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Ricetta Tagliatelle di farina di castagne con panna, guanciale e prugne

Ricetta Tagliatelle di farina di castagne con panna, guanciale e prugne

Le Tagliatelle di farina di castagne con panna, guanciale e prugne sono una ricetta creata per noi da Franco e Anna Cimini dell’Antica Osteria del Mirasole a San Giovanni in Persiceto (BO), un’istituzione da oltre trent’anni, appena premiata come seconda trattoria migliore d’Italia dalla guida 50 Top Italy.

Un primo piatto indimenticabile, preparato con la loro celeberrima panna di affioramento e il Parmigiano Reggiano Dop prodotto dalla famiglia di lei – i Caretti, casari da generazioni – che tra i vari premi ha appena vinto, nuovamente, il World Cheese Awards, per il quaranta mesi.

Scoprite la ricetta e provate anche: Spaghetti di castagne alla chitarra con zucca, salsiccia e porcini, Tagliatelle con panna e funghi misti.

Chicken donuts – Ricetta di Misya

Chicken donuts

Mettete in un mixer il petto di pollo a pezzi con cipolla e prezzemolo e frullate.

Tagliate il bacon a striscioline e poi a pezzetti.

Unite al pollo pangrattato e sale e amalgamate, quindi incorporate anche il bacon (e se volete il pepe).

Trasferite il composto sul piano da lavoro rivestito di carta forno, coprite con un secondo foglio di carta forno e schiacciate con un matterello fino ad ottenere una sfoglia non troppo sottile.

Ricavate dei cerchi con un coppapasta da 7-8 cm, poi con un’altra formina da 2-3 cm asportate il centro, in modo da ottenere delle ciambelle.

Sollevate delicatamente le ciambelle, una per volta, e passatele nel pangrattato.

Quando saranno tutte pronte friggetele in abbondante olio già caldo, facendole dorare da entrambi i lati, e scolatele poi su carta da cucina.

Le chicken donuts sono pronte, servitele belle calde.

I dolci di Carnevale italiani: tante ricette

I dolci di Carnevale italiani: tante ricette

Chiacchiere, castagnole, pignolata, cicerchiata: i dolci di Carnevale italiani sono tanti e variegati. oltre che tutti ovviamente buoni e golosissimi. Ma a scorrere le ricette, sorge spontanea una domanda: perché, a qualsiasi regione appartengano, sono tutti (o quasi) fritti?

Perché i dolci di Carnevale sono fritti?

Friggere è storicamente legato alla necessità di preparare velocemente i dolci per offrirli a quante più persone possibile e soprattutto a basso costo (un po’ le origini della pizza fritta). Ecco perché anche a Carnevale si frigge l’impossibile. Negli anni, lungo tutto lo Stivale, si sono radicate nella tradizione tantissime ricette di dolci fritti che allietano il periodo di Carnevale: croccanti, soffici, ripiene, fragranti con tanto zucchero e colori. Le feste in maschera si festeggiano così. Ma ciò che rende importante e unica la varietà delle ricette delle regioni italiane è l’innumerevole patrimonio di usanze che legano il Carnevale ai dolci. Qualche tempo fa ogni regione usava i prodotti locali, oggi le tradizioni si sono lasciate contaminare dalle esigenze di mercato.

I dolci di Carnevale tradizionali in tutta Italia

Assodato che i dolci tipici di Carnevale sono perlopiù fritti, le ricette per prepararli sono spesso diverse da regione a regione: a volte la stessa ricetta – con leggerissime varianti o addirittura uguale – prende anche un nome diverso secondo l’area geografica. Succede con le chiacchiere, prodotte in tutta Italia ma chiamate in Toscana cenci, sfrappole in Emilia, bugie in Liguria e in una parte del Piemonte, crostoli in Friuli, Trentino e in alcune zone del Veneto, frappe a Roma e galani a Venezia e Verona. E succede con le castagnole, altro dolce simbolo di Carnevale, diffuso in tutto il Paese, ma nato nell’Italia settentrionale, a Bordighera. Le frittelle dolci con un cuore soffice – dette anche favette o tortelli, sono così chiamate per la loro forma che ricorda vagamente quella di una castagna. Tra i dolci più tradizionali, rientrano anche altre le frittelle di mele, chiamate in Alto Adige Apfelkiechl, e realizzate con fette di mele spesse, rivestite da una pastella croccante.

I dolci di Carnevale del Nord Italia

Se in Lombardia la tradizione del Carnevale ambrosiano vuole che si friggano i làciàditt a base di mele, nel Mantovano si preparano i riccioli (in dialetto, risulèn) ovvero dei biscotti preparati con la farina di mais macinata molto sottile (fioretto), a cui si aggiunge burro, zucchero, strutto, tuorli d’uova e scorza di limone grattugiata. Dal lato opposto, nel Nord Est, a farla da padrone ci sono le le fritole veneziane, arricchite con uvetta e pinoli. E i krapfen dall’Alto Adige (oltre alle frittelle di mele) che qui vengono chiamati Faschingskrapfen, ossia “krapfen del Carnevale”.
In Piemonte è viva la tradizione dei farciò, frittelle del carnevale alessandrino che si differenziano dalle castagnole perché sono gonfie e vuote all’interno, e di dimensioni più importanti, che possono anche essere guarnite con crema pasticcera. Senza contare il fatto che qui le chiacchiere si chiamano bugie.

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