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Come risparmiare energia in cucina: 10 trucchi utili

Come risparmiare energia in cucina: 10 trucchi utili

Come risparmiare energia in cucina? Come fare per spendere meno, ma anche per impattare meno sull’ambiente? Perché la riduzione del dispendio energetico ha due grossi vantaggi: non farci sprecare prezioso denaro e contemporaneamente non influire ulteriormente sulla salute del pianeta. Serve a farci riflettere su questo la Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili, che cade il 16 febbraio: un giorno intero di iniziative dedicate, da cui prendere spunto per una vita a impatto sempre più basso. È stata istituita dal Parlamento nel 2005 ma probabilmente è solo negli ultimi anni che ne abbiamo compreso appieno l’urgenza, dato che giorno dopo giorno sono sempre più evidenti i segnali dell’emergenza ambientale ed economica.

Come risparmiare energia in cucina

Forse proprio per questo abbiamo capito quanto possano contare anche i piccoli gesti, cominciando da quelli che compiamo ogni giorno nel cuore della casa, la cucina appunto: anche ridurre gli sprechi di cibo, di gas e di elettricità necessari per cucinare, per quanto sia una goccia nell’oceano, è importante.

10 consigli per risparmiare energia in cucina

consigli utili per apprezzare la tradizione | La Cucina Italiana

consigli utili per apprezzare la tradizione
| La Cucina Italiana

Pare che la parola caffè venga da Kaffa, la regione dell’Etiopia in cui venne elaborata la prima bevanda ottenuta dalla lavorazione del chicco. Ma quello che lega Napoli al mondo che ruota intorno alla tazzina è qualcosa che affonda le radici nella cultura e nelle tradizioni, partendo dalle cucine di casa per arrivare al teatro e alla musica.
Tutti in passato, a Napoli, compravano il caffè crudo, per poi tostarlo in maniera casalinga. Ogni famiglia, così, aveva il suo personale caffè, unico e diverso da tutti gli altri.

Ma quali sono le regole per bere un buon caffè?

Quando si parla genericamente di caffè, in Italia ci si riferisce prevalentemente all’espresso, quello stesso espresso che gli Italiani nel mondo non smettono di cercare.

Ma quali sono le regole per gustare un buon caffè espresso?

La tazzina, innanzitutto, deve avere una temperatura che si aggiri intorno ai 45 gradi. Questo permette al caffè di non raffreddarsi (è importante, infatti, che venga bevuto caldo) e allo stesso tempo di mantenere inalterate le proprietà organolettiche. Per questo stesso motivo andrebbe consumato entro un minuto, massimo un minuto e mezzo, confermando l’abitudine italiana di bere il caffè al banco “al volo”.
La tazzina va sempre posata sul piattino e deve essere accompagnata da un cucchiaino. Anche per chi beve il caffè amaro. Il motivo è presto detto: contrariamento a quanto si pensi, il cucchiaino non serve a far sciogliere lo zucchero, ma a “unire” la parte cremosa del caffè a quella liquida. Non prima, però, di averla “osservata”. La degustazione del caffè, infatti, come ricorda la coffelier di Lavazza, Stefania Zecchi, inizia proprio dall’osservazione della bevanda. «Per degustare il caffè espresso mettiamo in campo tutti e 5 i sensi, partendo dalla vista. La crema deve risultare elastica, persistente e consistente, dal color nocciola. A questo punto la muoviamo col cucchiaino, e deve tornare in posizione iniziale, muovendosi come fosse di seta e non creando un tappo». Piccoli accorgimenti che tutti possiamo adottare, affinando le nostre capacità di “degustatori di caffè”.
Il primo assaggio si fa senza respirare, di modo da cogliere l’amarezza, la dolcezza e l’acidità. In un secondo momento si libera l’olfatto, ed è qui che, nell’incontro tra armoni e sapori, si scompongono le note del caffè.
Sembra difficile? Questione di allenamento! E per preparare il palato alla degustazione, meglio accompagnare sempre il caffè a un bicchiere d’acqua, da bere rigorosamente prima.

Le tecniche, ma anche le esperienze, la creatività e tutto il mondo che vive dentro e intorno alla tazzina, sono protagonisti di The Blender, il primo digital magazine italiano interamente dedicato alla passione per il caffè, firmato da Lavazza e recentemente presentato a Napoli.

Il caffè a Napoli, fra rituali, indirizzi tradizionali e nuove aperture

Qualcosa, però, sta lentamente cambiando, complice anche una diffusione più ampia della cultura di questa bevanda, che può essere molto di più di un espresso bevuto al banco. Guglielmo Campajola, patron del Gran Caffè La Caffettiera di Napoli, racconta di come il “Napoletano DOC” non manchi di accompagnare al caffè, la sfogliatella. Ma dal suo privilegiato osservatorio (il Gran Caffè è aperto da oltre 40 anni) nota anche come il momento del caffè stia diventando un momento di vera pausa, complice anche una diversificazione delle proposte, sia in termini di miscele che di preparazioni. «Personalmente penso che il caffè sia una bevanda da meditazione, per questo lavoriamo di modo che la nostra clientela possa apprezzare sempre di più la possibilità di consumarlo seduta, per apprezzarlo davvero».
Non è un caso che qui il caffè sia proposto in più declinazioni: da quello preparato nella caffettiera Napoletana, servita con il “pipitiello” (il cornetto che ne preserva l’aroma) a quelli sotto forma di cocktail.
Tra i clienti affezionati, vi potrebbe capitare di incontrare qui Matteo Paolillo, uno dei protagonisti di Mare fuori. Salernitano di nascita e napoletano d’adozione, ha abitato proprio vicino al Garn Caffè La Caffettiera. Il suo caffè? Amaro, come vuole la tradizione.

Per scoprire altri caffè storici leggete il nostro articolo: Caffè storici di Napoli, passato e presente di un rito intramontabile.

Nella nuova sede delle Gallerie d’Italia, la ricca offerta di food & beverage prevede anche una ricca scelta per gli appassionati di colazioni e merende con il Luminist Café, dove scegliere tra il più tradizionale espresso e i caffè specialty, tra chemez cold brew e filtrati. L’accompagnamento è quello inusuale (per Napoli) dei croissant francesi, da farcire sul momento a richiesta.

Ma non di soli caffè in tazzina si vive a Napoli: per chi volesse provare anche le declinazioni alcoliche del caffè, l’indirizzo da non perdere in città è quello di L’Antiquario, cocktail bar dallo stile rétro premiato dalla classifica World’s 50 Best Bars insieme a soli altri due indirizzi in Italia. Sorto nel 2015 sulle ceneri di un negozio di antiquariato, il locale propone, tra gli altri, il cocktail Gianni, a base di cognac, latte di mandorla, Grand Marnier, espresso preparato con miscela La Reserva de iTierra! Colombia di Lavazza e Bitter Campari.

E per chi rimane insonne, c’è una Napoli che rimane sempre sveglia e brulicante di novità.

ricetta e consigli utili | La Cucina Italiana

La Cucina Italiana

È la regina indiscussa delle salse: sapete come preparare la besciamella? La bechamel è una salsa di origine francese entrata a far parte della nostra tradizione culinaria ormai da moltissimo tempo. È nota anche come salsa madre perché con la besciamella si preparano tante altre salse, come la mornay che è una versione un po’ più ricca. Non esistono lasagne e cannelloni senza besciamella, ma nemmeno pasta e pasticci di verdure al forno, o gratin di alcun genere.

Molti la comprano, forse perché non sanno che prepararla in casa è davvero molto semplice. Gli ingredienti e i passaggi sono pochi, basta solo seguire qualche regola.

E se volete preparare una besciamella veloce provate con il microonde!

Besciamella, la ricetta base

Ingredienti per mezzo litro di besciamella

500 ml di latte
40 gr di burro
40 gr di farina
sale e noce moscata

Procedimento (e 10 consigli per prepararla)

1.La parte grassa, cioè il burro, e la farina secondo la ricetta originale devono avere lo stesso peso.

2. Bisogna utilizzare una pentola dai bordi abbastanza alti. Meglio se antiaderente.

3.Fate sciogliere il burro a fuoco medio e poi, se non è chiarificato, aspettate che le bolle si riducano e cioè che l’acqua sia evaporata.

4.Ora aggiungete la farina, che va messa tutta in una volta e mescolata rapidamente con una frusta a mano.

5.Mescolate finché il composto diventa morbido e senza grumi. Questo è il momento in cui bisogna fare più attenzione.

6.Cuocete ancora per un paio di minuti perché la farina prenda gusto e assorba i grassi.

7.Il composto di burro e farina si chiama roux e potete anche utilizzarlo per addensare altre salse o fondi di cottura.

8.Ora per preparare la besciamella va aggiunto il latte al roux. Deve essere freddo e va aggiunto in un colpo solo e mescolato rapidamente.

9.Cuocete tutto mescolando fino a raggiungere una consistenza abbastanza densa. Poi abbassate il fuoco al minimo e coprite per cinque minuti. La besciamella è pronta quando vela il cucchiaio.

10.A fine cottura aggiungete un pizzico di sale e della noce moscata.

Volete vedere come si fa la besciamella? Ecco la fotoricetta

Come preparare la besciamella

Besciamella: la fotoricetta

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