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Vini eroici, cosa e quali sono?

Vini eroici, cosa e quali sono?

Il termine viticoltura eroica fa riferimento a vigneti localizzati in aree di difficile gestione. Tra questi, tanti sono i produttori che si battono per questi territori e per difendere la propria terra e il proprio vino

Uno di questi si trova in uno dei territori più magici e suggestivi d’Italia, le Cinque Terre, e prende il nome di Azienda Agricola Possa, nella persona di Heydi Samuele Bonanini. L’azienda si spinge dalle valle di Possaitara (Riomaggiore) fino a Canneto, in una zona topogradica che si distingue per i terreni impervi e scoscesi, ma per i quali la viticoltura non ha mai temuto, anzi si è sempre spinta. Quest’area oggi è diventata un “deserto” a rischio idrogeologico e con pochissimi contadini ad allevare la vite sulle fasce a pendenze vertiginose.

Questo paesaggio, simbolo di pace e bellezza, è contornato da muretti a secco e dai tipici terrazzamenti liguri dove le lavorazioni agronomiche si fanno lunghe, faticose e complicate e le uve vengono trasportate via barca o con una monorotaia su per il versante. Terra del famoso vino passito sciacchetrà si distingue per la sua resilienza e quella dei produttori che fanno ancora la vendemmia a mano acino per acino dopo l’appassimento.

Heydi lascia alle spalle un lavoro da camionista, che fino a poco fa doveva far conciliare con la sua vera passione, il vino, ma che da pochi anni può vivere di vita propria. A Heydi non piace parlare di viticoltura eroica, le sue parole celano grande umiltà e fermezza, proprie di chi conosce la sua terra, la ama e rispetta. La sua è una sfida eroica, lo posso dire io al posto suo, fatta di sacrifici, forza di volontà e tradizione, che Heydi ha ampiamente superato.

A me, invece, piace usare il termine eroico perché conferisce a questo mestiere, in queste terre soprattutto, il rispetto e il valore che merita. Infatti non è solo questione di pendenza o conformazione geografica, le scelte di molti produttori in queste terre è anche legata ad una filosofia produttiva e di vita:

Cos’è l’agricoltura biodinamica? | La Cucina Italiana

La Cucina Italiana

L’ agricoltura Biodinamica nacque formalmente nel 1924 grazie alle pratiche indicate da Rudolf Steiner, filosofo, ricercatore e fondatore dell’Antroposofia, per cercare una risposta ai problemi emergenti dall’agricoltura chimica allora incipiente. In quell’occasione furono gettate le basi per una concezione di azienda agricola che diremmo oggi “olistica”. Si tratta infatti di un’idea di azienda in relazione con l’ambiente circostante, con la Terra intera e infine con il cosmo dei pianeti e costellazioni.

Cos’è l’agricoltura biondinamica?

Agricoltura biodinamica. Due parole che implicano un modo di lavorare, osservare, di vivere la terra. Una filosofia di vita per apprezzare tutta l’armonia di un campo coltivato, il succedersi delle stagioni e del tempo. Con il metodo biodinamico, l’agricoltura è in sintonia con la natura, con la terra e con gli uomini. In biodinamica si parla dunque di agricoltura organica intendendo con questo l’attenzione verso tutti quei sistemi compiuti di relazioni viventi che individuiamo nella nostra osservazione, non solo materiale. Una pianta è un organismo vivente così come il sistema humus-terreno, il compost, l’animale, l’azienda agricola, il pianeta, il sistema planetario.

Come si pratica?

La concimazione, la coltivazione e l’allevamento sono attuati con modalità che rispettano e promuovono la fertilità e la vitalità del terreno e allo stesso tempo le qualità tipiche delle specie vegetali e animali.

L’idea è quella di abolire l’utilizzo di fertilizzanti minerali sintetici e di pesticidi chimici, e a gestire il terreno seguendo i cicli, detti lunari, in cui la natura è immersa.

Fondamentali in questo metodo sono quindi anche le fasi lunari, le posizioni dei pianeti nelle costellazioni dello zodiaco e il concetto di spruzzare il terreno con i cosiddetti preparati, fra cui appunto letame, ma anche polvere di quarzo, sostanze vegetali varie, diluizioni omeopatiche e in generale utilizzare parti di animali come cranio di bue o vescica di cervo per preparare il terreno e renderlo fertile.

La base ideale per creare un’unità biodinamica è l’azienda agricola con un allevamento di bestiame. Gli animali costituiscono infatti un elemento importante di questo organismo, fornendo prezioso fertilizzante, da usare dopo il compostaggio per incrementare la vitalità del terreno.

Secondo il metodo biodinamico, la fertilità e la vitalità del terreno devono essere ottenute con mezzi naturali: compost prodotto da concime solido da cortile, materiale vegetale come fertilizzante, rotazioni colturali, lotta antiparassitaria meccanica e pesticidi a base di sostanze minerali e vegetali.

Rendendo vitale la terra ed aumentandone l’attività biologica, le piante crescono in modo naturale, nutrite dall’ecosistema del suolo. La concimazione e la cura del terreno sono quindi finalizzate all’ottenimento e al mantenimento di questo equilibrio.

Oggi c’è anche una certificazione, Demeter, per cui vi sono alcune norme da rispettare per la produzione vegetale (uso di compost e preparati, divieto di materiali geneticamente modificati ecc.), ma anche direttive per la lavorazione della carne, prodotti caseari, prodotti di panificazione, frutta, verdure, spezie, erbe aromatiche, e prodotti non alimentari come i cosmetici e i prodotti tessili.

(Fonte Demeter)

 

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