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Mangiare in via Veneto, aspettando la rinascita della dolce vita

Mangiare in via Veneto, aspettando la rinascita della dolce vita

Mangiare in via Veneto a Roma, la via più famosa della Capitale, non era cosa facile. Ma qualcosa sta cambiando. Perché via Veneto sta rinascendo dopo anni di oblio e lo sta facendo proprio a partire dalla cucina. Romana e italo-americana.

Il primo scandaloso spogliarello

Tutto era cominciato, ufficialmente, il 5 novembre del 1958, con la festa per il ventiquattresimo compleanno della contessina Olghina di Robilant al Rugantino di Trastevere: qui si esibì nel celebre spogliarello la ballerina turco-armena Aïché Nana, finendo mezza nuda su tutti i giornali dell’epoca. Roma era diventata la capitale internazionale del divertimento e della mondanità, e il suo epicentro era proprio via Veneto. Per la presenza degli hotel più lussuosi e dei locali aperti fino all’alba, via Veneto è stata per un ventennio il punto di ritrovo di vip, attori, nottambuli e paparazzi. Qui soggiornavano e passavano le serate, fra i bar, le lobby e le camere degli hotel che hanno fatto la storia della via. All’Harry’s Bar Frank Sinatra suonava il pianoforte e ancora oggi la sera si cena con il sottofondo del piano bar. Dal 1962 ha animato la Roma by Night e ospitato gli attori di Hollywood in visita alla Capitale, ma non c’entra nulla con quello di Venezia, quindi inutile cercare un piatto di carpaccio.

La grande bellezza: un cantiere

Nel 2013 è stato il set di La grande bellezza di Paolo Sorrentino, film che ha fotografato la upper class dei salotti romani, buoni e anche decadenti. «La grande bellezza sta a La dolce vita come la via Veneto di oggi sta alla via Veneto del 1959. Adesso è solo una strada di hotel di lusso dove è vano ricercare il clima notturno di un tempo» aveva scritto Alessandra Levantesi Kezich, critica cinematografica per “La Stampa”, in occasione della sua uscita. Ebbene sì, perché è davvero inutile venire in via Veneto alla ricerca di caffè affollati di artisti, intellettuali, divi e fotografi. Negli anni altri quartieri si sono fatti largo nelle preferenze di romani e turisti e via Veneto è rimasta accomodata sugli allori. Oggi via Veneto è un cantiere.

Fra pubblico e privato, c’è il progetto (già avviato) di riqualificare l’aspetto urbanistico e di rilanciare i locali storici per riportare via Veneto great again. Molti hotel prestigiosi sono attualmente chiusi o in ristrutturazione: il primo hotel di via Veneto, l’Hotel Majestic, inaugurato nel 1889 e progettato dall’architetto Gaetano Koch, autore tra gli altri del vicino palazzo dell’ambasciata americana e del palazzo della Banca d’Italia (Palazzo Koch), ha chiuso i battenti ed è stato acquisito da Boscalt Hospitality (Rothschild) e verrà ristrutturato. Il Westin Excelsior Rome, disegnato dall’architetto Otto Mariani ai primi del Novecento in stile neobarocco, è stato comprato e chiuderà a breve per lavori. Il Grand Hotel Via Veneto si trasformerà in un Nobu Hotel and Restaurant, anche se non si sa ancora quando. Poco distante, in via Boncompagni, sono iniziati i lavori per il nuovo Mandarin Oriental. Unica nota stonata, per il Cafè de Paris invece dopo il sequestro e dieci anni di chiusura, la serranda resta ancora abbassata e tutto tace. La via è ancora divisa in due, a sud a parte Signorvino è ancora tutto un cantiere o bar che servono American Breakfast a pochi euro, verso nord invece la rinascita è già cominciata.

Make dolce vita Great Again

Primo a guidare la cordata della rinascita, l’InterContinental Rome Ambasciatori Palace, così chiamato proprio in onore della vicina ambasciata americana. Costruito come residenza dell’ambasciatore, poi trasformato in biblioteca, è il primo cinque stelle a inaugurare il nuovo corso della via più famosa della capitale. Centosessanta camere a pura vocazione leisure, un design che riprende gli stilemi della romanità, un rooftop con vista e il ristorante Scarpetta NYC che attrae un pubblico di turisti americani e local; che in via Veneto significa ancora americani. Scarpetta NYC è un cortocircuito: un ristorante di cucina italo-americana, voluto da un newyorkese, ispirato al concetto di La dolce vita, da cui il nome del gruppo LDV Hospitality. Un format foresto che incarna l’italianità all’estero, e non un tentativo di imbastardire la cucina italiana per incontrare i gusti altrui. Pasta e pane fatto in casa, spaghetti al pomodoro (e burro, cremosissimi) e menù da steak house, proprio come negli Stati Uniti. Amatissimo dagli expat, dai diplomatici, dai cittadini americani di Roma e persino dai turisti in viaggio che ritrovano così i sapori di casa e un locale in cui sentirsi trasportati a New York. Via Veneto è infatti un avamposto americano in Italia, non a caso il primo Hard Rock Cafe italiano aveva aperto qui, nel lontano 1998, e una delle discoteche più famose della capitale (aperta nel 1972) è proprio in zona e si chiama Jackie O’, intitolata all’iconica Jacqueline Kennedy, vedova di JFK, divenuta nel 1968 la signora Onassis.

Tour nel Roero aspettando il Giro d’Italia

Tour nel Roero aspettando il Giro d'Italia

Un’occasione per tutti gli appassionati di ciclismo, ma anche per quelli che amano le gite fuori porta. Il Roero è una tappa cult del Giro d’Italia

La tappa da Biella a Canale ci porta attraverso il magnifico territorio del Roero, ricco di spunti per un itinerario tra cibo, vino e monumenti. Un lungo fine settimana tutto da vivere.

Canale e dintorni

Un pranzo (o una cena) speciale
A 10 chilometri da Canale c’è uno dei templi della cucina tradizionale piemontese: il ristorante Il Centro Priocca. Non si può andare a Priocca senza essere passati dal Centro: cucina piemontese che affonda le radici nella tradizione, con un’interpretazione contemporanea dei piatti. Qui tutto è più buono. I tajarin sono conosciuti (e apprezzati) in tutto il mondo, visto che gli ospiti arrivano da ogni parte del globo. La battuta al coltello con le verdure dell’orto; i peperoni in agrodolce; i plin; la finanziera, piatto caro a Camillo Benso Conte di Cavour.
Per informazioni e prenotazioni info@ristoranteilcentro.com. Ristorante Il Centro Via Umberto I, Priocca (Cn). È possibile pernottare alla Dimora Cordero, il Boutique Hotel della proprietà, che si trova proprio accanto al ristorante.

Dove dormire (e mangiare) a Monteu Roero

Cascina Vrona Agriturismo, frazione Sant’Anna 6 a Monteu Roero, a circa 4 chilometri da Canale d’Alba, sorge in una posizione panoramica, con vista sulle vigne. Si tratta di un bel cascinale di famiglia, apprezzato per la cucina tradizionale piemontese. Buona parte dei prodotti utilizzati (verdure, ortaggi, nocciole e zafferano) sono di produzione propria. La formula è quella del menu fisso, poi c’è un menu alternativo per celiaci (locale AIC – cucina senza glutine). Si possono fare escursioni in mountain bike e a piedi tra le colline e nei boschi; oppure passeggiate guidate in calesse.  La formula B&B in camera doppia € 90; singola € 75. Pensione completa a persona € 95. Connessione wi-fi gratuita. Prenotazione obbligatoria 0173 90629 mail cascinavrona@cascinavrona.it.

Cibo

La tinca di Ceresole d’Alba Presidio Slow Food

Cascina Italia, Azienda Agricola Mosso, via Pautasso 75, Ceresole d’Alba (Cn), sta a circa 15 chilometri da Canale, in quella zono conosciuta per le sue terre rosse, le acque ricche, per la Tinca Gobba Dorata, da sempre allevata negli stagni del Pianalto di Poirino. Da secoli si allevano questi pesci dalla livrea dorata e dal sapore delicato. Qui, anni addietro, ogni famiglia contadina aveva una tampa (laghetto) o peschera, dove allevare le tinche, attività che affiancava quella dell’agricoltura. Per via della pandemia, l’allevamento e la vendita hanno subito un duro colpo causato prevalentemente dalla chiusura del mercato di riferimento: i ristoranti. Così, aziende come quella di Giacomo Mosso hanno attivato la vendita della Tinca Dorata direttamente al pubblico. Tinca in carpione, carpione piemontese, filetti di tinca affumicata a freddo, tra i prodotti disponibili. È possibile visitare l’azienda (solo su appuntamento) e acquistare i prodotti: info@cascina-italia.it  oppure al numero 370 3344069

Vino

Cascina Fornace sta a Santo Stefano Roero, a circa 7 chilometri da Canale. Si tratta di una cantina giovane, nata nel 2009, grazie all’intuizione di Emanuele ed Enrico Cauda. I Cauda lavorano in biologica/biodinamica (anche se la biodinamica non è ancora certificata) e i loro vitigni prevalenti sono Nebbiolo e Arneis. I fratelli Cauda preferiscono lasciar parlare il prodotto, il terroir, quindi sono pochi gli interventi, sia in vigna sia in cantina, per ottenere vini più naturali e originali possibile. Per informazioni e degustazioni cascinafornace@gmail.com. Cantina Fornace, Regione Sant’Antonio 29/A, Santo Stefano Roero (Cn).

Curiosità

Immense distese di fiori di loto si possono ammirare a Ceresole d’Alba, presso la Cascina Gallina (frazione Cappelli), dove questo magnifico fiore orientale sembra aver trovato l’habitat ideale. Il loto resiste agli inverni molto freddi, al gelo, alla neve, scomparendo sotto il livello dell’acqua per poi riapparire in primavera, come fosse una magia, e regalare una visione magnifica di un tenue colore rosa. Via Cascina Gallina, 63, 12040 Ceresole d’Alba.

Escursioni

Si possono organizzare escursioni in MBT o in e-bike con Sentieri dei Frescanti. Sono diversi i percorsi in bicicletta che attraversano il territorio del Roero, sette secoli di storia e arte, alla ricerca di affreschi unici. Le escursioni (MBT ed e-bike) sono realizzate in collaborazione con Roero Bike TourInformazioni sui percorsi, sulle escursioni e prenotazioni sul sito.

A Govone per una visita al Castello Reale

Il Castello Reale di Govone, in provincia di Cuneo, ha riaperto al pubblico il 7 maggio. Il castello fu una delle residenze della Casa Reale dei Savoia. Dal 1997 è nella lista del Patrimonio dell’umanità Unesco. Citato fin dal 989, in origine era una fortezza, con bastioni e torri angolari.
La costruzione attuale è opera dei Conti di Solaro, signori di Govone fin dal XIII secolo. I conti di Solaro si avvalsero dei servigi di architetti importanti quali Guarino Guarini e Benedetto Alfieri. Alla morte dell’ultimo conte di Solaro (senza eredi diretti) il castello e i beni furono acquistati da Vittorio Amedeo III re di Sardegna. Venerdì, sabato e domenica il castello riapre le porte al pubblico con i seguenti orari: 10-12 e 15-18. La prenotazione è obbligatoria con 24 ore di anticipo. Mail info@castellorealedigovone.it. Per restare aggiornati sulle novità, visitate il profilo Instagram Castello di Govone.

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