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Il caffè è un’emozione tutta italiana: lo prova la scienza

La Cucina Italiana

Il caffè non è solo una bevanda: dentro una tazzina ci sono emozioni, ricordi, sensazioni che raccontano di noi, e dell’Italia. Anzi, il caffè è associato all’italianità, alla casa, all’amore, alla famiglia. A dirlo ora è anche la scienza, grazie a una ricerca di Nespresso in collaborazione con AINEM – Associazione Italiana di Neuromarketing che ha analizzato le nostre reazioni al momento di bere il caffè, scoprendo un mondo che forse fino ad ora abbiamo dato per scontato.

Lo studio

La ricerca, supervisionata da Vincenzo Russo, membro del Comitato Scientifico di AINEM e Professore Ordinario di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing presso l’Università IULM, ha coinvolto 44 persone che – senza sapere di che caffè si trattasse, né il brand – hanno degustato alcuni caffè della linea Ispirazione Italiana di Nespresso. Linea che comprende sei referenze – Ristretto, Roma, Venezia, Livanto, Napoli, Kazaar e Arpeggio – che ripercorrono le diverse abitudini legate al caffè nel nostro Paese, di cui è testimonial l’attrice Miriam Leone.

Durante l’assaggio i partecipanti sono stati divisi in tre sottogruppi, ciascuno dei quali ha bevuto il caffè in contesti diversi: in presenza di stimoli associati all’italianità (come immagini di panorami iconici italiani), in presenza di stimoli slegati dall’italianità (come panoramici iconici di città straniere), in assenza di stimoli. Nel frattempo i ricercatori hanno esaminato le loro reazioni emotive e comportamentali tramite- rispettivamente – encefalogramma e un Implicit Association Test che testa i tempi di reazione cutanea e cardiaca a determinati stimoli. In un secondo momento gli scienziati hanno poi esaminato le reazioni razionali dei soggetti coinvolti nel test chiedendo loro di rispondere ad alcune domande per indagare il rapporto tra il caffè e i ricordi.

I risultati dello studio

In ciascuno dei sottogruppi i valori delle risposte emotive si sono rivelati estremante positivi: il caffè, cioè, ha evocato sensazioni di piacevolezza e di comfort. Non solo: in tutti i test i partecipanti hanno individuato un legame tra caffè e in Italia. Oltre a quelli che hanno bevuto il caffè in un contesto con richiami all’italianità (in cui i valori relativi all’associazione sono stati- ovviamente – più elevati), anche gli altri. Altro dato molto interessante riguarda i ricordi: dalle risposte ai questionari si evince che in tutti i partecipanti il caffè ha fatto tornare in mente immagini di calore familiare, di compagnia, di allegria, tipiche della dimensione italiana. Altra curiosità (tra le tante), il fatto che tra i caffè Nespresso assaggiati, la capsula della miscela “Ristretto” è stata quella più apprezzata dal campione esposto allo stimolo coerente con l’Italia, per il gusto particolarmente legato alla tradizione italiana.

I commenti dei ricercatori

«Lo studio ha mostrato un’ attivazione emozionale e mnemonica legata al caffè che prima non conoscevamo, oltre a uno stretto legame tra il caffè, l’Italia e l’italianità», dice il professor Russo. «Questo – prosegue – vuol dire che c’è una forte connessione tra il caffè, la memoria e le emozione: è come se il caffè avesse una valenza più simbolica che funzionale. È una bevanda legata agli affetti, alla famiglia, a tutto ciò che evoca valori tipicamente italiani».

«Questa ricerca realizzata con Nespresso nel campo del neuromarketing ha chiaramente delineato il ruolo strategico di tale disciplina nel comprendere e valutare l’impatto delle emozioni e dell’identità culturale sul comportamento dei consumatori. Lo studio ha rivelato come il semplice atto di bere una tazzina di caffè non sia solo un modo per soddisfare il palato, ma piuttosto un’esperienza ricca di emozioni, sempre intimamente connessa all’italianità», commenta Caterina Garofalo, Presidente dell’Associazione Italiana Neuromarketing – AINEM.

Caffè: etimologia e storia della magica bevanda

La Cucina Italiana

La parola caffè deriva dal turco qahve che a sua volta proviene dall’arabo qahwa. Quest’ultima in origine significava «vino» o in genere «bevanda eccitante» finché, verso la fine del XIV secolo, fu estesa anche alla preparazione ottenuta con i chicchi del caffè. La bevanda, realizzata quasi esclusivamente sotto forma di infuso secondo la tradizione araba, sarebbe stata introdotta nello Yemen verso la fine del Trecento da un santo della città di Mokha e utilizzata per prolungare le veglie di preghiera dei mistici sufi. Si diffuse poi in Turchia, in altre regioni asiatiche e nell’Africa settentrionale, finché nel XVI e XVII secolo furono i veneziani a introdurla in Occidente; allora si prendeva, come in Oriente, senza zucchero.

Caffè: il bene per l’intelletto

Le prime attestazioni della parola caffè in italiano sono documentate tra Cinquecento e Seicento: col significato di «pianta arbustiva tropicale e seme di questa pianta» il sostantivo caffè viene già usato nella Relazione degli ambasciatori veneti al Senato di Morosini, nel 1585 («un’acqua negra bollente quanto possono sofferire, che si cava d’una semente che chiaman cavèe»), mentre col significato di «bevanda aromatica che si ricava per infuso dalla polvere dei chicchi di caffè tostati e macinati» la prima attestazione registrata dai vocabolari è del 1666, nelle Lettere di Francesco Redi: «Se vi fosse costì in Livorno qualche ebreo, il quale avesse veramente notizia di che sorte sia la pianta che produce il caffè, prego V. S. ad interrogarnelo».

La diffusione in Italia è inarrestabile, tanto che nell’Ottocento la parola caffèormai ampiamente attestata nei testi di cucina, come si può notare dalla documentazione offerta dall’Atlante della lingua e dei testi della cultura gastronomica italiana dall’età medievale all’Unità (AtLiTeG). Tra i più entusiasti sostenitori del caffè troviamo anche Pellegrino Artusi: nella sua Scienza in cucina ricorda che «questa preziosa bibita che diffonde per tutto il corpo un giocondo eccitamento, fu chiamata la bevanda intellettuale, l’amica dei letterati, degli scienziati e dei poeti perché, scuotendo i nervi, rischiara le idee, fa l’immaginazione più viva e più rapido il pensiero».

Galassia caffeina

Caffè è oggi una delle parole italiane più diffuse nel mondo e rappresenta il punto centrale di una costellazione di voci a esso collegate: caffè espresso (che indica il caffè preparato sul momento con una speciale macchina elettrica a pressione), caffellatte (che nasce dall’unione del caffè col latte) e cappuccino, bevanda calda a base di caffè e latte reso schiumoso dal vapore prodotto dalla macchina del caffè espresso. La sua straordinaria diffusione ha dato vita anche alla creazione di «pseudoitalianismi», cioè parole inesistenti in italiano e create all’estero per associare al prodotto il prestigio dell’italianità: si pensi agli ormai celebri frappuccino e mokaccino.

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