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Fermentazione casalinga: come fare il Kombucha (prima fermentazione)

Fermentazione casalinga: come fare il Kombucha (prima fermentazione)

Negli ultimi anni è diventato super popolare, tanto da spingere molte aziende a iniziare la produzione e vendita di tè fermentato. Stiamo parlando del Kombucha

Kombucha, il tè fermentato che da qualche anno spopola sui social.
C’è da dire che tra quelli che troviamo in commercio e quello prodotto a casa c’è una lieve differenza: quelli in vendita sono tutti abbastanza dolci e dal sapore leggermente meno acido rispetto ai Kombucha fatti in casa.
Iniziare a produrre Kombucha a casa non è per niente complicato e vi darà grandi soddisfazioni.

Come usare lo Scuby

Il Kombucha è, in sostanza, un tè zuccherato (solitamente si parte da un mix di tè verde e tè nero in foglie, preferibile alle bustine di tè già pronto) che viene fatto fermentare tramite uno Scoby (un disco di cellulosa), acronimo inglese che tradotto significa Comunità simbiotica di batteri e lieviti, Symbiotic Culture of Bacteria and Yeast.

Per iniziare a produrre tè fermentato in casa sarà necessario procurarsi uno o più Scoby.
Se avete amici che lo producono potrete chiedere uno Scoby in regalo. Oppure, in alternativa, ci sono molti gruppi su FB, siti di scambio e altri social network che prediligono la donazione di Scoby in cambio di una piccola offerta in denaro, importo che sarà devoluto in beneficenza.
Se non riuscite a trovare facilmente uno Scoby, è possibile acquistarne online di certificati biologici.

La qualità del tè è essenziale per produrre Kombucha. Qundi niente tè in bustine, che spesso rilasciano piccoli pezzi di carta o nylon durante l’infusione. Potrete acquistare dell’ottimo tè nei negozi di articoli biologici, in quelli che vendono spezie e sementi e anche in negozi online specializzati. Lo zucchero utilizzato solitamente è quello semolato.
Il Kombucha è abbastanza abitudinario e cambiare gli ingredienti non sempre è positivo: se iniziate a fermentare il tè con zucchero semolato continuate con quello. 
Dopo aver avviato le prime fermentazioni a aver fatto un po’ di esperienza nella preparazione, potrete anche sperimentare ricette diverse di Kombucha: con il Rooibos (anche detto tè rosso), con il Karkadè, con il caffè, oppure con il solo tè verde per produrre lo Yun. Queste ovviamente dovranno essere preparate con nuovi Scoby. Ricordate che ogni fermentazione deve avere il proprio Scoby e per nessuno motivo dovranno essere mescolati e utilizzati per altri usi.

Una volta iniziato a fermentare il tè, e a ogni nuova fermentazione, vi ritroverete con un nuovo Scoby: potrete usarlo per nuovi esperimenti oppure conservarlo in un vaso abbastanza capiente, solitamente chiamato Scoby hotel. Lo Scoby hotel dovrà sempre essere alimentato con del nuovo tè fermentato, per nutrire gli Scoby.
Avrete così a disposizione nuovi Scoby da regalare o da usare per altri esperimenti.

Kombucha

Ingredienti

Acqua naturale, ma non quella dell’acquedotto municipale (insomma, del rubinetto, per capirci) e nemmeno quella filtrata.

Dose per litro d’acqua
Tè verde 3 g + tè nero 2 grammi (non in bustine, deve essere di ottima qualità), per un totale di tè 5 g; zucchero semolato, se fine è meglio (non di canna, non integrale) da 60/70 g a 100 g; la percentuale di starter (Kombucha) è il 10% per litro, ma se ne può usare anche di più. Un po’ come per il lievito madre, a ogni rinfresco bisogna tenere da parte del tè fermentato per far partire la fermentazione.

Attrezzatura
Una pentola da 2-4 litri per far bollire l’acqua
, un recipiente di vetro/ceramica per far raffreddare (da 2-4 litri)
; un vaso molto capiente di vetro (le burnie o vasi da conserva sono perfetti) per almeno 2/4 litri di capienza; un termometro; una mussola di cotone o lino; un tovagliolo, o un fazzoletto puliti da mettere sopra al vaso; un elastico grande che dovrà essere fissato sul vaso.

Procedimento

Per iniziare si parte da 2 litri d’acqua: portare a bollore l’acqua fino a una temperatura di circa 80/85°; spegnere la fiamma, 
mettere il tè e lasciare in infusione per 10-15 minuti. Filtrare il tè con un setaccio, aggiungere lo zucchero e far sciogliere bene. Attendere fino a quando il tè raggiunge una temperatura di 20°, massimo 25°; si può usare un abbattitore di temperatura per accelerare il processo di raffreddamento. Trasferire il tè nel vaso di vetro, aggiungere lo starter di Kombucha e lo Scoby.
Ogni settimana si formerà un altro sottile strato di cellulosa, lieviti e batteri, un nuovo Scoby.
Il consiglio è di iniziare ad assaggiare ogni giorno il Kombucha, così da capire la sua evoluzione.
Il vaso di vetro dovrà stare a una temperatura tra 22° e 28°, ma non dovrà scendere sotto i 20° e non salire sopra i 30° quindi attenzione a dove lo si posiziona (sempre meglio non al sole, ma in un luogo della cucina che abbia sufficiente ombra).

Per toccare e spostare lo Scoby utilizzare sempre guanti di lattice. Le mani nude, anche se molto ben lavate, possono avere piccoli tagli, microbi/batteri sotto le unghie. C’è il rischio di contaminare il tè.
Si può iniziare a sperimentare la fermentazione continua con una vaso di vetro molto grande, fornito di rubinetto, così non sarà necessario spostare ogni volta lo Scoby; basterà aggiungere il tè zuccherato a ogni nuova fermentazione.

Susafa, il buono della Sicilia a casa tua

Susafa, il buono della Sicilia a casa tua

Direttamente dalla campagna siciliana una selezione di prodotti sani e sostenibili: pasta, farina, confettura, passata di pomodoro e olio extravergine. Per mangiare bene e diventare un vero modern farmer

A quasi un anno dallo scoppio dell’emergenza sanitaria è tempo di bilanci e riflessioni sullo stile di vita quotidiano. In questi ultimi mesi, trascorsi tra lockdown e distanziamento sociale, abbiamo preso maggiore consapevolezza sull’importanza di una alimentazione corretta e rispettosa dell’ambiente, del ciclo delle stagioni, degli animali e delle persone. Pertanto, meglio iniziare subito l’anno con i buoni propositi da mettere in atto, agevolati dall’abitudine ormai consolidata delle consegne a domicilio. Ecco una proposta, per mangiare bene, che arriva dalla Sicilia.

Diventare un modern farmer

Tra le colline del comprensorio madonita, nell’entroterra palermitano, esiste una virtuosa realtà contadina impegnata nella difesa dell’identità culturale di questo angolo incontaminato di campagna. Difficile definire con un’unica parola cosa sia Susafa: secondo la più autorevole stampa americana è un country boutique hotel (pluripremiato da Condé Nast per l’eccellente servizio di ospitalità) che nel 2020 ha dato avvio a un progetto di adozioni – un albero o un appezzamento di terreno – per ricevere direttamente a casa una selezione di prodotti della filiera corta, senza passaggi intermedi: «Si tratta di un’iniziativa di sostenibilità ambientale basata sul consumo alimentare che mira a creare una rete di modern farmer, ovvero consumatori virtuosi», afferma il patron Manfredi Rizzuto. «Vogliamo portare l’utente a cogliere il valore della natura e della terra, e vivere un’agricoltura sostenibile naturalmente inserita all’interno del ciclo delle stagioni».

Adottare un albero o un campo di grano

Aderire all’iniziativa è facilissimo, basta collegarsi all’apposita sezione dell’e-shop di Susafa per creare la propria dispensa: si può adottare una pianta (ulivo, ciliegio, pomodoro) oppure una porzione del vasto campo di grano che circonda la masseria. Ciascuna adozione ha un valore di €90 (più le spese di trasporto) e in base alla scelta arriveranno a domicilio barattoli con la buonissima confettura di ciliegia, lattine di olio extravergine d’oliva biologico, la salsa di pomodoro preparata come una volta, ben sei tipi di farine e la pasta in quattro diversi formati. «Tanti i motivi per cui conviene entrare a far parte della nostra filiera», spiega Manfredi Rizzuto. «Fra questi la garanzia di mangiare sano, il sostenere un modello di agricoltura non invasiva, conoscere i prodotti di stagione e mantenere viva l’antica cultura contadina».

Ospitalità secondo natura

Chi diventa modern farmer, oltre a ricevere a casa i prodotti di Susafa (spedizioni in tutta Italia), avrà a disposizione anche tutta una serie di vantaggi, come la possibilità di poter osservare da una webcam la crescita del proprio “cibo”, seguire i corsi di cucina online con le signore della brigata di cucina, scoprire quali piatti di stagione preparare grazie al ricettario del mese e, infine, avrà tutta una serie di sconti dedicati per gli acquisti online e i soggiorni nella tenuta. Per comprendere in pieno l’unicità di questo progetto, infatti, è fortemente consigliato un viaggio nel magico mondo di Susafa, testimonianza di una Sicilia inaspettata e al tempo stesso sorprendente, fuori dai soliti cliché delle spiagge affollate dal turismo di massa. Il merito è di Manfredi Rizzuto, giovane imprenditore che dopo anni trascorsi all’estero, tra Belgio e Canada, decide di far ritorno nella terra natia per restarci e valorizzare la centenaria azienda agricola di famiglia, all’insegna del motto: «Ospitalità secondo natura».

Ricerche frequenti:

Anna in Casa: ricette e non solo: Conservare le castagne

Anna in Casa: ricette e non solo: Conservare le castagne

Se come me siete ghiotti di castagne e le mangereste anche al picnic di ferragosto, questo è il consiglio giusto per voi. Chi apre il mio freezer da adesso fino a giugno, di più non resisto, troverà 3-4 sacchetti pieni di castagne.

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Prima di continuare vorrei regalarvi un consiglio che mi è stato dato dal fruttivendolo: quando comprate le castagne in stagione se non le consumate subito, potete conservarle in frigorifero. In questo modo rimarranno fresche per qualche giorno in più.

CONSERVARE LE CASTAGNE CRUDE

Per conservarle in congelatore metterle a mollo per qualche minuto, quelle che vengono a galla sono da scartare in quanto non buone per essere conservate. 

A questo punto, lavatele sotto l’acqua corrente e asciugarle bene. Con un coltellino fare una una incisione a croce sulla superficie e mano a mano mettetele direttamente in sacchetti idonei alla conservazione.

Riporre i sacchetti, privati il più possibile dell’aria e ben chiusi, nel congelatore.

Quando avrete voglia di consumarle, basterà metterle in uno strato unico sulla teglia foderata con carta forno, lasciarle scongelare a temperatura ambiente e successivamente cuocerle in forno caldo a 200 °C fino a completa cottura. 

Oppure potrete decidere di cuocerle in acqua fredda con una foglia di alloro.

CONSERVARE LE CASTAGNE COTTE

Come prima, mettere le castagne a mollo per qualche minuto, quelle che vengono a galla sono da scartare in quanto non buone per essere conservate. A questo punto, lavatele sotto l’acqua corrente e asciugarle bene

Con un coltellino fare sulla superficie una leggera incisione senza intaccare il frutto.

Potete bollire le castagne o arrostirle, a vostro piacere. 

Una volta cotte, sbucciarle e privarle anche della pellicina e mettetele direttamente in sacchetti idonei alla conservazione.

Così conservate dureranno in congelatore un po’ di mesi

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