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» Aglio sott’olio – Ricetta Aglio sott’olio di Misya

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Innanzitutto sterilizzate i vasetti.
Pulite l’aglio eliminando la buccia esterna, la pellicina che riveste i singoli spicchi, e tagliando via la base, più dura.

Portate a bollore vino e aceto insieme in una casseruola, quindi unite aglio, pepe, ginepro e sale e lasciate bollire per 2 minuti circa.

Scolate, fate asciugare su carta da cucina e lasciate raffreddare.
Quando gli spicchi saranno completamente asciutti e freddi, componete i vostri barattolini, distribuendoci dentro il mix di aglio e bacche e comprendo completamente con olio di oliva.

L’aglio sott’olio è pronto: per una resa ottimale, procedete alla pastorizzazione lasciando i vasetti ben chiusi in acqua bollente per circa 20 minuti, quindi fate raffreddare, fate riposare in un posto buio per almeno 1 settimana e servite.

In bicicletta tra Umbria, Lazio e Marche: un itinerario per tutti

In bicicletta tra Umbria, Lazio e Marche: un itinerario per tutti

Viaggiare in bicicletta non vuol dire soltanto faticare e sudare. L’importante è scegliere l’itinerario giusto, o comunque quello più adatto a noi. Questo, per esempio, vi porterà a pedalare tra i borghi medioevali e i paesaggi senza tempo del Centro Italia, senza soffrire troppo e con molta soddisfazione. Anche culinaria

Quando si pensa ai viaggi in bicicletta, inesorabilmente vengono in mente salite, sudate e crampi, e la voglia di partire viene meno. Ma non c’è niente di più sbagliato, perché il segreto sta nello scegliere l’itinerario giusto, o comunque più adatto a noi. Oltre – naturalmente – a una bicicletta confortevole e robusta, che consenta di pedalare anche sugli sterrati. Se siete a caccia di spunti, la nuova guida Pedala Italia (a cura di Albano Marcarini, ediciclo editore, €14), raccoglie venti itinerari su due ruote tra i più belli d’Italia e, soprattutto, adatti a tutti, bambini inclusi.

Tra i tour più interessanti proposti nel libro c’è quello che percorre la Ciclovia delle Marmore, prima lunga ciclabile dell’Italia Centrale, e la Via Salaria da San Benedetto del Tronto a Roma, che qui «spezzeremo» per completare un itinerario unico, da Assisi e San Benedetto del Tronto in 9-10 giorni. Partiamo!

1° tappa Assisi – Bevagna
È una tratta brevissima, di 28,6 km appena, e si svolge prevalentemente su strade di campagna asfaltate e qualche tratto di ciclabile, molto utile per rodare la tenuta sul sellino. Se si arriva ad Assisi il giorno prima o la mattina presto, la visita alla Basilica di San Francesco e ai suoi straordinari affreschi di Giotto, Cimabue e Simone Martini è irrinunciabile. L’accesso alla ciclabile è dalla Stazione di Santa Maria degli Angeli in direzione Cannara e, lungo la strada, più o meno a metà tragitto, si raccomanda la deviazione con sosta a Spello, gioiellino medioevale con la splendida Villa Fidelia e i vicoli di vasi fioriti. Prima notte a Bevagna (per dormire: Il Monastero di Bevagna, nel cuore del Borgo Medievale, ex convento del XVI secolo adibito ad albergo agli inizi del Novecento; oltre a un parco di notevoli dimensioni, al suo interno ospita anche l’antica chiesetta di Santa Maria de ponte lapidum. Tel: 0742 361636​ / 320 6779 656​).

Per mangiare: A La Locanda del Postiglione (Spello) si gustano dei picchirilli con fave, guanciale e pecorino da favola, così come i tagliolini cacio, pepe e tartufo (tel: 0742301164). Da La trattoria di Oscar… e quant’altro (Bevagna), lo chef Filippo Artioli vi aspetta con il suo menu rigorosamente stagionale, che prepara con prodotti provenienti dalle aziende agricole locali (tel: 0742 361107 / 373 7694483).

2° tappa Bevagna – Spoleto
Anche qui appena 25 km e tutti in piano. Prima di Spoleto una fermata va fatta alle Fonti del Clitunno, area sorgiva con specchi d’acqua, isolette e pioppi, evocata anche da Carducci e Lord Byron, e considerata sacra dai romani. A Spoleto fate visita al Duomo, uno dei tesori del medioevo umbro. Anche se qui, tra stradine in salita e discese ripide, un po’ ci sarà da faticare. Per dormire: Hotel Charleston, situato a pochi minuti da tutte le principali attrazioni della città (tel: 0743-220052). Per mangiare: Il tempio del gusto con il meglio della tradizione umbra opportunamente rivisitato (tel 074347121).

3° tappa Spoleto – Sant’Anatolia di Narco
L’ex ferrovia Spoleto-Norcia è oggi un percorso ciclabile divertente come «un ottovolante», giura in Pedala Italia Alberto Marcarini. Che ne garantisce anche sull’accessibilità e la «poca fatica». Lungo la tratta preparatevi ad attraversare (con la luce frontale accesa, mi raccomando) la galleria di valico Caprareccia, 3 km riservati solo a ciclisti e pedoni e la cui discesa all’uscita, «da 617 a 290 metri d’altezza», scrive Marcarini, «è a dir poco strepitosa». Per dormire: B&B dell’Osteria, situato dietro a una storica abazia del 1200 e costruito interamente in pietra (tel: 347 136-9077). Per mangiare: L’Abbazia, nel cortile interno dell’abbazia, serve dell’ottimo prosciutto di Norcia, primi al tartufo e altre prelibatezze.

4° tappa Sant’Anatolia – Terni
Anziché puntare a Norcia proseguendo sulla Ciclovia del Nera, dirigetevi verso la discesa del fiume e costeggiatene le sponde, attraversando oasi naturalistiche e centri storici, alcuni molto particolari e meritevoli di una sosta. A Ferrentillo, per esempio, il Museo delle mummie nella cripta della chiesa di Santo Stefano raccoglie corpi di defunti di epoca antica. Ma ci sono attrazioni anche meno «forti» (a Scheggino, Ceselli, Arrone e a San Pietro in Valle). Terni si raggiunge in 35 km e 255 metri di dislivello, e da qui – dopo una escursione alle Cascate delle Marmore – il giorno dopo potrete prendere il treno per Cittaducale (42 minuti, 4,5€), da cui cominciare la seconda parte del ciclotour. Per dormire: Residence Bizzoni, a due passi dal centro storico ma immerso nel verde (tel: 0744 44241); per mangiare: Ristorante Umami, con i menù stagionali dello chef Diego, dalle tagliatelle con crema di aglio nero, liquirizia, mozzarella e menta al maiale croccante in salsa orientale e sesamo con pane al vapore (tel: 0744 427629).

5° tappa Terni – Cittaducale (con visita alle Marmore)
Ammirate da San Francesco, disegnate da Leonardo Da Vinci, citate persino da Dante ne La Divina Commedia e poi celebrate dai più grandi poeti inglesi dell’Ottocento, Lord Byron in primis, le Cascate delle Marmore sono una delle meraviglie naturalistiche del nostro Paese. Se siete a Terni, cioè ad appena 7 km di distanza, non potete non visitarle. Per info sulle escursioni guidate, orari e prenotazioni consultate il sito qui. La meraviglia è assicurata. Al ritorno prendete il treno e arrivate a Cittaducale in provincia di Rieti: fondata nel 1308 da re Carlo II d’Angiò, è appartenuta alla provincia dell’Aquila per più di sei secoli, fino al passaggio nel Lazio nel 1927. Per dormire: Casa Vacanze Bianca, grazioso appartamento recentemente ristrutturato, nel cuore della città medievale, che può ospitare fino a 5 persone (tel: 347 6064559). Per mangiare: La tagliata, norcineria che fa degli ottimi hamburger con panino rustico artigianale e primi di pasta fresca.

6° tappa Cittaducale – Cittareale
Il viaggio on the bike continua lungo le spettacolose Gole del Velino, forre profondissime scavate dal fiume Velino e intervallate da cascate, pareti a precipizio e grotte davvero molto scenografiche (di San Quirico, Oscura, di Romualdo, Strambo del Paladino e Fosso di Portella). Proseguite lungo la statale e alcuni tratti dismessi, evitando accuratamente le gallerie e arrivate a Cittareale, anche questa in provincia di Rieti, dopo avere fatto sosta ad Antrodoco, sede della prima battaglia del Risorgimento italiano. Curiosità: Antrodoco è uno dei comuni che si proclama Centro d’Italia, in competizione con il suo capoluogo Rieti (Umbilicus Italiae), Urbino (Centro del mondo) e Foligno (Al centro del mondo). Per dormire: Agriturismo Lu Ceppe, clima familiare a stretto contatto con la natura, con cucina semplice ma accurata (tel: 0746 947085).

7° tappa Cittareale – Arquata del Tronto
Il valico di Torrita, a 1017 metri di altezza, segna il confine tra il versante tirrenico e adriatico. La salita è un po’ impervia ma dopo avere costeggiato il lago di Scandarello potrete fare sosta ad Accumoli, paesino montano del 1100 dolorosamente colpito dal terremoto del 2016. Seguendo il tracciato della Via Salaria vecchia arrivate nelle Marche e proseguite verso Tufo e, successivamente, Arquata. Per dormire: B&B Trisungo (tel: 0736 803901). Per mangiare: cucina tipica montana con carne alla brace, funghi porcini e tartufo, presso il Ristorante Pizzeria Il Ponticello (tel: 0736809728).

8° tappa Arquata del Tronto – Ascoli Piceno
Dopo Acquasanta Terme passerete sull’altra sponda del Tronto, arrivando a Ponte d’Arlì, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Seguite il vecchio tracciato della Salaria passando per le gole più strette della valle del Tronto, fino a Mozzano (per mangiare: Pizza in piazza, via don Rossi). Poi, seguendo il Cammino Francescano della Marca, arriverete ad Ascoli, dove ad attendervi come ricompensa ci saranno un caffè e un cappello del prete al rhum presso lo storico Caffè Meletti di Piazza del Popolo. Per dormire: Hotel Sant’Emidio, storico palazzo del ‘700 nel cuore del centro storico (tel: 0736 258626). Per mangiare: A La Locanda del Medioevo si ritrova l’atmosfera del 1300 nel menu con specialità ascolane e piatti tipici dell’epoca (tel: 0736250695).

Ultima tappa: San Benedetto del Tronto
Partite in direzione Pagliare, località delle Oasi immersa tra le campagne con laghetti rinaturalizzatati ricavati da ex cave. Quindi seguite la ciclabile che costeggia l’argine del Tronto (sarete proprio al confine tra Marche e Abruzzo) fino ad arrivare a Porto d’Ascoli e alle foci della Riserva naturale della Sentina. Da qui prendete la Ciclovia Adriatica per 4km, che vi porterà sul litorale di San Benedetto del Tronto, punto di arrivo del vostro viaggio. Per dormire: B&B La Casa Sulla Spiaggia, dove il nome non mente (tel: 338 713 5040); per mangiare: I Perdigiorno, il cui menù viene preparato ogni giorni a seconda delle disponibilità dell’ortolano e del macellaio (tel: 0735 586113). «Pochi piatti da ricordare», recita il claim del locale. Un po’ come lo spirito di questo itinerario on the road.

Pesto di peperoni. Una ricetta, tante varianti!

Pesto di peperoni. Una ricetta, tante varianti!

Lo preferite semplice o ricco? Sulla pasta calda o fredda? E sul pane che ne dite?

Forse quando si parla di pesto siete abituati a pensare alla ricetta genovese a base di basilico, aglio, pinoli e parmigiano.
Ma sapete che si può fare un delizioso pesto, oltre che con le erbe aromatiche, anche con le verdure?
Vi proponiamo un pesto perfetto per l’estate a base di peperoni rossi.

Pesto per tutto l’anno

Il pesto di peperoni è facile da preparare e vi suggeriamo di farne una bella quantità perché potete conservarlo anche a lungo, in vasetti sterilizzati. Lo mettete in dispensa e poi potete consumarlo per tutto l’anno portando con voi il sapore e il profumo degli ortaggi estivi anche nei mesi invernali.
Molto più semplicemente, potete anche congelarlo!
Potete aromatizzarlo con il basilico come il pesto classico, o potete anche arricchirlo con pomodori secchi, quasi come un pesto siciliano.
È ottimo sulla pasta, sia freddo che caldo, e si può utilizzare anche per farcire panini, tramezzini e bruschette.

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La cottura dei peperoni

I peperoni vanno cotti e potete farlo in tre modi: in forno, nel microonde o su una piastra (griglia).
Vi consigliamo il terzo modo perchè è molto rapido.
Scaldate una piastra da cucina oppure una padella antiaderente e poi cuocete rapidamente i peperoni interi finché la pelle non sarà quasi bruciata e verra via facilmente.
Molte persone fanno questa operazione anche direttamente sul fornello acceso, a contatto con la fiamma.
Il procedimento è molto efficace, ma fate attenzione!

Come fare il pesto di peperoni

Una volta cotti e spellati circa 2 peperoni, privateli anche dei semini e tagliateli a pezzi.
Lasciateli raffreddare e poi frullateli con 50 g di pinoli, 50 g di mandorle, 100 g di parmigiano grattugiato, uno spicchio di aglio e abbondante basilico fresco.
Potete utilizzare un frullatore ad immersione aggiungendo l’olio a filo fino ad ottenere una crema morbida.
Se non amate le mandorle utilizzate solo pinoli o viceversa. A qualcuno piace molto anche con le noci.
È importante che ci sia della frutta secca per ottenere un pesto perfetto.
E l’aglio? Decidete voi. Noi lo mettiamo!

Varianti per un condimento più ricco

Il pesto di peperoni, come dicevamo, può essere arricchito con pomodori secchi sott’olio se volete renderlo più saporito.
Sul pane abbrustolito e con un filo di olio è la fine del mondo.
Sta molto bene anche con la ricotta, sia fresca mescolata all’interno, sia salata spolverizzata su un piatto di pasta.
Infine, se volete un primo piatto freddo davvero sfizioso, abbinate pesto di peperoni e tonno sott’olio e poi aggiungete della rucola che regala quel tocco di gusto amarognolo che non guasta affatto.

 

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