Tag: soffice

Plum cake: 15 ricette per una soffice colazione o merenda

Plum cake: 15 ricette per una soffice colazione o merenda

Dalla colazione alla merenda, il plum cake conquista grandi e piccini. Il suo nome significa “torta di prugne”: in Inghilterra viene preparato, infatti, con questi frutti, ma la ricetta classica del plum cake prevede anche l’utilizzo di canditi e uvetta al posto delle prugne.

L’impasto è soffice: alla base di farina, uova, zucchero, burro si possono aggiungere altri aromi e ingredienti a piacere, come il limone per esempio, per rendere il plum cake ogni volta diverso. La forma caratteristica di questo dolce è quella di un parallelepipedo, da ottenere con uno stampo a cassetta. Il plum cake è facile da preparare: basta impastare gli ingredienti, rovesciare il composto nello stampo e infornare.

Plum cake, ricette per la stagione fredda

In autunno e inverno il plum cake si può arricchire con frutta di stagione come mele e pere, con frutta secca come noci e nocciole o, ancora, con carote, zucca e cioccolato. Dividendo l’impasto in due e colorando una delle parti con il cacao, si possono ottenere plum cake bicolore o marmorizzati. Ecco qualche idea: Plum cake con le pere, Plum cake con carote, mele e cocco, Plum cake alle pere e amaretti con crumble, Plum cake alle carote, Plum cake alle noci, Plum cake di nocciole e carote con crema al limone, Plum cake marmorizzato con zucca e cioccolato, Plum cake all’olio e cacao, Plum cake bicolore, Plum cake Marbré al tè Matcha.

Plum cake, ricette per la bella stagione

Quando fa caldo possiamo giocare con tutta la frutta colorata della bella stagione, oltre alle erbe aromatiche. Tra le idee a cui potete ispirarvi ci sono queste: Plum cake con i fichi, Plum cake all’uva fragola, Plum cake al limone e frutti di bosco, Plum cake al rosmarino e mirtilli.

I nostri plum cake da preparare senza esitare

Focaccia senza impasto? Una soffice (e facile!) magia

La Cucina Italiana

Per fare un figurone, no, non c’è bisogno di essere panificatori esperti. C’è questa meravigliosa ricetta della focaccia senza impasto che è a prova di errore e, soprattutto, lascerà tutti a bocca aperta (e non di certo a bocca asciutta). Bastano pochissime accortezze, infatti, perché si compia la magia. Oltre che ovviamente il giusto tempo di lievitazione.

Quanto deve lievitare la focaccia?

I fattori che concorrono alla lievitazione di un prodotto della panificazione sono molti, primi fra tutti la quantità di lievito e la temperatura alla quale viene lasciato l’impasto. In questa ricetta usiamo una bassa percentuale di lievito per evitare che il processo chimico naturale che rende la focaccia più digeribile venga eccessivamente accelerato dal lievito di birra. Se l’impasto viene tenuto a basse temperature ci vorrà più tempo, se verrà tenuto a più alte temperature lieviterà più velocemente. La temperatura ideale di lievitazione è di 25/26 gradi, che potrete raggiungere tenendo l’impasto nel forno chiuso con solo la luce accesa. Preferite una lievitazione lenta? Coprite l’impasto e ponetelo in frigorifero.

La focaccia sarà lievitata quando avrà raggiunto circa il doppio del suo volume iniziale.

Focaccia senza impasto: la ricetta

Ingredienti per una placca da forno standard

600 g di farina di media forza (w 260 o 11/12 g di proteine)
450 g di acqua fredda
30 g olio extravergine di oliva + un po’
15 g sale 
3 g di lievito di birra fresco

Procedimento

In una ciotola, aggiungere il lievito nell’acqua, mischiare per farlo sciogliere.

Aggiungere tutta la farina e mischiare bene aiutandosi con una spatola o un cucchiaio: dovrete ottenere un impasto molto appiccicoso ma omogeneo.

Aggiungete il sale, continuando a mescolare, e in ultimo l’olio.

Lasciate trascorrere circa 30 minuti e, con le mani unte, prendete un lembo di impasto e ripiegatelo verso l’interno. Fate così percorrendo tutto il perimetro: ogni lembo dev’essere ripiegato verso l’interno. Ripetete l’operazione nuovamente dopo 3o minuti. 

Chiudete il recipiente con un coperchio e lasciate lievitare fino al raddoppio ad una temperatura di circa 25 gradi.

Coprite una placca da forno con un foglio di carta forno spennellato di olio. Versatevi sopra l’impasto raddoppiato di volume. Dopo mezz’ora circa, allargate l’impasto fino a fargli coprire tutta la teglia, delicatamente e senza sgonfiarlo. Coprite con pellicola non a contatto e fate lievitare ancora fino al raddoppio (questa volta ci vorrà meno tempo).

Pandoro, l’anima soffice delle feste | La Cucina Italiana

Pandoro, l'anima soffice delle feste
| La Cucina Italiana

È la volta del pandoro. Non c’è Paese al mondo con tanta ricchezza e varietà di prodotti, naturali come li regala il territorio o i lavorati da mani esperte in modi semplici, che sono antichi e insieme i più contemporanei. Prosegue il viaggio alla scoperta delle nostre bontà, da quelle più conosciute a quelle meno note lontano dalla zona di produzione.

Il pandoro

È il cugino giovane tra i grandi dolci di Natale essendo nato «solo» nel 1894. Rimanda all’antica tradizione veronese del medievale Nadalin, un lievitato a forma di stella a otto punte ricoperto da un impasto di pinoli lavorati con zucchero e granella di mandorle. Il consumo di pandoro continua a crescere perché, soffice com’è, piace particolarmente ai bambini, con la stella – le punte devono essere nette e ben regolari – che fa pensare alla Cometa dei re Magi. Uniformità della doratura esteriore del «pan de oro» e mancanza di chiazze sono la prima evidenza di qualità già a occhio. Inoltre, non deve dare l’impressione di sudare: né unto, né umido. L’alveolatura interna, a differenza del panettone, deve essere molto fitta e con buchetti minuscoli. La leggerezza, quasi fosse una nuvola, dipende dalle proporzioni usate di burro e uova. Il burro rilascia il tradizionale aroma dei croissant, mentre il profumo della vaniglia dell’impasto deve essere appena accennato. Artigianale o industriale che sia, viene venduto sempre insieme con lo zucchero a velo, che non è un di più facoltativo, ma un ingrediente da aggiungere prima di servirlo per completare e bilanciare la dolcezza. Dal 1894, una delle icone identitarie del Bel Paese.

Proudly powered by WordPress