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“Ottobre FAI – Il futuro dell’Italia nelle nostre mani”, la spesa che aiuta

La Cucina Italiana

Aiutiamo il patrimonio artistico e naturalistico italiano facendo la spesa. Fino al 31 ottobre e per il 14esimo anno consecutivo Iper La grande i e Unes, insegne del Gruppo Finiper Canova, partecipano alla campagna nazionale di raccolta fondi promossa dal FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS con l’obiettivo di fornire un sostegno concreto alle attività di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Quest’anno il messaggio principale è un invito all’azione che si sintetizza in “FAI la tua parte” perché il futuro dell’Italia è nelle nostre mani e ciascuno di noi può compiere azioni e gesti che fanno la differenza contribuendo, per quanto nelle nostre possibilità, a un cambiamento.

Il Gruppo Finiper coinvolge attivamente i clienti dei propri punti vendita che possono aggiungere alla spesa una cifra a partire da 5 euro che viene devoluta interamente al FAI e che consente di ricevere la FAI Donor Card. La Card dà diritto a un ingresso gratuito in uno dei 55 Beni aperti al pubblico di cui la Fondazione si prende cura su tutto il territorio nazionale per vivere un’esperienza unica in luoghi speciali immersi nella bellezza. L’elenco dei luoghi visitabili è disponibile sul sito www.fondoambiente.it.

Con un impegno concreto verso la Campagna, dal 2010 al 2023, il Gruppo Finiper Canova ha permesso di raccogliere e devolvere oltre 1.200.000 euro a sostegno del FAI. Una collaborazione che rispecchia le politiche sociali del Gruppo, impegnato da sempre nel sensibilizzare il cliente al rispetto del patrimonio ambientale e culturale del nostro Paese, tramite iniziative di solidarietà e tutela.

“Come Gruppo Finiper Canova siamo fieri di sostenere la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale del nostro Paese: se il nostro contributo rappresenta il 45% rispetto al totale della raccolta fondi derivante dalle altre aziende partner, qualificandoci come il principale partner del progetto, è perché crediamo fermamente che la causa portata avanti dal FAI ci riguardi tutti e che sia fondamentale la partecipazione di ognuno di noi.  – dichiara Stefano Borsoi, Direttore Marketing di Iper La grande iPer questo, da 14 anni, siamo a fianco del FAI nella missione di sensibilizzare tutte le persone all’importanza della tutela e valorizzazione del nostro patrimonio attraverso la collaborazione sinergica tra le nostre insegne Iper La grande i e Unes supermercati.”

Il caffè espresso aiuta contro l’Alzheimer: il nuovo studio

La Cucina Italiana

Il caffè espresso aiuta a proteggersi dall’Alzheimer:  ha un effetto protettivo contro il declino cognitivo tipico della malattia. L’ultima conferma arriva da uno studio tutto italiano, condotto dall’Università di Verona e pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry. Il team di ricercatori, guidati dalla professoressa di Chimica Organica Mariapina D’Onofrio ha dimostrato che l’alta concentrazione di caffeina del caffè espresso inibisce in particolare l’aggregazione della proteina Tau. Il meccanismo che provoca l’Alzheimer dipende infatti proprio da questa proteina: contribuisce al funzionamento dei neuroni nel cervello ma, quando non opera correttamente, si aggrega formando dei cluster. È proprio questa mutazione a provocare patologie neurodegenerative.

Lo studio dell’Università di Verona sul caffè

Il meccanismo con cui il caffè espresso interviene nel prevenire queste aggregazioni non è ancora chiaro, ma lo studio intanto prova che è efficace. È stato condotto estraendo alcuni frammenti da chicchi di caffè, di cui è stata analizzata la composizione chimica con la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare, che è una tecnica non distruttiva che sfrutta i campi magnetici per analizzare la struttura molecolare di una sostanza. In particolare gli scienziati si sono concentrati su alcune sostanze chiave dell’espresso, e cioè caffeina, teobromina, trigonellina e genisteina e per chiarirne gli effetti le hanno incubate in vitro con una forma abbreviata della proteina Tau per 40 ore. In questo modo hanno visto che aggregati di proteina Tau si accorciano con l’aumentare della concentrazione di caffeina, genisteina o dell’intero estratto di caffè espresso. Non solo: hanno anche visto che questi aggregati più corti non sono tossici per le cellule né agiscono provocando ulteriore aggregazione.

Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche, la ricerca pone ottime basi per sperimentare nuovi composti bioattivi contro le malattie neurodegenerative. «Questi risultati – si legge infatti nello studio – aggiungono informazioni sul potenziale neuroprotettivo del caffè espresso e suggeriscono strutture molecolari candidate per la progettazione di terapie mirate a forme monomeriche o fibrillizzate della proteina tau».

Il ruolo del caffè secondo la scienza

Anche perché la ricerca veronese è un’importante conferma: sono diversi gli studi che provano che il caffè espresso, o meglio le sostanze contenute nel caffè, può avere un ruolo importante contro il declino cognitivo, e quindi contro gli effetti legati a tutte le patologie neurodegenerative come il Parkinson, oltre che l’Alzheimer.  Tra i tanti, il report «Le cose buone della vita: il consumo di caffè può ridurre il rischio di sviluppare l’Alzheimer?» dell’ISIC (Institute for Scientific Information on Coffee) che ha ricordato anche che i polifenoli – antiossidanti contenuti in tanti alimenti cardine della Dieta Mediterranea, su tutti frutta e verdura, e presenti anche nel caffè –  riducono le infiammazioni a livello cerebrale e quindi la mortalità dei neuroni.

Quanto caffè bere al giorno

Del resto è comprovato che in generale il caffè aiuti il cervello a funzionare correttamente, anche semplicemente aumentando la concentrazione stimolando la produzione di dopamina. 
Bene sottolineare però che non bisogna abusarne: l’OMS ricordare che la dose «sicura» è tre o al massimo quattro tazzine di espresso al giorno (o di tazze di caffè lungo, dato che contengono la stessa quantità di caffeina e cioè circa 100 mg), per una persona in buona salute. Dovrebbero berne meno le donne in gravidanza e in allattamento e i soggetti che soffrono di ipertensione, reflusso, insonnia, anche perché, se assunto in dosi eccessive il caffè può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. 

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