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le box gourmet della Locanda del Gusto

le box gourmet della Locanda del Gusto

Anche il delivery può essere gourmet: è questa la sfida del ristorante palermitano che oltre alle food box a domicilio mette a disposizione, unico in città, una cantina con 150 etichette di vino

A seguito dell’ultimo decreto ministeriale di novembre, la Sicilia è stata classificata come zona arancione, un provvedimento che ha comportato la chiusura al pubblico di bar e ristoranti e il divieto di spostamento da un comune all’altro. La maggior parte dei ristoratori di Palermo si è subito attrezzata per potenziare il servizio a domicilio (o di asporto), venendo così incontro alle esigenze di chi è costretto a rimanere a casa, ma non vuole rinunciare ai piaceri della tavola e di un buon calice di vino. Uno tra questi è la Locanda del Gusto che, dopo qualche giorno di chiusura per organizzare la logistica, ha subito avviato un servizio delivery attivo su tutto il territorio del capoluogo siciliano.

Il ristorante

Nata a seguito della rivalutazione del centro storico di Palermo – culminata con l’assegnazione del titolo di Capitale Italiana della Cultura nel 2018 – la Locanda del Gusto è ricavata nella corte interna di un palazzo storico del Cassaro, oggi via Vittorio Emanuele, la strada più antica della città. A gestirla sono tre imprenditori palermitani, attraverso la cooperativa Florida fondata nel 2014, che controlla altri due ristoranti: Talea all’Orto Botanico e RosaÆLia all’interno del Polo Museale di Palazzo Sant’Elia. «In questi anni il nostro intento», spiega Daniela Sclafani, presidente della cooperativa», è sempre stato quello di avviare un percorso di rinascita del centro storico, recentemente restituito ai cittadini e ai turisti. Con le nostre tre strutture, abbiamo voluto sviluppare una serie di attività di approfondimento della cultura alimentare e delle esperienze enogastronomiche a servizio dei visitatori e, soprattutto, della filiera produttiva siciliana».

Almerita Rosé di Tasca d'Almerita.
Almerita Rosé di Tasca d’Almerita.

Le box gourmet

«Siamo sicuri che anche il delivery possa essere gourmet», aggiunge la Sclafani. «Ed è proprio questa la nostra sfida in un momento così difficile». Tra le proposte del menu a domicilio, tutte realizzate dal giovane e promettente chef palermitano Tommaso Stancampiano, ci sono tre originali box gourmet, cui è possibile abbinare una bottiglia di vino con uno sconto del 10%. E a proposito di vino, la Locanda del Gusto ha voluto puntare proprio sulla cantina, mettendo a disposizione del delivery l’intera offerta della propria carta che vanta ben 150 etichette, tra siciliane e nazionali, al prezzo di enoteca. Per quanto riguarda, invece, il contenuto delle box, la prima è a base di pesce e include: arancinette di pesce spada, panelle e guacamole, insalata di polpo, cocktail di gamberi, polpettine di sarde in salsa di anciova e riso basmati con curry di gambero. Il prezzo di questa box è di 18 euro, cui vanno aggiunti altri 2 euro per il domicilio. Per l’abbinamento vino lo chef consiglia una bollicina siciliana, Almerita Rosé di Tasca d’Almerita. La seconda box – proposta al prezzo di 15 euro – prevede invece: arancinette di Montalbano, panelle e guacamole, tartare di carne, frutti rossi e maionese di nocciole, caponata bianca, spiedi di pollo marinati con spezie, miele e anacardi, riso basmati con curry di pollo. In questo caso l’abbinamento ideale è con un grande vino rosso come il Perricone “del Core” della cantina siciliana Feudo Montoni. Infine la box gluten free – prezzo 18 euro – con panelle e guacamole, cocktail di gamberi, tartare di salmone, riso con curry di gambero e vitello tonnato, da accompagnare al Mareneve, elegante bianco dell’Etna del produttore Federico Graziani.

Come ordinare

Per ordinare a domicilio basta accedere al menu food & wine delivery del sito della Locanda del Gusto e scegliere tra la selezione di antipasti, primi, secondi, sughi pronti e box gourmet. Le consegne a domicilio sono effettuate tutti i giorni (tranne il martedì) al seguente orario: dal lunedì al venerdì dalle 15:30 alle 22:30, mentre il sabato e la domenica dalle 11:30 alle 14:30 e dalle 18:00 alle 22:30. Prenotazioni: https://disv.it/LocandaDelGusto oppure chiamare al numero di telefono 328/9234647.

Come fare il lievito madre

Come fare il lievito madre

Abbiamo già parlato della differenza tra lievito di birra e lievito madre o pasta madre.
In sintesi, il lievito madre è un semplice impasto di farina e acqua acidificato dalla proliferazione di lieviti e batteri lattici in grado di provvedere alla naturale fermentazione del composto.
È più digeribile del lievito di birra, garantisce una migliore lievitazione e si conserva più a lungo perché può contare sul processo di fermentazione innescato da diverse specie di batteri.

La ricetta del lievito madre

Il lievito madre si può preparare in casa con due soli ingredienti e molta pazienza.
Per preparare la pasta madre avete bisogno di 200 g di farina di tipo 0,  100 ml di acqua tiepida, un cucchiaio di malto (o miele, o zucchero)
Mettete la farina in un recipiente aggiungendo l’acqua un po’ per volta fino e lavorate fino ad ottenere un impasto molto morbido. Mettete l’impasto in un barattolo di vetro leggermente infarinato.
Incidete la superficie dell’impasto con un taglio a croce e coprite il contenitore con un panno umido e della pellicola trasparente. L’impasto va lasciato riposare per 48 ore a circa  25°, meglio se vicino ad un cesto di frutta matura.
Dopo 48 ore l’impasto inizierà a gonfiarsi formando dei grandi alveoli. Prendetene circa 100 g e aggiungete altri 100g di farina e 100 ml d’acqua (rapporto 1:1:1) e lasciate riposare per altri 2 giorni.  Continuate questa procedura, che si chiama di rinfresco, ogni giorno. Dopo tre, quattro giorni potrete già panificare.
Se vi accorgete che il lievito è ancora “debole”, sentitevi liberi di aggiungere una piccola parte di lievito di birra per aumentare la lievitazione. Ma dopo qualche rinfresco vedrete che la madre inizierà a fare benissimo il suo lavoro.

Attenzione alle muffe

Partire con una preparazione di solo acqua e farina non è così semplice, basta una variazione di temperatura nella stanza e c’è il rischio di formazione di muffe. La fermentazione in questo caso non è andata a buon fine, l’ambiente rimane troppo poco acido e questo crea l’habitat per le muffe. Se vedete muffa buttate tutto e ricominciate.
Per facilitarvi il lavoro provate a preparare la madre con lo yogurti oppure partendo dalla frutta.

Quanta usarne per fare il pane e altri lievitati

Per preparare pane, pizza e altri lievitati, rispettate queste proporzioni: 50 g di pasta madre, 500 g di farina, più l’acqua in base alla ricetta. L’idratazione può partire dal 50% (quindi 250 g su 500 g di farina) fino a idratazioni al 100%100 (come per esempio quella della focaccia romana). Più acqua metterete, più sarà difficile da lavorare a mano e dovrete utilizzare una planetaria

 

I rinfreschi: cosa sono e come si fanno

Rinfrescare il lievito madre vuol dire fornire nuovi zuccheri semplici e complessi che servono a nutrire i lieviti favorendo così il processo di lievitazione.
Come si procede al rinfresco? Basta aggiungere un peso di farina pari a quello dell’impasto che rinfreschiamo e la metà o lo stesso peso di acqua. Una volta impastato tutto si lascia riposare per 4 ore all’interno di un vasetto alto e stretto con il coperchio.
Quando il volume sarà raddoppiato il lievito sarà pronto per l’utilizzo.
Ogni volta che rinfrescate il vostro lievito, dovete pulire il vasetto dai residui precedenti con sola acqua calda, mai con il sapone. Se utilizzate una sola parte della pasta per il rinfresco, il resto potete usarlo per preparazioni che non necessitano di un lievito così “forte”. Qualche esempio? Pancake, grissini, creckers, frittelline fritte.

Lievito madre: come si conserva a temperatura ambiente

Il lievito madre una volta attivo si conserva in un barattolo di vetro chiuso con un coperchio o una pellicola.
Può restare a temperatura ambiente se si decide di utilizzarlo ogni giorno e in questo caso va rinfrescato 1 volta al giorno.

Lievito madre: come si conserva in frigorifero

Il lievito madre può restare anche in frigorifero se si decide di rinfrescarlo 1 o 2 volte a settimana non utilizzandolo ogni giorno.
In ogni caso deve essere rinfrescato almeno una volta a settimana altrimenti muore.
Per fare il rinfresco da frigorifero bisogna prima di tutto tirare fuori il lievito madre dal frigorifero. Aspettare almeno un paio d’ore che si risvegli. A questo punto procedete con il solito rinfresco e aspettate ancora 4 ore prima di panificare.

Lievito madre: quanto ci impiega a lievitare?

Ovvio che ogni ricetta di panificazione ha i suoi tempo, ma di fatto la lievitazione degli impasti con il lievito naturale è molto lunga e può andare dalle 12 alle 24 ore.
Un consiglio che possiamo darvi è di fare una parte di lievitazione in frigorifero. Per esempio: alle h 14. procedente con il rinfresco, aspettate 4 ore che il lievito si attivi e poi procedente con il primo impasto. Fate riposare mezz’ora, fate le pieghe e rifate questa operazione tre volte (mezz’ora di riposo, pieghe, mezz’ora di riposo, pieghe). A questo punto coprite l’impasto e mettetelo a riposare in frigorifero per 12 ore. Il giorno dopo tirate fuori dal frigo, lasciate riposare a temperatura ambiente per un paio d’ore e poi infornate.

50 Best Bars: Italia sul tetto della miscelazione con il team del Connaught bar

50 Best Bars: Italia sul tetto della miscelazione con il team del Connaught bar

Ago Perrone e compagnia conquistano il primo posto fra i cocktail bar del mondo con la loro accoglienza italica in quel di Londra, mentre si segnalano due locali italiani in ascesa: il 1930 di Milano e il Drink Kong di Roma

Se ci fosse l’inno nazionale alla proclamazione del vincitore dei 50 Best Bars, quest’anno sarebbe stato l’inno di Mameli. L’Italia c’è ed è sul tetto del mondo. Perché è vero che a vincere è stato il Connaught Bar, che è un elegante bar d’hotel di Mayfair, a Londra, ma qui tutto il team parla italiano. Agostino Perrone, con Giorgio Bargiani e Maura Milia hanno fatto il vero miracolo italiano, portando la bandiera tricolore in cima alla classifica dei migliori bar del mondo. E anche la miscelazione italica ha buoni motivi per festeggiare perché due locali salgono in classifica scalando parecchie posizioni, equamente distribuiti fra Milano e Roma.

Gli italiani in classifica

Grande successo, infatti, per il secret bar meneghino 1930 di Benjamin Cavagna, che dalla posizione 44 del 2019 sale alla 25. Uno speakeasy in stile anni Trenta, come fa intendere anche il nome, ma che per i giudici della Fifty Best potrebbe essere a buon titolo definito un bar Futurista più che un bar retrò: “Nel 1930 – si legge nella descrizione – si beve come se fosse il 2030”.
Atmosfera Blade Runner invece per il romano Drink Kong di Patrick Pistolesi e soci, che segna anch’esso un’ottima performance, se si considera che è entrato come new entry lo scorso anno in 82ma posizione e viene promosso nella prima parte della classifica con un ottimo 45° posto. Quasi quaranta posizioni, conquistate grazie alla continua evoluzione e ricerca che viene compiuta da Pistolesi e compari nel loro laboratorio, senza tuttavia dimenticare radici e tradizioni del luogo in cui si trovano. “Questa convergenza di scienza e tradizione rende Drink Kong un posto speciale nel panorama dei bar italiani”, dicono dalla Fifty Best.

New entry e grandi assenti

Da segnalare anche due new entry tutte tricolori nella seconda metà della classifica, quella che va da 51 a 100. Anche in questo caso un parimerito Roma-Milano, con il Freni e Frizioni di Trastevere all’87° posto e l’Officina Milano al 90°.
Peccato per i non classificati, perché mancano quei bravi ragazzi del romano The Jerry Thomas Project (50° nel 2019), sempre a Roma è venuto meno Baccano (70° nel 2019), probabilmente per l’esodo del bar manager Mario Farulla che adesso troviamo al Chapter e che promette grandi cose per il prossimo anno. Inoltre manca il Nottingham Forest di Milano che l’anno scorso era in posizione 86.

E ancora Italia

Va detto che anche il secondo posto un po’ italiano parla. Si tratta del Dante di New York, che l’anno scorso era primo, e che già dal nome lascia intendere come sia ispirato all’accoglienza italica. Seguono tanti altri professionisti nostrani, che per un motivo o per un altro sono forse un po’ cervelli in fuga dall’Italia, un po’ testimonial all’estero della nostra innata ospitalità. All’11° posto troviamo Maybe Sammy di Sidney, in Australia, capitanato da Stefano Catino e Andrea Gualdi. Al numero 19 c’è il Paradiso di Barcellona di Giacomo Giannotti, che ha creato un eccellente mix di accoglienza italica in salsa spagnola.

 

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