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Pane leopardato – Ricetta di Misya

Pane leopardato

Innanzitutto mescolate in un pentolino sale, zucchero e maizena, quindi incorporate il latte, portate a ebollizione mescolando costantemente e lasciando addensare, poi togliete dal fuoco, incorporate il burro fino a farlo sciogliere del tutto e lasciate riposare per 30 minuti in una ciotola, coperto da pellicola a contatto per non farlo ossidare.


Versate il composto ormai quasi freddo nella ciotola della planetaria, unite la farina e il lievito spezzettato e impastate fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico.

Dividete l’impasto a metà, mettete una metà in una ciotola e coprite per lasciarla lievitare; dividete invece l’altro pezzo di impasto nuovamente a metà.

Mescolate 15 gr di cacao con 2 cucchiai di acqua e incorporateli in una delle 2 parti di impasto rimaste, lavorando brevemente.

Mescolate i restanti 5 gr di cacao con il restante cucchiaio di latte e incorporatelo all’ultimo pezzo di impasto.

Avrete ottenuto un impasto più chiaro e uno più scuro, metteteli in ciotole separate, coprite e lasciate lievitare i 3 impasti per almeno 2-3 ore o fino al raddoppio.

Riprendete i 3 impasti e, uno per volta, sgonfiateli con le mani e divideteli in 7 parti uguali: in foto ne vedete solo 2, ma dovete farlo con tutti e 3, ottenendo un totale di 21 palline di impasto.

Partite con una pallina di impasto marrone chiaro e rollatela sul piano di lavoro per sagomarla fino ad ottenere un cordoncino lungo quasi quanto lo stampo.

Prendete una pallina di impasto marrone scuro e stendetelo in un rettangolino molto lungo, disponeteci sopra il rotolino marrone chiaro e arrotolateci intorno il rettangolino, chiudendolo.

Prendete ora una pallina di impasto bianco, stendete in un rettangolo lungo e avvolgetelo intorno agli altri due.
Procedete nel medesimo modo con tutte le altre palline, arrivando ad ottenere 7 rotolini diversi, bianchi all’esterno.

Disponete tutti i rotolini dentro allo stampo rivestito di carta forno e lasciate lievitare nuovamente per almeno 2 ore o fino al raddoppio, quindi spennellate con latte e cuocete per circa 40 minuti in forno ventilato preriscaldato a 170°C.

Il pane leopardato è pronto, lasciatelo raffreddare completamente prima di tagliarlo a fette e gustarvelo.

Il caffè è un’emozione tutta italiana: lo prova la scienza

La Cucina Italiana

Il caffè non è solo una bevanda: dentro una tazzina ci sono emozioni, ricordi, sensazioni che raccontano di noi, e dell’Italia. Anzi, il caffè è associato all’italianità, alla casa, all’amore, alla famiglia. A dirlo ora è anche la scienza, grazie a una ricerca di Nespresso in collaborazione con AINEM – Associazione Italiana di Neuromarketing che ha analizzato le nostre reazioni al momento di bere il caffè, scoprendo un mondo che forse fino ad ora abbiamo dato per scontato.

Lo studio

La ricerca, supervisionata da Vincenzo Russo, membro del Comitato Scientifico di AINEM e Professore Ordinario di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing presso l’Università IULM, ha coinvolto 44 persone che – senza sapere di che caffè si trattasse, né il brand – hanno degustato alcuni caffè della linea Ispirazione Italiana di Nespresso. Linea che comprende sei referenze – Ristretto, Roma, Venezia, Livanto, Napoli, Kazaar e Arpeggio – che ripercorrono le diverse abitudini legate al caffè nel nostro Paese, di cui è testimonial l’attrice Miriam Leone.

Durante l’assaggio i partecipanti sono stati divisi in tre sottogruppi, ciascuno dei quali ha bevuto il caffè in contesti diversi: in presenza di stimoli associati all’italianità (come immagini di panorami iconici italiani), in presenza di stimoli slegati dall’italianità (come panoramici iconici di città straniere), in assenza di stimoli. Nel frattempo i ricercatori hanno esaminato le loro reazioni emotive e comportamentali tramite- rispettivamente – encefalogramma e un Implicit Association Test che testa i tempi di reazione cutanea e cardiaca a determinati stimoli. In un secondo momento gli scienziati hanno poi esaminato le reazioni razionali dei soggetti coinvolti nel test chiedendo loro di rispondere ad alcune domande per indagare il rapporto tra il caffè e i ricordi.

I risultati dello studio

In ciascuno dei sottogruppi i valori delle risposte emotive si sono rivelati estremante positivi: il caffè, cioè, ha evocato sensazioni di piacevolezza e di comfort. Non solo: in tutti i test i partecipanti hanno individuato un legame tra caffè e in Italia. Oltre a quelli che hanno bevuto il caffè in un contesto con richiami all’italianità (in cui i valori relativi all’associazione sono stati- ovviamente – più elevati), anche gli altri. Altro dato molto interessante riguarda i ricordi: dalle risposte ai questionari si evince che in tutti i partecipanti il caffè ha fatto tornare in mente immagini di calore familiare, di compagnia, di allegria, tipiche della dimensione italiana. Altra curiosità (tra le tante), il fatto che tra i caffè Nespresso assaggiati, la capsula della miscela “Ristretto” è stata quella più apprezzata dal campione esposto allo stimolo coerente con l’Italia, per il gusto particolarmente legato alla tradizione italiana.

I commenti dei ricercatori

«Lo studio ha mostrato un’ attivazione emozionale e mnemonica legata al caffè che prima non conoscevamo, oltre a uno stretto legame tra il caffè, l’Italia e l’italianità», dice il professor Russo. «Questo – prosegue – vuol dire che c’è una forte connessione tra il caffè, la memoria e le emozione: è come se il caffè avesse una valenza più simbolica che funzionale. È una bevanda legata agli affetti, alla famiglia, a tutto ciò che evoca valori tipicamente italiani».

«Questa ricerca realizzata con Nespresso nel campo del neuromarketing ha chiaramente delineato il ruolo strategico di tale disciplina nel comprendere e valutare l’impatto delle emozioni e dell’identità culturale sul comportamento dei consumatori. Lo studio ha rivelato come il semplice atto di bere una tazzina di caffè non sia solo un modo per soddisfare il palato, ma piuttosto un’esperienza ricca di emozioni, sempre intimamente connessa all’italianità», commenta Caterina Garofalo, Presidente dell’Associazione Italiana Neuromarketing – AINEM.

Cotolette di mele – Ricetta di Misya

Cotolette di mele

Innanzitutto lavate molto bene la mela quindi, senza sbucciarla, tagliatela a fette abbastanza sottili in senso orizzontale (tenete presente che andranno abbinate a 2 a 2, quindi cercate se possibile di ottenerne un numero pari), poi eliminate la parte centrale, quella del torsolo.

Tagliate il formaggio a tocchetti.

Iniziate ad assemblare: disponete una fetta di mela sul piano di lavoro, copritela con una fettina di speck, poggiate al centro un po’ di formaggio e avvolgetelo con lo speck, infine chiudete con una seconda fettina di mela.
Procedete così fino ad esaurimento degli ingredienti.

Sbattete le uova in un piatto e disponete il pangrattato in un altro piatto, quindi passate le cotolette di mele (da entrambi i lati) prima nell’uovo, poi nel pangrattato, cercando di ricoprirle interamente.

Ripassate nuovamente le cotolette nell’uovo e poi nel pangrattato, cercando di sigillare molto bene i bordi.

Infine friggetele in olio ben caldo, facendole dorare da entrambi i lati, e scolatele su carta da cucina.

Le cotolette di mele sono pronte, servitele calde o al massimo tiepide.

Ricerche frequenti:

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