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La milanese della nonna | La Cucina Italiana

La Cucina Italiana

Noi le abbiamo sempre chiamate bistecche impanate: perché la milanese, quella classica, di vitello e con l’osso, non la si faceva quasi mai, in famiglia. Soprattutto mia nonna non la faceva mai. Nata nel 1910, aveva vissuto tutte le difficoltà della guerra, con una famiglia da nutrire, nonostante le ristrettezze. E anche molti anni dopo,  in tempi più sereni, l’attitudine al risparmio era rimasta radicata saldamente in lei. Quando noi nipoti andavamo a trovarla per pranzo, ci preparava sempre piatti che considerava di festa: la bistecca impanata era tra quelli, insieme a un altro grande classico, il risotto alla milanese (semplice, senza ossobuco). Com’erano, quindi, le sue bistecche impanate? Fettine di carne, quasi sempre fesa di vitello, quella delle scaloppine, per intenderci, impanate e poi fritte in padella. Le batteva con il batticarne, per renderle più grandi (eh… anche l’occhio voleva la sua parte!), le passava nelle uova sbattute con il sale, infine nel pangrattato. Poi finivano in padella, dove bastavano pochi minuti per cuocerle, nell’olio misto a poco burro. Ma non finiva qui! 

Le mele, per non sprecare

Quasi sempre avanzava un po’ di uovo sbattuto e del pangrattato ormai “sporco” di uovo, e quindi non recuperabile. Ecco entrare in scena le mele, allora, da trasformare in irresistibili frittelle. Sbucciate, detorsolate e tagliate in fettine tonde, con il buco in mezzo. Le passava nell’uovo (salato) e poi nel pangrattato e le cuoceva proprio come le bistecche. Le adoravo, addirittura le preferivo alla carne che lei considerava più preziosa. Le rubavo appena fritte, per gustarmele ancora calde, prima ancora di mangiare la bistecca: mi piaceva moltissimo il contrasto tra la dolcezza delle mele e il gusto salato della panatura. Ecco come mia nonna riusciva a preparare una milanese speciale e delle frittelle croccantine, per non sprecare proprio neanche un po’ di uovo e nemmeno una briciola di pane. 

La milanese della nonna, la ricetta

Ingredienti per 4 persone

4 fettine di vitello
2 uova
2 bicchieri di pangrattato
2 mele
olio extravergine di oliva
burro, sale

Procedimento

Ripulite le fettine di vitello da eventuale grasso in eccesso, quindi battetele con il batticarne per assottigliarle. Se diventano troppo grandi, tagliatele a metà, anche per friggerle con più agio.
Sbattete due uova con una forchetta, in un piatto fondo, e salatele. Se volete, aggiungete anche una macinata di pepe. Versate anche il pangrattato in un vassoietto. 
Passate le bistecche nell’uovo sbattuto, poi nel pangrattato, premendo bene con le mani, in modo che la panatura aderisca bene alla carne.
Friggete poi le bistecche in una larga padella, abbastanza grande da non dover sovrapporre le bistecche: basteranno 1-2 minuti per lato, essendo molto sottili. Regolatevi secondo la padella e la forza del fuoco e cuocete finché non diventano dorate
Appoggiate le bistecche su carta da cucina.
Sbucciate le mele, detorsolatele con l’apposito detorsolatore (se non ce l’avete, tagliatele a fette, poi eliminate il centro con i noccioli e il torsolo utilizzando un coltellino. 
Passatele nell’uovo e nel pangrattato, quindi friggetele nella padella, rinnovando olio e burro
Appoggiate anch’esse su carta da cucina. Salate leggermente carne e mele e servitele.

come preparare una cotoletta a regola d’arte

come preparare una cotoletta a regola d'arte

Croccante fuori e tenera dentro, è un piatto amato da tutti: ecco 10 consigli per preparare la cotoletta perfetta!

La cotoletta è da sempre uno dei piatti tipici della cucina lombarda, nonostante le sue origini non siano del tutto chiare ancora oggi. Il dibattito se sia nata prima la cotoletta alla milanese o la Wiener Schnitzel tiene ancora banco e un articolo apparso sul Sole 24 ore ingarbuglia ancora di più le cose: “Dai libri francesi emerge che la cotoletta alla milanese (e il Wiener Schnitzel) non sono affatto milanesi. Una ricetta del 1735, ma soprattutto il trattato “La science du maitre d’hotel”, del 1749, parla di cotolette impanate e fritte, che vengono riportate anche nelle edizioni successive del fortunatissimo libro, e arriveranno a Milano con il nome di “Cotolette rivoluzione francese”. La differenza sostanziale con la milanese consiste nella marinatura della carne in burro fuso, sale, pepe, chiodi di garofano ed erbe aromatiche, prima del passaggio nella farina, uovo e pangrattato.

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Comunque sia, la cotoletta alla milanese è un secondo di carne tutt’altro che trascurato nelle carte dei migliori ristoranti lombardi (ma non solo), e, nonostante le numerosissime varianti in circolazione, la sua carta d’identità è una e una soltanto.

L’unica cotoletta alla milanese consiste in una lombata di vitello, con l’osso, dello spessore di circa 1,5 cm. Tutte le altre sono imitazioni. E prima di impanarla, bisogna incidere la carne leggermente, con un coltello appuntito lungo il bordo connettivo, per evitare che si arricci in cottura.

Accompagnata con patate fritte, insalata o verdure miste, la cotoletta è il piatto preferito di ogni bambino, risolve con gusto una cena informale tra amici o un allegro pranzo in famiglia. La si potrebbe quasi definire un comfort food!

Prepararla a regola d’arte è tutt’altro che banale, ma con i nostri suggerimenti la cotoletta non avrà più segreti per voi. Seguite il tutorial.

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