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L’olio extravergine ora possiamo farcelo da soli: ecco come

La Cucina Italiana

Si scalda ogni bicchiere con le mani, si annusa e qui si comincia. È il primo passaggio, che serve ad individuare i sentori olfattivi dell’olio: se è un “fruttato verde”, tipico delle olive frante a inizio maturazione, o “maturo”. Poi si passa all’assaggio vero e proprio, per capire se l’olio è “amaro”, come spesso succede con olive giovani e ricche di polifenoli, o “piccante” quando dà una sensazione pungente dietro la lunga (come accade con olive frante quando sono verdi). Poi l’olio si ingoia o si espelle (come fanno più spesso gli assaggiatori professionisti, che fanno centinaia di degustazioni l’anno), e infine si riflette sul retrogusto, che può essere dolce, erbaceo, ma anche sapere di mele, mandorle, o pomodoro (succede con gli oli piccanti). Il colore? Non è un fattore rilevante e partecipando all’esperienza scoprirete anche il perché.

Le 5 cultivar

L’operazione si ripete per cinque volte, perché cinque sono le cultivar che Fratelli Carli coltiva direttamente o acquista dai propri produttori di fiducia: la Taggiasca, tipica ligure, dolce e delicata, la Coratina, molto ricca di polifenoli e molto intensa nel sapore che invece è tipica della Puglia, la siciliana Biancolilla che è tra le più pregiate d’Italia e amate per il suo equilibrio. Infine la greca Athinolia che è un’antica cultivar che regala oli molto freschi e fruttati riscoperta proprio dall’azienda, e la spagnola Arbequina, dal sapore vellutato e armonico.

Perché provare

Scoprirle in una degustazione guidata non solo vi insegnerà a comprendere meglio il grande mondo che ruota intorno a uno degli alimenti cardine della dieta mediterranea, ma vi farà persino imparare qualcosa in più sui vostri gusti, perché dovrete riflettere prima di scegliere. La vostra bottiglia personalizzata, infatti, conterrà un blending tra le vostre cultivar preferite. A fine degustazione tornerete a casa anche con un attestato di partecipazione, e soprattutto molta più consapevolezza.

Come si partecipa

«Questo progetto nasce dal desiderio di condividere, in maniera semplice, le peculiarità e la ricchezza del lavoro di Fratelli Carli che, ogni giorno, crea oli dal profilo organolettico unico e caratteristico firmandoli con il proprio nome e certificandone ogni goccia», scrive Fratelli Carli nel presentarla. Le tappe dell’evento “L’Origine sei tu” sono 18, tra diverse città del Nord Italia, ogni sessione dura un’ora e ogni data prevede 4 sessioni con questi orari: 10:00, 11:30, 15:00, 17:00.
Il costo dell’esperienza è di euro 15, e per partecipare bisogna prenotare. Tutti i dettagli su www.oliocarli.it/lorigineseitu insieme alle date e altre info utili per partecipare.

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Gli spaghetti aglio orsino e polpa di ricci sono una deliziosa reinterpretazione dei classici spaghetti aglio, olio e peperoncino, che vede l’aggiunta di due ingredienti squisiti, i ricci di mare a l’aglio orsino.

L’aglio orsino, nome scientifico Allium ursinum, è un aglio selvatico tipico dei boschi di latifoglie, dal sapore particolarmente delicato. I ricci di mare prediligono le profondità del mare. In Italia sono diffusi in particolare in Sardegna e Puglia e si possono pescare rispettando i periodi e le quantità stabiliti. Dei ricci di mare si mangia la polpa, di colore arancione e gustosissima. 

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Ricetta Spaghetti olio, aglio e peperoncino: la ricetta più amata

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Gli Spaghetti aglio, olio e peperoncino sono la risposta mediterranea ai più nordici spaghetti burro e Parmigiano: un condimento semplicissimo e veloce, ma al contempo ricco di sapore, pronto in pochi minuti, quelli necessari per la cottura della pasta. Gli ingredienti sono sempre gli stessi, tuttavia sono possibili diverse variazioni, pur rimanendo nella stessa combinazione di sapori. 

L’aglio, per esempio, può insaporire l’olio e di conseguenza la pasta in modi diversi: c’è chi lo unisce tritato molto finemente e leggermente soffritto nell’olio. In questo modo, darà un gusto molto deciso, e si distribuirà uniformemente nel piatto. Altri tagliano l’aglio a fettine molto sottili e le fanno imbiondire nell’olio, per poi lasciarle nel condimento della pasta. In questo modo la distribuzione sarà meno omogenea e, in alcuni bocconi, si gusterà il sapore dell’aglio fritto. Altri ancora, schiacciano l’aglio e lo fanno soffriggere nell’olio, togliendolo poi prima di versare il condimento sulla pasta ed evitando così di mangiare il bulbo. 

Stesso discorso per il peperoncino: la ricetta vuole peperoncino fresco, sminuzzato e soffritto nell’olio insieme all’aglio, quindi aggiunto nella pasta. Si può, anche, soffriggere il peperoncino tagliato a metà, o intero, per gradazioni di piccante sempre meno intense. 

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