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Anna in Casa: ricette e non solo: Cremina al caffè

Anna in Casa: ricette e non solo: Cremina al caffè

Qualche giorno fa ero al telefono con mi a cugina Anna, ebbene sì abbiamo stesso nome e cognome (ma questa è tutta un’altra storia) e lei stava preparando la cremina al caffè. 

Poi l’altro ieri sento armeggiare in cucina e anche mia figlia si stava preparando la cremina in questione. 

Ho interpretato questi due episodi come dei segnali e quindi caffè e zucchero alla mano mi sono messa all’opera e ora ne ho un barattolo pieno, per addolcire e gustare al meglio il mio caffè.

E’ semplicissima e veloce, ci vuole solo olio di gomito, come diceva mia nonna.

Ingredienti

1 cucchiaino di caffè per ogni tazzina 

2 cucchiaini di zucchero per ogni cucchiaino di caffè

Per esempio, se la caffettiera è da 2 caffè, preleverete 2 cucchiaini di caffè e aggiungerete 4 cucchiaini di zucchero.

Procedimento

In una tazzina versare 1 cucchiaino del primo caffè della moka, aggiungere 2 cucchiaini di zucchero e iniziare a mescolare energicamente fino a quando il composto diventa cremoso e di color marrone chiaro.

Versare la preparazione nella tazzina, aggiungere il caffè, mescolare fino a vedere la cremina e gustare.

Per averne in abbondanza io ho preparato un caffè con la cialda, un cucchiaino per volta l’ho versato in una scodella e vi ho aggiunto il doppio di zucchero dei cucchiaini contati con il caffè. Ho mescolato per un po’ fino ad avere la cremina pronta. 

La conservo in un barattolo di vetro così è sempre pronta all’uso.

La zuppa di pesce (italiana) come la fanno a NYC

La zuppa di pesce (italiana) come la fanno a NYC

L’idea da copiare… da un ristorante di Brooklyn. L’Antica Pesa di Francesco Panella prepara piatti tipicamente italiani, presentati in chiave gourmet. Ma facilissima da replicare

Negli anni novanta l’avrebbero chiamata “zuppa di pesce scomposta” perché gli ingredienti vengono cucinati separati, per essere assemblati nel piatto. Ma non per un vezzo estetico, bensì per lasciare al pesce io proprio sapore e la giusta consistenza e fare in modo che il pane non si sfaldi. La tradizione italiana è tutta nel piatto, ma avere una trattoria non significa per forza essere pressapochisti! In Italia pensiamo un po’ di sì, che casalingo sia sinonimo di tradizione e che tutto ciò sia servito con una mestolata sia necessariamente più buono. I fratelli Panella però, sia a Roma che a New York hanno dimostrato il contrario.

Il loro ristorante si chiama Antica Pesa ed è uno dei ristoranti storici della Capitale. Dal 1922 nel cuore di Trastevere, è gestito dalla famiglia Panella, che l’ha trasformata da osteria di quartiere a ristorante affermato in tutta la città. I Panella sono ora alla quarta generazioni, quella di Simone, in cucina, e di Francesco, i fratelli che hanno portato l’Antica Pesa sino a New York. Nel 2012 infatti hanno aperto a Brooklyn e nel 2019 Feroce, concept restaurant aperto dal mattino alla sera all’interno dell’hotel Moxy NYC Chelsea.

A Roma e New York il menu segue la grande tradizione romana: trippa alla romana, spaghetti cacio e pepe, saltimbocca e tutto il repertorio, con qualche piatto classico e qualcuno rivisitato in una chiave contemporanea nelle presentazioni e in qualche abbinamento. Si mangia orgogliosamente italiano e una cucina italiana di oggi. Come questa zuppa di gamberi, calamari, seppie e polpo servita con pane tostato e finita al tavolo con brodo di pomodorini e basilico.
Questo tradizionalmente verrebbe preparato cuocendo i pesci tutti insieme, ma per evidenziare il profilo aromatico individuale di ogni varietà di pesce, vengono cucinati singolarmente anziché insieme tutti nella stessa pentola. Ciò consente a ogni pesce di mantenere la consistenza e sapore.

Ecco la ricetta, direttamente dalla Grande Mela

Ingredienti per 4 persone

10 gamberi
1 branzino
1 polpo
5 calamari
5 seppie
10 ml di colatura di alici
1 kg di pomodoro San Marzano
1 cipolla
Basilico qb
vino bianco
fette di pane tostato

Procedimento

Prepara il brodo facendo cuocere pomodori, cipolla, basilico e vino bianco, lasciandoli sobbollire per almeno mezzora. Alla fine, aggiungi la colatura di alici.
Cuoci ogni pesce singolarmente nel brodo, in modo da rispettare i tempi di cottura di ogni pesce. Mano a mano, aggiungi i pezzi di pesce in una pentola separata e mantieni il brodo separato. Al momento di servire, posiziona un pezzo di pane tostato molto croccante, disponici sopra i pezzi di pesce cotti e versaci sopra il brodo.

Come fare il lievito madre partendo dallo yogurt

Come fare il lievito madre partendo dallo yogurt

In questa settimana tantissimi di voi ci stanno scrivendo della necessità di fare il lievito in casa perché quasi introvabile nei supermercati: ecco perché nella nostra diretta instagram ci stiamo proprio dedicando a questo tema, come fare il lievito madre in casa.

Lievito madre a partire dallo yogurt

Partiamo da una base acida, perché il ph acido permette la fermentazione e impedisce la formazione di altri agenti patogeni (muffe per esempio). Quindi partiamo dallo yogurt.
Yogurt bianco, naturale, senza zuccheri o aromi.
Ne prendiamo 2 cucchiai, a questo aggiungiamo 2 cucchiai di farina 0, mezzo cucchiaino di zucchero o miele. La consistenza deve essere quella di una pastella un po’ liquida, quindi se vi sembra troppo denso aggiungete un paio di cucchiai di acqua a temperatura ambiente. Mescolate bene.
Coprite la vostra ciotola con la pellicola trasparente, fate qualche buchino per permettere il passaggio di ossigeno e lasciate riposare.

Inizia così la fermentazione

Lasciate riposare a temperatura ambiente. Tra i 22 e i 25 gradi. Tenetelo riparato dagli sbalzi di temperatura, non vicino alle finestre, né ai caloriferi.
Quanti giorni ci vogliono per fermentare? Dipende ovviamente da diversi fattori, dallo yogurt usato, dalla farina, dalla temperatura. Diciamo che in circa 3/4 giorni dovreste avere la vostra madre. Ve ne accorgerete perché avrà diverse bolle che dimostrano la presenza di anidrite carbonica e quindi della fermentazione.

I rifreschi

A questo punto potreste già usare la vostra madre per preparare il pane. Come funziona?
Della madre che avete prendetene una parte per panificare mentre l’altra la tenete da rinfrescare. Cosa vuol dire rinfrescare? Vuol dire da “da mangiare” al vostro lievito, in modo che sia sempre “vivo”.
Come si fanno i rinfreschi?
Nella ciotola (o barattolo) dove state tenendo la madre lasciate 100 g di lievito madre, a questo aggiungete 100 g di farina, 50 g di acqua. Mescolate bene e avrete rifrescato.
Quello che vi “avanza” è il vostro lievito e potrete usarlo per fare il pane, la focaccia, la pizza: per 1 kg di farina utilizzeremo 110 g di lievito madre. La proporzione quindi è sempre lievito = 11% del peso della farina.

Ogni quanto rinfrescare?

Se panifico tutti i giorni il vostro lievito madre lo tenete fuori dal frigo e lo rinfrescherete tutti i giorni. Se volete panificare una volta a settimana dovrete tenerlo in frigorifero: quando vi servirà dovrete tirarlo fuori e avere l’accortezza di tenerlo fuori dal frigo 4-5 ore prima di fare il rinfresco a panificare.

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