzione, forse si riescono a distinguere anche le altre voci del bosco. Sono quelle che circondano in un continuo e garrulo concerto la casa del cuoco contadino Roberto Valbuzzi (volto noto del programma Cortesie per gli ospiti su Real Time) a Malnate, nel Varesotto, dove vive con la sua grande famiglia. Grande perché le generazioni che si alternano in un abbraccio collaborativo sono almeno tre, anzi quattro, da quando anche Alisea, la primogenita, ha iniziato a cucinare con il papà, ben assistita dalla mamma Eleonora Laurito. Il più piccolo della famiglia, Elan Gabriele, non ha ancora l’età per maneggiare i coltelli, ma nei travasi di riso e di farina di mais è imbattibile. È questa armonia il segreto dei piatti di Roberto, quelli che prepara ogni giorno per i suoi cari e quelli che si possono gustare al ristorante.

Prima di metterci ai fornelli per preparare due ricette di famiglia e poi raggiungere il suo Crotto Valtellina per scoprire i due piatti davvero speciali, facciamo un giro nell’orto, fonte primaria di verdura e frutta; è razionale e curato, studiato per seguire le giuste rotazioni e non impoverire il terreno, coltivando in consociazione le specie che meglio crescono le une accanto alle altre. Poco oltre si vedono il frutteto e la marroneta: una sedia di diverse decadi fa, di cemento decorato a mo’ di tronchi d’albero, è posizionata nel punto in cui la vista si perde verso l’orizzonte: è quella di Luciano, nonno di Roberto, che ha fatto il pastore e ha costruito tutte le case della famiglia, pietra dopo pietra, con la tecnica che aveva imparato dal suo, di nonno. L’anima di ferro della seggiola inizia a intravedersi, ma rimane salda lì, per reggere all’impeto delle arrampicate di Alisea e di Elan Gabriele.

Raccogliamo le erbe aromatiche e torniamo in cucina per preparare gli gnocchi e i porcini. Le ricette sono di nonna Gisella: prima che gli gnocchi vengano fotografati, senza che Roberto se ne accorga, lesta controlla che siano venuti bene, della giusta consistenza. È tempo di andare al ristorante, come ogni giorno fa lo chef, un saluto a tutti e via al Crotto Valtellina, dove ci accoglie suo papà Leonardo. È proprio lui che ha creduto in Roberto fin da subito, da quando, chiedendogli di sostituirlo in «cooking show», ha decretato il suo successo, anche televisivo. Siamo in un luogo magico dove la potenza della natura e della mano dell’uomo si intrecciano: al riparo di una cava di arenaria nel 1905 i contadini cercavano il conforto del fresco e di un bicchiere di vino. Questo ristoro, fatto di preparazioni piene di estro e di raffinatezza, che però affondano le radici nella tradizione, non è mai venuto meno. Anzi, si è moltiplicato, grazie alle ricette e all’attitudine sempre accogliente di Roberto e alla capacità della sua brigata di essere anche un po’ famiglia.

Le due ricette dello chef Roberto Valbuzzi

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