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Bambù in cucina: perché è buono per noi e l’ambiente

La Cucina Italiana

È il giunto il momento di portare il bambù in cucina, anche in Occidente Comune sulle tavole di tutto l’Oriente, il bambù sta piano piano conquistando anche le tavole del resto del mondo, grazie al sapore delicato e al fatto che, in qualsiasi stato di cottura, il bambù rimane croccante e quindi particolarmente adatto come ingrediente di ogni tipo di piatto

Tante sono le varietà di bambù gigante esistenti. Il bambù si presta a svariati utilizzi, dagli utensili all’alimentazione. Alcune varietà come Moso sono commestibili e si prestano a diversi tipi di cucina.

Il sapore del bambù commestibile può essere paragonato, in base al tipo di cottura e alla provenienza, a una via di mezzo tra l’asparago bianco e il carciofo. Il bambù in cucina è una specialità tutta da scoprire, sana e gustosa se saputa cucinare.

Come consumarlo

Il germoglio del bambù emerge in primavera ed è caratterizzato da un sapore delicato e una consistenza croccante

I tipi di preparazione di questo particolare e gustoso piatto sono molteplici. In generale, i germogli di bambù dovrebbero essere consumati e utilizzati nelle diverse preparazioni solo dopo essere stati accuratamente lavati e bolliti (almeno 10 minuti ogni 100 g di prodotto) al fine di eliminare gli effetti nocivi di alcune tossine naturali in esso contenute (i glicosidi cianogenici, presenti anche nella manioca). È consigliabile aggiungere all’acqua di cottura amido di riso al fine di eliminare quel retrogusto amarognolo che caratterizza i germogli di quasi tutte le tipologie di bambù commestibile e conferirgli così un sapore più dolce e gradevole. L’altra caratteristica di questo particolare alimento è la sua croccantezza che si mantiene anche dopo la cottura.

Per apprezzarne appieno il sapore, soprattutto se non lo si conosce, si può consumare il bambù da solo, tagliato a fette molto sottili, oppure a rondelle e condito con un filo d’olio e una leggera spruzzata di limone. Altrimenti, i germogli di bambù possono essere saltati in padella, meglio ancora se in un wok, e abbinati a diverse verdure. I cuori di bambù sono ottimi anche marinati e conditi con spezie a piacimento.

Proprietà e benefici del bambù

Oggi il bambù è considerato uno dei cibi del futuro grazie alle sue proprietà benefiche. Infatti è considerato un vero e proprio superfood, grazie alle innumerevoli sostanze nutritive che contiene e alle sue particolari caratteristiche. Ipocalorico, povero di grassi e ricco di fibre, il bambù rappresenta un ingrediente prezioso per chi vuole un’alimentazione sana e nutriente.

Inoltre, il bambù è un’ottima fonte di potassio, che abbassa la pressione sanguigna e contrasta gli effetti negativi del sodio all’interno del nostro organismo.  

Nel bambù troviamo poi anche altri minerali importanti per le ossa e dall’effetto anti-aging. Infine ha proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. A ciò si aggiunge la fibra alimentare di primissima qualità che abbonda nei germogli di bambù, perfetta per prevenire e combattere il colesterolo.

La sua crescita è considerata al momento tra le più veloci al mondo e si sta affermando tra i consumatori che cercano di seguire un’alimentazione sostenibile dall’alto valore nutritivo.

Coronavirus, i guanti di plastica distruggono l’ambiente

Coronavirus, i guanti di plastica distruggono l’ambiente

Spesso non vengono smaltiti in maniera responsabile. Simili ai sacchetti, presto raggiungeranno fiumi e mari trasformandosi in cibo per la fauna marina. E possono anche diffondere il contagio

Se non sono usati correttamente, possono addirittura trasformarsi in veicolo per la diffusione del coronavirus. E se non vengono smaltiti in modo responsabile, porteranno a un vero e proprio disastro ambientale, con lo sterminio di tante creature innocenti. I guanti di plastica possono essere utili, ma non in tutte le circostanze e solo a patto di rispettare le regole per il loro uso. Lo sottolinea l’associazione Plastic Free, che ha lanciato una petizione diretta a Sergio Costa, ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che è già stata firmata da quasi 6mila persone.

«Pensi che servano davvero i guanti in plastica se poi tocchiamo ogni cosa? Soprattutto quando andiamo a fare la spesa, con gli stessi guanti usciamo di casa, guidiamo l’auto, tocchiamo il carrello, poi il telefono per leggere la lista della spesa, poi la spesa, i soldi o la carta di credito per il pagamento. Una volta tolti, tocchiamo nuovamente la spesa e il cellulare senza problemi. Davvero pensi che l’utilizzo dei guanti in plastica siano davvero efficaci?», si legge nel testo. In effetti, bisognerebbe anche ricordare che il virus sopravvive fino a 72 ore sulla plastica. Lo spiega anche l’Istituto superiore di sanità (Iss), che sul suo sito scrive che l’uso «dei guanti, come quello delle mascherine, aiuta a prevenire le infezioni ma solo a determinate condizioni. Diversamente, il dispositivo di protezione può diventare un veicolo di contagio».

Sì ai guanti a patto che «non sostituiscano la corretta igiene delle mani che deve avvenire attraverso un lavaggio accurato e per 60 secondi, siano ricambiati ogni volta che si sporcano ed eliminati correttamente nei rifiuti indifferenziati, come le mani, non vengano a contatto con bocca naso e occhi, siano eliminati al termine dell’uso, per esempio, al supermercato, e non siano riutilizzati».

L’altro enorme problema è la loro dispersione nell’ambiente. «Nella maggior parte dei casi, il loro utilizzo si circoscrive all’interno dei centri commerciali dove a fine utilizzo vengono lasciati nei carrelli, gettati in secchi della spazzatura senza coperchio o lasciati a terra. Un colpo di vento e vanno ovunque», dice ancora la petizione.

«La situazione sta davvero sfuggendo di mano. L’uomo e la plastica non vanno d’accordo, non lo sono mai andati. Il coronavirus doveva farci riflettere sull’importanza del nostro pianeta, ma non è andata così. L’inquinamento e l’inciviltà è aumentata, il senso di responsabilità per avere un mondo migliore è scomparso. I guanti in plastica monouso, spesso simili a bustine, sono ovunque e presto raggiungeranno fiumi e mari trasformandosi in cibo per la fauna marina. Cosa significa questo? Disastro ambientale e sterminio di tante creature innocenti».

L’unico modo per «fermare questa catastrofe», dice l’associazione, è smettere di utilizzare i guanti di plastica e, piuttosto, appena usciti dal supermercato, igienizzarsi le mani con un disinfettante gel prima di toccare il volante dell’auto o prendere il telefono.

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