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Vigna a Vigna. Intervista a Bruno Vespa, giornalista e produttore di vino

Vigna a Vigna. Intervista a Bruno Vespa, giornalista e produttore di vino

Tutti conoscono Bruno Vespa nei panni del conduttore di Porta a Porta, talk show di politica, società e costume, in onda su Rai Uno dal 1996. Meno famoso, invece, è il “secondo lavoro” del giornalista, quello di produttore di vini in Puglia, insieme con i figli Alessandro e Federico e la moglie Augusta Iannini. Lo abbiamo intervistato e ci ha raccontato di una grande passione, che dura da più di cinquant’anni.

Intervista a Bruno Vespa, produttore di vino

Vespa Vignaioli comprende 44 ettari, di cui 32 coltivati a vigneto, nella zona di Manduria, patria del Primitivo. Sede della cantina è la Masseria Li Reni, con camere e, da poco, un delizioso ristorante. 

Sia tu sia tua moglie Augusta siete di origine aquilana: perché non hai aperto la tua azienda vinicola in Abruzzo?

«Perché l’Abruzzo è una regione enologicamente matura. Ha già dato il meglio di sé con una spettacolare rivoluzione durata più di 30 anni. La Puglia, invece, ha ancora enormi potenzialità: gran parte del mondo non conosce i suoi vini di alta qualità, fermandosi alla fascia molto bassa della produzione».

Hai scelto la Puglia, ma sembra che tu sia molto affascinato anche dal Veneto, come dimostrano alcune tue collaborazioni con nomi eccellenti del vino locale, queli Masi e Villa Sandi. Ci sarà presto qualche altra novità extra pugliese?

«Francamente non lo so. La trasferta veneta è determinata dalla provocazione, insieme con il grande Sandro Boscaini, patron di Masi, di fare un vino con le uve del Primitivo e dell’Amarone, che ha dato vita al Terregiunte. Abbiamo fatto, alla luce del sole, quello che in Veneto, in Piemonte, in Toscana e altrove fanno senza dichiararlo, utilizzando le uve da taglio pugliesi come benefica trasfusione di sangue alle loro uve nobili, ma talvolta un po’ anemiche. Venendo in Puglia per battezzare Terregiunte, insieme con il collega pugliese Michele Emiliano, il governatore del Veneto Luca Zaia ha voluto che diventassi testimonial del Prosecco. Così ho affittato un meraviglioso ettaro nella parte più bella della Valdobbiadene da Giancarlo Moretti Polegato, patron di Villa Sandi».

Hai raccontato che è stato Gino Veronelli, negli anni Settanta, a trasmetterti la passione per il vino. Quali sono stati i tuoi primi incontri e assaggi memorabili?

Vacanze al mare: dove e come avvistare delfini e balene

La Cucina Italiana

Le vacanze si avvicinano e la voglia di mare e attività nuove e vacanziere si fa sempre più forte. Tante sono le attività da fare: dalle passeggiate, alle attività di pescaturismo, ai tanti ristoranti di mare in giro per l’Italia, ma le potenziali attività da fare non finiscono qui.

Infatti, in una delle vostre prossime mete estive e marittime potrete decidere di partecipare ad un’esperienza diversa e indimenticabile: osservare i delfini e le balene non all’interno della vasca di un acquario, ma liberi di nuotare nel loro ambiente naturale, il mare. La buona notizia è che per vivere questo tipo di esperienza non è necessario partire per qualche meta dall’altra parte del mondo: delfini e, in alcuni momenti fortunati dell’anno, anche balene possono essere avvistati nelle nostre acque, grazie al lavoro di operatori turistici che organizzano escursioni nel rispetto di requisiti di sostenibilità e del benessere di questi animali. 

In Italia, infatti, Friend of the Sea, standard di certificazione leader a livello mondiale per prodotti e servizi che tutelano e proteggono l’ambiente marino, collabora con gli operatori turistici dell’Arcipelago della Maddalena, del Golfo Aranci e dell’Area marina protetta delle isole Pelagie. A tutti loro Friend of the Sea ha già da tempo attribuito la certificazione Sustainable Dolphin and Whale Watching, che prevede l’adozione e il rispetto di un codice di condotta a basso impatto durante i fortunatissimi avvistamenti di delfini e balene. 

Quest’anno nasce inoltre un nuovo premio per gli operatori turistici, il Whale Safe Award, per le buone pratiche di approccio e di sicurezza nei confronti delle balene, messe in atto nel corso delle escursioni. Perché gli operatori turistici ottengano questo riconoscimento è necessario, ad esempio, che rispettino una “velocità lenta e costante”, vale a dire inferiore o uguale a 5 nodi, nell’area di osservazione e una “distanza minima di 100m dalle balene e di 50m dai delfini”.
Questi requisiti si aggiungono quindi a quelli specifici già previsti dalla certificazione Sustainable Dolphin and Whale Watching, come ad esempio il divieto per le imbarcazioni di emettere suoni nell’acqua per attirare i cetacei.

 «Il rapido aumento del numero di organizzazioni per l’osservazione di delfini e balene rischia di avere un impatto negativo sul comportamento naturale dei cetacei e influenzare i loro modelli migratori. Per questo motivo iniziative responsabili sono fondamentali per mantenere questa attività come un’attività di turismo marino a lungo termine. E, di conseguenza, per godere di avvistamenti di balene e delfini migliori e di maggiore durata», ha dichiarato Paolo Bray Fondatore e Direttore di Friend of the Sea.

A Lampedusa

A Lampedusa, dieci pescatori hanno ricevuto il riconoscimento Whale Safe di Friend of the Sea. A bordo della stessa imbarcazione con cui durante l’anno pescano, questi uomini di mare ospitano nei mesi estivi i turisti, alla ricerca dei delfini che attraversano l’area marina protetta. A fare da padrone di casa qui è il tursiope, ma non è raro avvistare anche altre specie.Tutto viene poi condiviso dai pescatori con i turisti, sotto forma di racconti che accompagneranno l’escursione.

In Sardegna

Il Golfo dei Delfini è invece il progetto della Onlus Worldrise a Golfo Aranci, in Sardegna. Anche qui il network di operatori turistici di dolphin watching sostenibile garantisce le escursioni nel totale rispetto degli animali grazie al codice di condotta di Friend of the Sea applicato durante l’avvistamento.  Ogni uscita in barca con il Golfo dei Delfini si trasforma per il turista in una vera immersione nel mondo di questi animali, con i racconti degli operatori su come i delfini cacciano, come comunicano o come dormono, e anche su cosa li disturba e per quali motivi. Le parole lasciano però il posto a un silenzio meravigliato quando, raggiunto il posto di avvistamento e spenti i motori dell’imbarcazione, i delfini si avvicinano senza troppe remore.

Ciò che contraddistingue queste attività è il fatto di abbracciare il cambiamento a favore del pianeta promuovendo diverse pratiche ecologiche prima e durante le escursioni: dalla formazione degli operatori, alla tutela di delfini e balene nel corso degli avvistamenti, fino all’abolizione della plastica monouso a bordo. Perché tutti questi componenti, insieme, influiscono sulla salute del mare.

Fonte Friends of the Sea

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