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MasterChef 13: 5 errori da evitare per non essere eliminati

MasterChef 13: 5 errori da evitare per non essere eliminati

I preamboli sono finiti, e la gara di MasterChef è davvero entrata nel vivo: ieri sera, per la prima volta in questa nuova edizione del programma, due delle aspiranti chef hanno dovuto abbandonare la brigata.

Sono Chù e Fiorenza, che hanno posato il grembiule rispettivamente all’Invention Test e al Pressure Test. Alla studentessa ventiduenne originaria del Madagascar (che ora vive a Parma), entrata nella masterclass grazie a un pan di spagna con crema pasticciera al limone, crema chantilly e scorze di limone disidratate, in omaggio al papà adottivo, non è stata perdonata una testa d’aglio lasciata intera nel piatto (un pesce azzurro con asparagi bianchi su salsa di squacquerone). Fiorenza, 31enne tecnico di radiologia della provincia di Napoli, ha preparato una pasta ripiena condita di troppa «rabbia» – come lei stessa ha spiegato ai giudici Antonino Cannavacciuolo, Bruno Barbieri e Giorgio Locatelli – che le ha fatto perdere di vista l’armonia del piatto.

Ma sbagliando si impara, e questo vale anche (e forse soprattutto) in cucina. Dagli errori compiuti dai concorrenti in queste prime puntate di MasterChef, possiamo ricavare un manualetto di istruzioni su che cosa non bisogna fare se si vuole rimanere più a lungo possibile in gara.

Antonino Cannavacciuolo racconta la nuova stagione | La Cucina Italiana

Antonino Cannavacciuolo racconta la nuova stagione
| La Cucina Italiana

Antonino Cannavacciuolo torna in missione tv per risollevare le sorti dei ristoranti in crisi che hanno chiesto il suo aiuto. Riparte Cucine da incubo: da domenica 2 aprile, alle 21.15 in esclusiva su Sky Uno e in streaming solo su NOW.

Cucine da incubo: al via la nuova stagione

Lo chef, forte del recente riconoscimento della terza stella Michelin a Villa Crespi, come sempre metterà a disposizione come sempre le sue abilità culinarie e la sua esperienza imprenditoriale per cambiare il destino dei ristoranti a un passo dalla chiusura, oltre che la sua sensibilità per cercare di risolvere le questioni famigliari e personali, dove spesso risiedono le origini della crisi di un’attività. “Prima di mettermi al lavoro sui piatti e sul menù, cerco di capire qual è l’origine del problema, cerco di far uscire dalle persone quello che hanno dentro” – spiega Cannavacciuolo – Ce la metto tutta, dò il massimo e dopo cinque giorni arrivo a casa davvero stanco, ma sono contento se posso aiutare qualcuno che ha passione e la volontà”.

Cannavacciuolo: “Nella prima puntata una storia di famiglia che mi ha toccato”

Nella prima puntata, Cannavacciuolo arriverà al ristorante “L Civel” di Casalbeltrame (Novara), un ristorante a conduzione familiare rilevato da Giovanni e Paola come investimento per il futuro per le loro tre figlie, ma che rischia di chiudere per una diatriba iniziata tra i fornelli e sconfinata tra le mura di casa.

“In questa stagione abbiamo incontrato tante famiglie italiane, famiglie in cui ci si può rispecchiare e che ci possono aiutare a riflettere sulla nostra – racconta Cannavacciuolo – Quella della prima puntata di quest’anno è forse la storia che più mi ha toccato e mi ha dato qualcosa. Mi ha fatto pensare alla mia famiglia, ai miei figli, a cosa vuol dire per loro avere un papà così devoto al lavoro, e sono tornato a casa con uno spirito diverso”.

A proposito della sua famiglia, Cannavacciuolo rivela il segreto che gli permette di lavorare in armonia con sua moglie Cinzia: “Tra noi due c’è sempre stato grande rispetto, un rispetto dei ruoli, un rispetto all’interno della coppia. I risultati sono quelli che avete visto tutti: conquistare le tre stelle Michelin non è da tutti, in Italia ci sono 12 ristoranti con questo primato, nel mondo 110. Per noi è stato un riconoscimento bellissimo”. Un traguardo che, forse, ha ripagato il sacrificio più grande dello chef: “Per questo lavoro ho rinunciato alla mia gioventù, non ho potuto fare gli sbagli e le ca**ate che si fanno a vent’anni e un po’ me ne pento”.

Per Cannavacciuolo va avanti chi ci crede davvero

Tornando a Cucine da incubo, Cannavacciuolo spiega di avere il fiuto per chi, dopo il programma, riuscirà ad andare avanti nell’attività e chi invece si ritroverà peggio di prima. “Il segreto è la motivazione: quando si crede a quello che si fa e a dove si vuole arrivare, quando poi ci sono anche dei figli, dei giovani con tanta voglia di crescere, allora ce la si può fare. Quando, invece, si sottovaluta questa professione, quando ci si crede degli chef solo perché si sa preparare un piatto di spaghetti e due uova, non si arriva molto lontano”.

Come fare una spesa di qualità risparmiando

Una cosa che fa arrabbiare lo chef è sopratutto il risparmio sugli ingredienti: “In un ristorante è giusto e importante risparmiare quando si può, ma questo non deve andare a scapito della qualità delle materie prime. Spesso mi trovo a spiegare come fare una spesa risparmiando, ma senza rinunciare alla qualità: ricordo che una volta sono andato in un ristorante biologico che acquistava i prodotti bio al supermercato e non sapeva che a pochi chilometri di distanza c’era un agriturismo che produceva con agricoltura biologica. Acquistare dal produttore consente di eliminare il costo dei vari passaggi di filiera”.

Cucine da incubo: chef Cannavacciuolo in missione nei ristoranti in crisi da Novara a Palermo

In ogni episodio di Cucine da incubo, show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy, chef Cannavacciuolo arriverà dunque nel locale per provare in prima persona il menù e valutare cibo e servizio, osserverà poi lo staff al lavoro e, in base ai problemi emersi, darà la sua consulenza, fornendo anche consigli per un nuovo menù.

Il locale sarà sottoposto a un make over totale, una ristrutturazione completa da compiere in tempi record, che darà un nuovo aspetto alla location per renderla più accogliente e funzionale, creando un’atmosfera diversa rispetto a quella del passato, finalmente a misura di cliente.

Dopo questi interventi, lo staff sarà poi pronto a ricominciare: con la passione per la ripartenza e la forza dei consigli ricevuti dallo chef, ma anche con la fondamentale consapevolezza degli errori passati, tutte le persone al lavoro in sala e cucina potranno tornare al lavoro, riaprendo le porte alla clientela.

Dopo la puntata di Novara, nei successivi episodi di “Cucine da incubo”, Antonino Cannavacciuolo sarà impegnato in altre missioni impossibili a Grottaferrata (Roma), Misilmeri (Palermo), Cologno Monzese (Milano), Colle Val d’Elsa (Siena), Bogliasco (Genova), Porto Cesareo (Lecce).

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