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» Vinaigrette alla senape – Ricetta Vinaigrette alla senape di Misya

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La vinaigrette alla senape è una variante di uno dei più classici dei condimenti: la vinaigrette. Il principio di base è lo stesso, ovvero l’emulsione tra olio e aceto, ma in più si aggiunge per l’appunto la senape, col suo sapore pungente, perfetto per verdure e insalate, ma anche per piatti a base di carne. Anche in questo caso, il mio consiglio è di prepararla all’ultimo momento, in quanto riposando olio e aceto tenderebbero a separarsi, quindi nel caso andrebbero riemulsionati nuovamente. Come per la versione classica, anche qui potete aggiungere aromi a fine procedimento. Ora vi lascio alla ricetta e ci leggiamo più tardi.

 

Mettete in una ciotolina sale, pepe, senape e aceto e mescolate fino a far sciogliere completamente il sale.
Aggiungete quindi l’olio a filo, mescolando nel frattempo con una frusta a mano, continuando a mescolare fino ad ottenere un condimento omogeneo.

La vinaigrette alla senape è pronta: aggiungete spezie o aromi a piacere, oppure usatela subito così com’è.

» Parmigiana di zucchine e fiori a crudo

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Mondate zucchine e fiori: eliminate le estremità dalle zucchine e tagliatele a fettine sottili nel senso della lunghezza; eliminate base e pistilli dai fiori e apriteli (in modo da stenderli in un foglio unico).

Ungete la teglia e iniziate a comporre la vostra parmigiana: create uno strato di zucchine, salate, quindi create uno strato di fiori, infine aggiungete mozzarella e un filo d’olio.
Continuate così, creando altri strati a partire dalle zucchine.

Concludete con uno strato di zucchine, condite con un filo d’olio e poi con il parmigiano grattugiato, quindi cuocete per circa 40 minuti in forno statico preriscaldato a 180°C.

La parmigiana di zucchine e fiori a crudo è pronta: lasciatela riposare per almeno 10 minuti prima di servirla.

nasce la 4 Luppoli Lager con un luppolo italiano

nasce la 4 Luppoli Lager con un luppolo italiano

Di origine americana, ma coltivato interamente in Italia, il Cascade è stato inserito come luppolo dominante in questa birra per donarle sentori molto floreali

Si chiama Cascade, è americano, ma interamente coltivato in Italia. È il luppolo predominante presente nella 4 Luppoli Lager, la nuova birra nata in casa Poretti.
Si tratta di una vera e propria novità nel panorama birraio made in Italy, e vuole rappresentare la “rifioritura” italiana dopo l’esperienza della pandemia da Covid-19. Il birrificio della Valganna ha deciso infatti di ripartire con un prodotto ancora più nostrano per portare un messaggio di ottimismo e di fiducia. Il progetto nasce grazie alla collaborazione con una start up modenese, la Italian Hops Company, impegnata dal 2014 nella produzione e commercializzazione di luppolo. «L’abbiamo scelta perché è stata pioniera nel cambiamento che sta oggi avvenendo nel settore birrario italiano», dicono dal Birrificio Angelo Poretti, «creando un’industria del luppolo di qualità, sostenibile e trasparente, in cui i flussi informativi tra birrai e coltivatori sono prossimi e continui».

Il Cascade è nato in una zona vulcanica in America. Quello coltivato in Italia ha caratteristiche diverse da quelle agrumate e leggermente speziate che sono proprie del luppolo coltivato negli Usa. Come per i vini, anche per le birre vale il concetto di terroir: una varietà coltivata in Italia sviluppa un aroma differente rispetto alla stessa coltivata Oltreoceano.

Nel bicchiere la 4 Luppoli Lager esalta al massimo il bouquet fragrante ed equilibrato delle quattro varietà di luppolo con cui viene realizzata. La sua schiuma ha una frizzantezza delicata dal corpo medio. In bocca sviluppa note floreali e una sensazione moderata di amaro. È perfetta se servita con formaggi di media stagionatura o con il parmigiano. Bene anche con piatti della cucina mediterranea ricchi di verdure, anche speziati come possono essere quelli marocchini e senegalesi. Si sposa molto bene con primi di pasta con sughi di carne o di verdure o, ancora, con piatti di pesce come le zuppe, l’orata al forno o la spigola all’acqua pazza. Si serve in bicchieri alti e tondi e mai ghiacciata, per non far svanire tutto il suo corredo aromatico.

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