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Il nuovo numero di Vogue Italia dedicato al trasformismo

Il nuovo numero di Vogue Italia dedicato al trasformismo

Vogue Italia dedica il numero di Novembre al trasformismo e lo fa attraverso interviste e servizi fotografici esclusivi a Lady Gaga, Elodie e Levante

l numero di novembre di Vogue Italia e il numero di dicembre di Vogue UK, nati da una collaborazione tra i due magazine, arrivano in edicola con due scatti di copertina differenti ma uniti dalla stessa cover-star, Lady Gaga, scattata dal fotografo di fama mondiale Steven Meisel con lo styling di Edward Enninful – OBE, European editorial director, Vogue. Gaga, per l’occasione è stata intervistata da Giles Hattersley – Global Network Lead and European Features Director Vogue.

La regina del pop, 35 anni, oggi attrice già nominata agli Oscar, si racconta a Vogue in vista dell’apparizione nel suo secondo film con il suo secondo ruolo da protagonista, House of Gucci, il film di Ridley Scott che ha richiesto vent’anni di preparazione, e che racconta di uno dei crimini più famigerati del 20° secolo. Gaga sarà Patrizia Reggiani, socialite ed ex moglie di Maurizio Gucci che, nel 1998, è stata condannata per aver assoldato il sicario che ha ucciso Reggiani una mattina di primavera del 1995, mentre entrava nei suoi uffici a Milano. Nella sua intervista a Vogue, Gaga si racconta e svela i retroscena di questo attesissimo film. E negli scatti fa emergere le sue radici italiane: “Qualunque cosa indosserò” – ha detto rivolgendosi al team prima di mettersi al lavoro – “Quello che vi offro è il vero glamour italiano che ho dentro”.

E così tema centrale del numero di Vogue Italia è il trasformismo, a partire appunto dal servizio di moda con protagonista Lady Gaga che viene ritratta attraverso le epoche della moda, cambiando dunque aspetto e stile in ogni immagine. Per questo numero speciale Paolo Roversi scatta per la prima volta nella sua carriera una cantante italiana. Si tratta di Elodie, ritratta – come mai prima d’ora – rispecchiando l’idea di metamorfosi e intervistata da Igiaba Scego, scrittrice italiana di origini somale. Elodie ha una strategia particolare: non essere mai uguale a se stessa, stupire gli altri, ma stupire prima di tutto Elodie e infatti nell’intervista spiega che: «Nella musica italiana non è molto presente questa voglia di trasformarsi. La maggior parte degli artisti trova un look e lo conserva per la vita. Tutti ripetono che si deve essere riconoscibili, ma secondo me non è vero».

Altra cantante protagonista delle pagine del numero è Levante, scattata per la sezione Beauty dalla fotografa Carolina Amoretti. Un servizio straordinario che la ritrae per la prima volta in dolce attesa a simboleggiare un’ulteriore trasformazione: quella del corpo. «È una trasformazione repentina», dice Levante, «in cui tutto di me si espande per accudire, assistere, accompagnare». Levante sarà anche protagonista di una Native You Tube Series, “In The Bag”, nella quale svelerà il contenuto della sua borsa raccontando gli aneddoti più divertenti legati ai vari oggetti che porta sempre con sé.

Spazio anche agli astri nascenti della musica italiana, in questo caso specifico del rap: Epoque è protagonista di alcune immagini del fotografo Dan Beleiu con lo styling di Luca Galasso. L’artista torinese di origine congolese racconta a Vogue Italia la sua musica, la sua storia e il rapporto con la moda e il make-up, e Janine in arte Epoque è proprio attraverso quest’ultimo che ama trasformarsi: «Con il make-up ho avuto sempre un rapporto morboso: adoro truccarmi. E in passato ero davvero fissata anche con i capelli: li cambiavo in continuazione. Da quando ho iniziato la carriera musicale, poi, ho osato ancora di più».

Infine in occasione del debutto del reality show Drag Race Italia, il magazine pubblica i ritratti delle Drag Queen che parteciperanno al programma facendo da cornice a un’intervista che racconta come le Drag Queen abbiano trovato nel trasformismo la propria forma d’arte.

Lindt ha inaugurato un nuovo museo interamente dedicato al cioccolato

Lindt ha inaugurato un nuovo museo interamente dedicato al cioccolato

La nuova Lindt Home of Chocolate sorge nei pressi di Zurigo e punta a diventare il paradiso terrestre per gli amanti del cioccolato in tutte le sue declinazioni

Immaginate di varcare una soglia e di trovarvi improvvisamente davanti a una fontana alta più di 9 metri, alimentata esclusivamente da mille litri di cioccolato fuso che continuano a scorrere su e giù, su e giù, seguendo i contorni di una grande pralina sferica. No, non si tratta dell’ingresso del paradiso, ma di quello della nuova Lindt Home of Chocolate, golosa struttura museale inaugurata proprio in questi giorni nei pressi di Zurigo. A Kilchberg, per la precisione, nelle immediate vicinanze dello stabilimento storico del celebre marchio svizzero.

Foto Lindt & Sprüngli.

Una vera e propria casa del cioccolato, progettata dallo studio di architettura di Basilea Christ & Gantenbein, con un’immacolata facciata di mattonelle bianche che fa da introduzione per tre piani di scale circolari, lucernari, vetrate e passerelle sospese. Il tutto, ovviamente, consacrato al grande protagonista del mondo Lindt & Sprüngli in tutte le sue declinazioni. Così, per esempio, si può partire con una visita presso la mostra multimediale dedicata al cacao, alla sua storia e alla sua evoluzione: 1500 metri costellati di pannelli interattivi e sale speciali, con approfondimenti sulle foreste in cui cresce questo preziosissimo ingrediente, sulla tradizione svizzera a esso legata e sulla nascita delle prime tavolette di cioccolato. Con tanto di spazio conclusivo per lanciarsi in una meritata degustazione di praline e affini, battezzato – non a caso – Chocolate Heaven.

Foto Lindt & Sprüngli.

Ma non solo, si può anche decidere di rimboccarsi le maniche nell’area Chocolateria e di cimentarsi nella realizzazione di cioccolatini, tavolette e dolciumi vari, sotto l’attenta guida dei maestri cioccolatieri di Lindt. I più volenterosi potranno addirittura prenotarsi per i corsi – a numero chiuso, dalla durata complessiva di circa 45 minuti – dedicati alle tecniche di lavorazione del cioccolato.

La cerimonia di inaugurazione con il tennista Roger Federer. Foto Lindt & Sprüngli.

Per il resto, grandi e piccini potranno ammirare con i propri occhi la produzione delle tavolette Lindt, grazie all’impianto con lavorazione a vista, rilassarsi nel caffè della struttura e fare scorta per la dispensa di casa nel negozio ufficiale. L’obiettivo del marchio, una volta terminata l’emergenza sanitaria globale, è quello di arrivare a ospitare oltre 350mila visitatori all’anno. Il costo del biglietto intero è di 15 franchi svizzeri, l’equivalente di 14 euro.

Foto Lindt & Sprüngli.

Ricerche frequenti:

Il nuovo numero di Vanity Fair è dedicato alle connessioni

Il nuovo numero di Vanity Fair è dedicato alle connessioni

Per la prima volta lo street artist francese JR collabora con un magazine italiano e realizza un’opera che diventa la cover del nuovo numero di Vanity Fari dedicato alle connessioni

Jean René, in arte JR, fotografo e street artist tra i più famosi al mondo per le sue opere in contesti metropolitani, nella notte di domenica 3 maggio ha realizzato su un muro in un quartiere di Parigi una nuova installazione in esclusiva per la cover di Vanity Fair Italia. 

L’opera rielabora uno dei capolavori più conosciuti della storia dell’arte, la Creazione di Adamo, l’affresco più iconico della Cappella Sistina di Michelangelo Buonarroti.

Quella che nell’opera originaria era la figura di Adamo, nella reinterpretazione di JR è stata sostituita da una ragazza che si trova di fronte a Dio, entrambi con le braccia protese un istante prima di sfiorarsi.

Si tratta della prima collaborazione che vede l’artista francese unirsi a un magazine italiano. 

Le nuove connessioni a cui saremo chiamati dopo l’emergenza virus, tema del nuovo numero di Vanity Fair, sono state l’argomento del processo creativo intrapreso dalla redazione con JR”, racconta Simone Marchetti, direttore di Vanity Fair. “Abbiamo chiesto all’artista di rappresentare le fragilità, le potenzialità, i dubbi e le scommesse che dovremo affrontare nei prossimi mesi e che abbiamo messo in luce all’interno del nuovo numero. È stata una sfida a distanza e in lockdown, una prova di immaginazione che vuole indicare una strada per creare tutte le nuove connessioni necessarie non solo per uscire da questo momento difficile, ma per costruire un futuro migliore”.

L’immagine dell’opera di JR diventa la cover del nuovo numero di Vanity Fair, in edicola dal 6 maggio, dedicato alle connessioni. Connessioni come nuove relazioni, legami che vanno ben oltre i confini nazionali e i limiti fisici imposti; connessioni come nuove unioni permesse da un’innovazione che passa attraverso nuove priorità dove la tecnologia è abilitante al cambiamento, parte integrante del nuovo sistema quotidiano dove ciò che non c’era prima è il nuovo indispensabile.

Un numero che, attraverso le voci autorevoli di personaggi ed esperti del settore, riscrive e tratteggia il futuro per raccontare come sono cambiate e cambieranno le nostre abitudini quotidiane, le relazioni, la formazione, la cultura, l’intrattenimento, la fruizione dei servizi e le nostre scelte.

Così il regista Paolo Genovese scrive un racconto per Vanity Fair su un amore platonico ai tempi del lockdown, il professore di Scienze Pedagogiche Raffaele Mantegazza dell’Università Milano-Bicocca riflette sulla perdita della socializzazione tra studenti in mezzo ai banchi di scuola, importante nella formazione tanto quanto l’apprendimento, Giovanna Melandri, Presidente della Fondazione MAXXI, racconta i cambiamenti nella modalità di fruizione dei musei che riapriranno a partire dal 18 maggio. Inevitabili saranno i cambiamenti anche nel settore dell’intrattenimento che porterà a un nuovo modo di connettersi alle performance attraverso lo streaming, come racconta a Vanity Fair il numero 1 di YouTube in Europa Cécile Frot-Coutaz. La conduttrice televisiva e radiofonica Daniela Collu nel suo racconto sincero e senza filtri evidenzia invece il problema dato dall’assenza di connessione che crea isolamento. A connettere il mondo degli adulti con quello dei bambini c’è la storia del prodigioso Mikail Akar, il “Picasso bambino”, a 7 anni artista quotato oltre che una star dei social. Una connessione tra fratelli, quella tra Edoardo ed Eugenio Bennato, ha portato alla nascita della canzone La realtà non può essere questa. Nel brano si parla della rete, quella che annulla ogni distanza ma che allo stesso tempo i due fratelli descrivono come una prigione, evidenziando l’importanza della connessione reale e non virtuale. Sulla stessa linea di pensiero anche l’altra voce musicale del numero: Bob Geldof.

C’è invece un pizzico di ironia nell’alfabeto semiserio che Miriam Leone ha stilato per dimostrare come il coronavirus abbia contagiato temporaneamente anche il nostro linguaggio. Tra le varie parole compaiono ad esempio assembramento, mascherine, preoccupazione e connessioni, che per Miriam sono: “la Rete, Internet, il wi-fi: le piattaforme in cui fruire contenuti ci hanno salvato dalla follia… perché solo i saggi non impazziscono da soli, nel silenzio e isolati e sappiamo essere pochi e rari, come i panda”.

A tutte queste voci si unisce il reportage su Vo’ Euganeo, il comune Veneto dove c’è stata la prima vittima di coronavirus in Italia e dove, facendo scelte non convenzionali, grazie a una comunità connessa che si sostiene e che sa fare squadra, si è isolata l’epidemia e il paese si è trasformato in un laboratorio a cielo aperto dal quale, forse, verranno le risposte per la cura della malattia.

In concomitanza con l’uscita del numero partirà anche il progetto #TheConnectors, una serie di conversazioni virtuali che hanno come protagonisti le eccellenze della new connection nei campi della moda, dell’arte, dello spettacolo e dell’entertainment. 14 appuntamenti in videotalk con altrettanti personaggi simbolo della new communication, che ogni giorno inviteranno alla loro round table una selezione di amici e colleghi per discutere con loro l’evoluzione nel campo in cui sono innovatori. Tra loro Beniamino Barrese, Elisa Maino, Riccardo Pozzoli, Pablo Trincia, Nico Vascellari, Charley Vezza, Matteo Ward, Zuzu.

Gli incontri saranno online sui canali social di Vanity Fair e sul sito.

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