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Tagliatelle di zucca – Ricetta di Misya

Tagliatelle di zucca

Innanzitutto mondate la zucca e tagliatela a cubetti.

Lasciatela stufare a fiamma molto bassa e con coperchio per circa 20-30 minuti o finché non risulterà molto morbida (dipende da quanto sono grandi i cubetti), cercando di non farla attaccare al fondo.
(In alternativa potete cuocerla in forno o al vapore: non la lessate, in modo che non assorba acqua in eccesso.)

Frullate la zucca con un minipimer o in un mixer fino ad ottenere una purea.

Mettete la farina in una ciotola, aggiungete al centro la purea di zucca e un pizzico di sale e impastate velocemente fino ad ottenere un panetto omogeneo.
Avvolgetelo con pellicola per alimenti e lasciate riposare a temperatura ambiente per 30 minuti.

Riprendete l’impasto e stendetelo in una sfoglia sottile (circa 2 mm) sul piano di lavoro leggermente infarinato.

Avvolgete la sfoglia infarinata su se stessa e tagliatela a fette da circa 1 cm, quindi srotolatele per ottenere le tagliatelle.

Ecco qui, le vostre tagliatelle di zucca sono pronte, non vi resta che cuocerle e condirle a piacere.

Se volete condirle seguendo il mio suggerimento, mettete a bollire l’acqua per la pasta, e nel frattempo preparate il condimento: dopo averle tritate grossolanamente, fate tostare leggermente le nocciole in una padella antiaderente, quindi mettetele da parte e, nella stessa padella, lasciate sciogliere il burro con la salvia spezzettata.

Cuocete le tagliatelle in abbondante acqua bollente leggermente salata, scolatele al dente e fatele insaporire brevemente nel condimento, aggiustando di sale a piacere.

Le tagliatelle di zucca sono pronte, non vi resta che impiattare, completare con le nocciole e servire.

“Amarcord”: chef Davide Palluda e la cucina italiana

"Amarcord": chef Davide Palluda e la cucina italiana

Davide Palluda non cerca mai la copertina, ma se la meriterebbe per le qualità umane e per la sua cucina: una delle migliori del Piemonte, con una capacità di ‘riscrittura’ della tradizione che vede pochi alla sua altezza. Vuole realmente bene al suo Roero, lo conosce benissimo, è un maestro del tartufo bianco. Ma si è preso – fortunatamente – il diritto di smontare e rimontare i fondamentali con tecnica moderna e gusto innato. Che fosse bravo lo aveva intuito un grande gourmet e scopritore di talenti quale Toni Cuman. «Mi ricordo che avevo aperto il ristorante da tre mesi e si era seduto a tavola con due critici, giovani come me. Poi mi arrivò la telefonata da Milano per invitarmi a preparare un piatto per La Cucina Italiana: era ottobre 1995, ma non chiedetemi il piatto: mi ricordo l’emozione, ma non cosa ho cucinato…» ricorda lo chef-patron di Canale. Poco male, i nostri Lettori ritrovano l’articolo originale apparso sul numero di ottobre 1995 qui sotto in gallery.

Davide Palluda & la cucina italiana

«L’uscita mensile de La Cucina Italiana era l’occasione per vedere cosa succedeva in giro e soprattutto verificare il lavoro dei cuochi più importanti. La mia è una generazione che ha iniziato a girare per l’Italia e il mondo solo quando ha potuto organizzarsi la vita: io tra i 25 e i 30 anni dovevo pensare al locale con mia sorella Ivana e stop. Nè Internet aveva la stessa importanza di oggi per i cuochi: oggi i ragazzi, al di là che viaggiano molto di più, hanno la possibilità di vedere cosa combina ogni cuoco sul pianeta e ispirarsi ai suoi piatti. Nel mio caso, frequentavo solo i ristoranti della famiglia Alciati, il Pinocchio a Borgomanero e il Sorriso a Soriso dove il grande Angelo Valazza mi affascinava oltre che per la stessa immensa fede juventina quale la mia per la conoscenza della materia prima e la determinazione per fare sempre bene. Lui sì che ha cambiato un territorio quando del tema manco se ne parlava» continua Palluda.

Ma se la ricorda la cucina italiana degli anni ‘90? «Era nettamente divisa tra i cuochi che facevano grandi cose ispirandosi chiaramente alla Francia e quelli che cercavano già di interpretare il meglio del territorio. Poi le osterie con i piatti della tradizione eseguiti come un secolo prima e i posti classici con una proposta ampia che poteva piacere un po’ a tutti. Oggi, vedo una trasversalità dei luoghi e della cucina che non sempre mi convince, secondo me c’è bisogno di una maggiore identità persino nelle regioni del Sud dove sino a pochi anni fa non ci si poneva dubbi sulla rotta da tenere».

Pancake senza lievito: la ricetta

La Cucina Italiana

Preparare dei pancake senza lievito alti e morbidi è possibile? Assolutamente sì. Se volete fare colazione con i pancake, ma avete finito il lievito per dolci, potete seguire due strade: sostituire il lievito in polvere con il bicarbonato oppure utilizzare le uova in modo intelligente. Entriamo subito nel dettaglio.

Pancake senza lievito: ricetta

Il segreto per preparare degli ottimi pancake senza lievito sono gli albumi, che vi aiuteranno ad ottenere una consistenza molto soffice. Il trucco è di montare gli albumi a neve ben ferma: per farlo correttamente, dovete innanzitutto utilizzare le uova a temperatura ambiente e poi separare perfettamente l’albume dal tuorlo, che gli impedirebbe di montare correttamente.

Ingredienti

  • 350 ml latte
  • 300 g farina
  • 3 uova
  • 1 cucchiaio di zucchero

Procedimento

  1. Setacciate in una ciotola la farina, alla quale potrete poi aggiungere un cucchiaio di zucchero.
  2. Separate gli albumi dai tuorli, assicurandovi che non resti alcuna traccia di tuorlo. Iniziate a montare gli albumi a velocità più bassa, aumentando man mano la velocità fino ad ottenere una consistenza spumosa e fermissima.
  3. Mescolate i tuorli con il latte aiutandovi con una frusta a mano e unite il composto agli ingredienti secchi, amalgamandoli in modo uniforme, evitando di creare grumi. Incorporate gli albumi montati a neve al composto, un po’ per volta, mescolando delicatamente con una spatola, dal basso verso l’alto, facendo attenzione a non farli smontare. Dovrete ottenere un impasto liscio e consistente.
  4. Ungete una padella antiaderente con una noce di burro e scaldatela. Versatevi un mestolo di pastella e cuocete sulla fiamma media per 40-50 secondi. Quando appariranno delle piccole bolle in superficie, sarà il momento di voltare i pancake e cuocerli per circa 20 secondi sull’altro lato. Non vi resta che scegliere come servirli: sciroppo d’acero o creme spalmabili?

Pancake: come sostituire il lievito

Per preparare i pancake senza lievito utilizzando al suo posto il bicarbonato, non basta semplicemente sostituire i due ingredienti. Da solo il bicarbonato non ha un potere lievitante, ma deve essere unito a un ingrediente acido. Utilizzando il succo di limone riuscirete ad innescare il processo di lievitazione. Per sostituire una classica bustina di lievito in polvere da 16 grammi, dovrete utilizzare 6 grammi di bicarbonato, che andranno mescolati alla farina, e 35 ml di succo di limone, da aggiungere invece alla parte liquida.

Pancake giapponesi

Infine, avete mai provato i pancake giapponesi? Guardate il nostro video tutorial per realizzarli.

Ricerche frequenti:

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