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Ricetta Orata in crosta di finocchietto e limone

Ricetta Orata in crosta di finocchietto e limone
  • 2 Kg sale grosso
  • 800 g 2 orate già eviscerate
  • 500 g sale fino
  • 2 albumi
  • 1 limone
  • vino bianco
  • finocchietto
  • aglio
  • prezzemolo
  • olio extravergine di oliva

Per preparare l’orata in crosta di finocchietto e limone, imbottite il ventre dei due pesci con 1 spicchio di aglio e un rametto di prezzemolo.
Frullate finemente in un mixer un mazzetto di prezzemolo e uno di finocchietto, unite metà del sale fino e continuate a frullare. Montate a neve gli albumi.
Mescolate il sale grosso con il sale fino rimasto e poi con quello alle erbe. Amalgamate bene con le mani.
Incorporate quindi gli albumi montati, 2 cucchiai di vino bianco e la scorza grattugiata del limone.
Stendete uno strato di sale spesso 1 cm in una placca da forno foderata di carta da forno. Adagiatevi un pesce e copritelo con una strato di sale. Date alla crosta di sale la forma del pesce lasciando fuori la coda. Ripetete l’operazione per il secondo pesce.
Cuocete nel forno ventilato a 180 °C per 40-45 minuti.
Sfornate, quindi con un piccolo martello rompete la crosta partendo dal centro.
Sfilettate il pesce e conditelo con poco olio ed erbe aromatiche tritate a piacere.

Aebleskivers: i pancake balls danesi

Aebleskivers: i pancake balls danesi

Si chiamano Aebleskivers e sono i famosissimi pancake danesi. Forse non sapevate si chiamassero così, ma li avrete sicuramente visti qualche volta.
Sono diversi da quelli classici prima di tutto per la forma e poi perché si preparano in una pentola di ghisa molto particolare.
Ve li raccontiamo per bene!

Pancake balls

I pancake danesi hanno una forma molto particolare perché sono sferici, infatti vengono chiamati anche Pancake balls.
Questo perché non sono cotti in padella antiaderente normale come i pancake classici, ma in una padella che presenta degli incavi all’interno nei quali va versato il composto.
Potete tranquillamente trovarla online o nei negozi specializzati in prodotti per la cucina e per la pasticceria.

La base

Il composto base di questi pancake si prepara con gli stessi ingredienti dei classici pancake, più qualche aggiunta.
Abbiamo quindi la farina, il bicarbonato e le uova, ma anche il latticello, il succo di arancia e degli aromi come il cardamomo che danno a questi dolci un gusto davvero unico e inconfondibile.

La ricetta dei pancakes danesi

Ingredienti

450 g di farina 00
400 ml di latticello
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaino di lievito o di bicarbonato
3 uova
un’arancia
olio di semi
cardamomo

Procedimento

Per prima cosa separate i tuorli dagli albumi.
Mescolate i tuorli con il succo di mezza arancia, il latticello e 3 cucchiai di olio.
A parte mescolate la farina con lo zucchero, il cardamomo, la scorza dell’arancia e il lievito.
Montate a neve gli albumi e poi unite gli ingredienti liquidi ai secchi e per ultimi i gli albumi.
Lasciate riposare per qualche minuto il composto e nel frattempo scaldate sui fornelli la padella dopo averla unta un po’.
Versate il composto negli incavi senza riempirli completamente e lasciate cuocere per tre minuti a fuoco medio-basso.
Poi con uno stuzzicadenti girate tutte le palline sull’altro lato e lasciate cuocere per altri due minuti.

Come servire i pancakes vegani

Gli Aebleskivers vanno mangiati caldi spolverizzati con abbondante zucchero a velo, ma possono essere accompagnati anche da una buona confettura di frutti rossi, come lamponi o ribes, perché il contrasto tra la dolcezza dell’impasto e l’acidità della frutta crea un incontro straordinario.

 

Una degustazione davvero straordinaria

Una degustazione davvero straordinaria
Santa Margherita
Santa Margherita
Santa Margherita
Santa Margherita

Dal Veneto alla Calabria, passando per la Lombardia, la Toscana, le Marche, la Puglia e la Sardegna, ci siamo ritrovati sulla piattaforma Zoom per un aperitivo virtuale che ha unito l’Italia in un brindisi didattico con quattro etichette di Santa Margherita Gruppo Vinicolo.

“Un bellissimo evento, un coinvolgente modo di far conoscere queste realtà produttive. Grazie all’ ottima organizzazione, abbiamo ricevuto in anticipo i vini in degustazione, per poi fare una piacevole chiacchierata magistralmente condotta dal brand ambassador di Santa Margherita Alberto Ugolini, dall’esperta giornalista enogastronomica de La Cucina Italiana Valentina Vercelli, e dal direttore de La Cucina Italiana Maddalena Fossati Dondero” ha commentato Francesco Innocente di Osimo (AN), uno dei fortunati lettori della nostra rivista che ha partecipato al tasting, condividendo poi sui nostri canali social commenti e ricette pensate in abbinamento ai vini con l’hashtag #saràstraordinario.

Degustazione Santa Margherita
Degustazione Santa Margherita
Degustazione Santa Margherita
Degustazione Santa Margherita
Degustazione Santa Margherita
Degustazione Santa Margherita

Una storia di famiglia che dura da 85 anni

Santa Margherita Gruppo Vinicolo è una storia italiana di passione e lavoro, valori e tradizione, nata nel 1935 dalla visione del conte Gaetano Marzotto, che credeva in un’agricoltura moderna, efficiente, fatta di uomini, natura e tecnologia insieme. Da quell’inizio visionario sono trascorsi 85 anni, ma i valori di riferimento sono rimasti immutati e hanno permesso a questo sogno di crescere fino a diventare una delle realtà del vino più importanti d’Italia. Un “mosaico enologico” guidato dalla terza generazione della famiglia, che raggruppa oggi dieci diverse tenute in alcune tra le più belle regioni italiane: dal Veneto Orientale alla Valle dell’Adige, dalle colline di Valdobbiadene e Refrontolo alla Franciacorta, dall’Alto Adige alla Lugana, dal Chianti Classico alla Maremma, dalla Sicilia alla Sardegna, i vini raccontano il territorio da cui provengono ai winelover di ben 94 Paesi nel mondo.

A ciascuna ricetta il suo vino

Ad aprire la degustazione online, contrassegnando il primo brindisi virtuale, è stato il Valdobbiadene Prosecco Superiore “52” Brut di Santa Margherita, una bollicina delicata e stuzzicante, perfetta per accompagnare gli sfizi dell’aperitivo e i piatti vegetariani. In redazione abbiamo pensato di proporlo in abbinamento alle mini sbrisolone al formaggio, mentre Beatrice Ortolani, in collegamento da Paderno d’Adda (LC), ci ha raccontato di averlo trovato sublime dopo aver aggiunto nel calice una pesca tagliata a pezzetti, due cubetti di ghiaccio e un paio di foglie di menta.

Siamo, quindi, passati all’Alto Adige Metodo Classico Brut di Kettmeir che, dopo quasi tre anni sui lieviti, ha rivelato nel bicchiere la sua eleganza e complessità. Per noi è sembrato da subito perfetto con i gamberi in crosta di spaghetti di riso, mentre Alessio Antompaoli di Massa lo sposerebbe anche con carni bianche e formaggi di media stagionatura.

A seguire, il Lugana Molin di Ca’ Maiol è stato giudicato all’unanimità di tutti i tester un bianco inaspettato, piacevolissimo per le sue note fresche e sapide, perfetto in abbinamento a un piatto di garganelli con spigola e zucchine, ma è molto invitante anche con la ricetta del risotto al Mojito consigliata da Riccardo Varlese di Verona, che, non a caso, di mestiere fa il cuoco.

Infine, è stato il momento del vino che ha vinto il podio delle preferenze di Viviana Cianciaruso di Mola di Bari (BA): il Carignano del Sulcis Riserva Buio Buio di Cantina Mesa, amato per i suoi profumi di mirto e di macchia mediterranea, per la sua struttura decisa, in equilibrio con una salinità che ricorda il mare di Sardegna. Per noi è imbattibile con il filetto di manzo cotto sulle mattonelle di sale aromatizzate con finocchietto, bacche di ginepro e menta.

 

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