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Coppa Piacentina DOP in insalata di erbe fresche, pomodorini marinati e melone

Un’insalata fresca e nutriente, da gustare – non solo – in estate? Ecco la nostra proposta a base di Coppa Piacentina DOP!

In Italia, il territorio piacentino è storicamente una zona votata alla produzione di ottimi salumi: caratterizzato da un clima continentale umido con variazioni termiche non eccessive, che ha favorito sin dai tempi più antichi lo sviluppo di un’economia basata sulla pastorizia e sull’allevamento, soprattutto di suini.

Si narra che già all’inizio del XV secolo, i salumi piacentini fossero i preferiti dai negozianti di Milano e della Lombardia, che li denominavano “roba de Piasèinsa” per distinguerli da quelli provenienti da altre località della pianura padana.

Ed è quindi in questo territorio che nasce la pregiata Coppa Piacentina DOP, prodotta utilizzando i muscoli del collo del suino, insaporiti con una miscela di sale e spezie e poi massaggiati e avvolti nell’involucro di suino naturale, detto “pelle di sugna”. Infine, il prodotto viene fatto asciugare per un periodo di 10-15 giorni e stagionato per almeno 6 mesi.

Il suo gusto dolce e delicato (che si affina con il procedere della maturazione) e il suo colore rosso vivo si sposano alla perfezione con le fette di melone, con il gusto fresco dei pomodorini e della rucola in un’insalata veloce da preparare e tutta da provare.

Ingredienti

200 g Coppa Piacentina DOP
1 melone
100 g di pomodorini
100 g  rucola
Dragoncello
Melissa
Basilico
Menta piperita e romana
Liquirizia
Prezzemolo
Maggiorana
Timo
Timo al limone
Coriandolo
Assenzio

Procedimento

Ottenere da un melone 100 g di palline con uno scavino.
Sbollentare i pomodorini in acqua, pelarli e lasciarli marinare con olio, sale e pepe.
Unire la rucola con tutte le erbette, aggiungere i pomodorini marinati e la Coppa Piacentina DOP.
Condire a piacere con olio, sale e pepe, aceto balsamico e servire.

Il panettone Fiasconaro è il più buono d’Italia

L’azienda Fiasconaro di Castelbuono da quasi vent’anni sforna il più settentrionale dei dolci natalizi e nel 2018 il suo panettone è stato giudicato il migliore d’Italia al Sigep, il Salone internazionale del dolciario di Rimini

Nel mezzo del Parco delle Madonie, in un paesaggio naturale rigoglioso e indomito, c’è un luogo in cui un profumo intenso di vaniglia e di burro aleggia nell’aria, notte e giorno, penetrando ogni vicolo: è Castelbuono, il paese dove Nicola Fiasconaro ha deciso di creare i panettoni più buoni non soltanto della Sicilia, ma di tutta Italia. Riuscendoci.

La storia di una famiglia pervicace

La fortuna dei Fiasconaro, oggi alla terza generazione, inizia con Mario, che nel 1953 decise di aprire un piccolo laboratorio di gelateria e pasticceria a Castelbuono, suo paese natale. In un momento storico in cui i frigoriferi non erano così diffusi, per preparare i gelati Mario si faceva mandare la neve dall’Etna o dai Nebrodi e poi con i limoni e le arance ricchi di succo e di profumi creava i gusti tanto caratteristici della sua Sicilia. Il successo fu immediato. Ai gelati si affiancarono poi cassate, cannoli, sfincioni alla ricotta e tutti i dolci tipici siciliani. La produzione continuò a essere nel piccolo laboratorio sino alla fine degli anni 90, quando ad aiutare Mario arrivarono i suoi tre figli, Nicola, Martino e Fausto. Le competenze, la voglia di fare e l’intuito dei tre ragazzi fecero spiccare il volo all’azienda che divenne una realtà conosciuta in tutto il mondo. Da allora è cambiata anche la produzione: Nicola, che dei tre fratelli è quello che si è dedicato alla pasticceria, durante i suoi viaggi alla scoperta di prodotti e di tecniche di pasticceria, si è innamorato della pasta acida, di Gioacchino Alemagna e del suo panettone, e ha deciso di provare a farne uno anche in Sicilia, nella sua Castelbuono. Il risultato sono stati 10mila kg di panettoni sfornati al giorno, che oggi, grazie all’intraprendenza e alla capacità dei figli di Nicola, sono assaggiati in tutto il mondo.

L’alchimia dell’impasto

Il panettone Fiasconaro per diventare il dolce soffice e morbido apprezzato da tutti (tra cui molti volti famosi come Bruce Springsteen e Madonna) ha bisogno di tre giorni di lavorazione. Tutto ha inizio da una pasta madre portata in Sicilia 20 anni fa che viene rigenerata ogni giorno alle prime ore del mattino. Dopo una prima lavorazione, l’impasto viene messo nel bricchetto di cartone e poi lievita per 15 ore. Dopo la cottura viene lasciato in una camera refrigerata a riposare altre 15 ore, in modo che perda parte dell’umidità. Questo passaggio gli consente di poter restare soffice e morbido per circa 3 mesi, senza l’uso di alcun conservante. Infine viene imbustato, confezionato e spedito in ogni parte del mondo. Lavorazione artigianale, materie prime e personalizzazione delle confezioni sono le chiavi del successo che fanno del panettone Fiasconaro un prodotto di altissima qualità.

Una liason d’autore

Per Natale poi è nato un grande sodalizio con altri due nomi del made in Sicily: i due stilisti Dolce & Gabbana hanno infatti firmato il packaging del nuovo panettone Fiasconaro Zafferano e agrumi, fatto, come al solito, con materie prime locali di altissima qualità. Agrumi e carretti siciliani coloratissimi per un packaging di latta da collezionare e per un panettone che ancora una volta esalta i prodotti di Sicilia. Perché è isolano anche lo zafferano utilizzato nell’impasto, che viene coltivato nella provincia di Enna dove la cultura di questo oro rosso fa parte della tradizione. Tradizione ora riscoperta grazie al lavoro certosino di alcuni giovani imprenditori agricoli innamorati della propria terra. Lo stesso amore che porta Nicola a rimanere e a investire nel suo paese d’origine, impiegando nella sua azienda soltanto giovani di Castelbuono. Un modo, come dice il maestro pasticciere, di restituire un poco della grande fortuna e del successo che lui e tutta la sua famiglia hanno guadagnato nel mondo e soprattutto in Sicilia. Grazie a una passione, una intraprendenza e a una visione illuminata tipica dei grandi uomini.

conserve invernali

Gelatine e composte per accompagnare un pecorino o una fetta di panettone: tutto rigorosamente fatto a mano, per un regalo da gustare durante le feste o da conservare per i mesi a venire

Vi capiterà di essere invitati per una cena o un pranzo a casa di amici o da parenti tra Natale e Capodanno. Nell’imbarazzo di cosa portare come presente non lasciatevi prendere dal panico: pensate a qualcosa che si potrà gustare anche nei giorni a venire, con calma e con più tranquillità. Un regalo fatto da voi, come conserve invernali, ben confezionate, che i vostri amici potranno gustare nelle sere successive ai grandi festeggiamenti, o, perché no, anche presentare sulle tavole di questi giorni. Ecco qualche nostro suggerimento, buon lavoro!

Gelatina alla birra

Questa gelatina è perfetta da servire con formaggi stagionati, o si può gustare anche su crostini di pane tiepidi, come antipasto. Prepararla richiede pochissimo tempo. È importante scegliere una birra non troppo amara, perché la gelatina abbia un buon sapore: ottime le doppio malto rosse, morbide. Per prima cosa versate un litro di birra lentamente, per evitare che faccia troppa schiuma, in una pentola dalle pareti alte. In una ciotola con acqua fredda ammollate 20 g di colla di pesce e quando sarà morbida, strizzatela e tenetela da parte. Versate nella pentola con la birra 300 g di zucchero di canna e fate cuocere a fuoco dolce, sino a che il liquido non si sarà ridotto di un terzo. A questo punto aggiungete la colla di pesce strizzata, mescolate e versate nei vasetti precedentemente sterilizzati la vostra gelatina, capovolgeteli e lasciate che si raffreddino, per formare il sottovuoto. Quando saranno freddi, controllate che si sia formato il sottovuoto e dopodiché confezionateli per i vostri amici. Si conservano integri per 3-5 mesi.

Gelatina di mandarino al vino Moscato

Anche questa gelatina è ottima se accompagnata da formaggi a crosta fiorita come il Camembert, ma è perfetta anche servita con una fetta di Panettone o Pandoro. Per prima cosa spremete il succo di un kg di clementine, versatelo in una pentola capiente e aggiungete 50 g di zucchero di canna e 200 ml di Moscato dolce. Fate cuocere a fuoco dolce sino a che il liquido si sarà ridotto della metà, aggiungete 15 g di colla di pesce ammollata e strizzata, mescolate bene e versate la gelatina nei vasetti già sterilizzati. Chiudete, capovolgete e lasciate raffreddare. Prima di servire lasciate la gelatina in frigo per un’ora.

Composta di zucca e pere

Prendete 500 g di zucca mantovana Igp, decorticatela, levate i semi interni e tagliatela a cubotti. Mettete la zucca in una casseruola, aggiungete una pera abate sbucciata e tagliata a pezzetti, aggiungete 250 g di zucchero di canna, due cucchiai di Brandy, poco zenzero fresco grattugiato e fate cuocere a fuoco lento sino a che il composto non avrà raggiunto una consistenza morbida e omogenea. Aggiungete anche qualche cucchiaio di acqua se il composto dovesse risultare troppo denso. Frullate tutto, aggiungete 16 g di colla di pesce ammollata e strizzata, mescolate bene e versate la composta nei vasetti che avrete sterilizzato precedentemente. Lasciate raffreddare a testa in giù e poi confezionate le vostre piccole dolcezze e fatele gustare ai vostri ospiti.

Cipolle di Tropea e pinoli

Ottima con formaggi o con carni bollite, questa composta è molto semplice da preparare. Per prima cosa spellate 600 g di cipolle rosse di Tropea, affettatele e mettetele in una casseruola con 100 g di zucchero di canna, 1 cucchiaino di sale, 1 foglia di alloro, 100 g di pinoli e il succo filtrato di un limone. Fate cuocere a fuoco dolce per circa un’ora e poi versate nei barattoli, capovolgeteli e lasciate raffreddare per formare il sottovuoto. Questa composta si conserva per circa 6 mesi in un luogo fresco e asciutto.

Confettura di mele cotogne e cannella

Un’ottimo accompagnamento per tantissime preparazioni: che siano crostate, formaggi o carni lessate, questa confettura è facile e veloce da preparare e dà grandi soddisfazioni. Procuratevi 1 kg di mele cotogne, 600 g di zucchero di canna e due limoni non trattati. Per prima cosa affettate e detorsolate le mele, senza sbucciarle, e tagliatele a pezzetti. Mettete tutto in una grande pentola, aggiungete lo zucchero e portate a bollore. Fate cuocere per circa 30 minuti, aggiungete il succo dei limoni e la loro buccia. Spegnete, unite una spolverata di cannella, rimescolate e frullate con un mixer. Versate nei contenitori che avrete già sterilizzato, chiudete e capovolgete, attendendo che il composto si raffreddi e si formi così il sottovuoto. Questa confettura si conserva per circa 3 mesi chiusa correttamente, mentre una volta aperta, va consumata in tre o quattro giorni.

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