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10 ricette con la melagrana

La melagrana è un frutto molto bello da servire e anche ricco di proprietà. Ecco come utilizzarlo in cucina

Esiste forse un frutto autunnale più bello della melagrana?

Si dice che i suoi chicchi rosso porpora siano di buon auspicio ecco perché la melagrana non manca mai nella tavola delle feste, soprattutto a Natale e Capodanno. Di questo frutto si mangia praticamente tutto, anche le radici, sebbene molti lo evitano perché difficile da pulire.

melagrana

A questo proposito vi diamo subito una dritta.Tagliate la melagrana a metà e poi con il dorso di un cucchiaio battete forte dalla parte della buccia e i chicchi verranno via in un attimo.

Vogliamo proporvi delle idee facilissime per aggiungere la melagrana nelle ricette più classiche e dare un tocco di colore e di sapore ai vostri piatti.

Uovo al tegamino: le regole

Di una persona che non sa cucinare si dice “non sa fare nemmeno un uovo al tegamino”.
Ma perchè? È davvero così semplice preparare un uovo al tegamino?

L’uovo al tegamino è forse una delle ricette più veloci da portare a tavola. Pochi ingredienti, anzi praticamente uno solo se escludiamo burro e sale che tutti abbiamo in casa.
Ma per fare un uovo al tegamino davvero buono bisogna rispettare delle regole che forse nessuno ha mai davvero preso seriamente in considerazione.
Come tutte le cose buone e ben fatte in cucina, però, ci sono dei passaggi da rispettare anche in una ricetta apparentemente semplice come quella delle uova al tegamino. Ecco, quindi i nostri consigli.

Questione di chimica

La perfezione di un uovo al tegamino sta nel rispetto di alcune regole chimiche che portano tutte al raggiungimento della temperatura di cottura ideale.
È molto importante, quindi, considerare le molecole dell’uovo e il loro rapporto con l’esterno e per farlo bisogna raggiungere la cottura perfetta. mantenete quindi i fuochi molto bassi e attendete che il burro si sciolga lentamente.
Stessa cosa vale poi per l’uovo. Non appena l’albume si sarà condensato l’uovo è pronto perchè il tuorlo deve rimanere cremoso.

Uovo al tegamino: la cottura

L’uovo deve cuocere in una padella antiaderente o in ghisa con una noce di burro.
Potete anche utilizzare delle cocottes monoporzione o delle pirofile per grandi porzioni da mettere in forno, ma noi vi consigliamo la cottura sui fornelli perchè potete tenerla sotto controllo.
Il burro deve essere caldo, ma non eccessivamente. Per intenderci, non deve friggere, ma semplicemente sciogliersi e scaldarsi lentamente. 
In molti utilizzano l’olio al posto del burro, ma il punto di fumo è più basso e l’uovo rischia di bruciacchiarsi all’esterno. Con il burro, invece, la cottura sarà perfetta e la consistenza dell’uovo risulterà più morbida.
L’uovo al tegamino cuoce per 4-6 minuti al massimo e tuorlo e albume devono raggiungere un perfetto equilibrio di consistenze.
Purtroppo è impossibile utilizzare un termometro da cucina e l’unica regola da seguire è mantenere una temperatura medio-bassa.

Ma adesso passiamo nel dettaglio a spiegare passo dopo passo la ricetta del perfetto uovo al tegamino.

Un tocco in più, uova al tegamino con tartufo

La rivincita del cibo brutto su Instagram

In questi ultimi anni l’attenzione per l’estetica del cibo, per la bellezza fotogenica dei piatti, per la ricercatezza dei dettagli, dell’impiattamento o delle scelte cromatiche alimentari, sono andati di pari passo con la dipendenza dai social network e con l’esigenza di condividere virtualmente le foto delle proprie passioni culinarie. La bellezza visiva dei piatti ha invaso le bacheche di milioni di utenti del mondo, diventando un trend globale inarrestabile. Recentemente, però, si sta assistendo a un nuovo movimento che sostiene il valore della genuinità e dell’autenticità del cibo brutto, strano, inusuale.
Che sia la fine dell’epoca del cibo costruito ad arte per il set fotografico degli utenti di Instagram e l’inizio di una riscoperta di ingredienti e alimenti naturali, più sani e reali?

Quanto il food porn abbia condizionato gusto e mode

Per comprendere questo nuovo fenomeno in controtendenza, è necessario fare un passo indietro e analizzare il trend del food porn e del foodography. In questi anni Instagram, social network visivo per eccellenza, si è imposto come strumento in grado di condizionare tanto le abitudini dei consumatori, sempre più concentrati sulla bellezza del cibo e sull’importanza di questo rituale a tavola, quanto quelle dei ristoratori, costretti a puntare su proposte gastronomiche sempre più costruite, patinate e sensazionali. Non a caso, soprattutto dal 2015 in poi, tante sono state le mode più o meno passeggere che si sono succedute, tra cui il noto rainbow food o i ristoranti Instagram-friendly, alimentate da studi scientifici ed esperimenti che sostenevano che l’aspetto visivo di quello mangiamo può influenzare notevolmente il modo di percepire i sapori.

Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che è brutto

Eppure la mania del food porn, ovvero l’utilizzo dell’hashtag su Instagram che da anni accompagna gli scatti social di cibo impeccabile, sembra iniziare a vacillare, mentre cresce un riscoperto desiderio di focalizzarsi di più su naturalezza, qualità e gusto, tanto di ricette quanto di materie prime. Dopo anni di bombardamento di “cibo fotogenico” su Instagram, il brutto si sta dunque facendo strada, lentamente, attraverso un movimento detto ugly food. Negli ultimi mesi sono stati tanti gli scatti condivisi sul social network che hanno ritratto strambe ricette casalinghe, improbabili esperimenti culinari, brutte portate al ristorante e, non ultimi, piatti belli ma fotografati male. Questo hashtag sta finalmente portando con sé una ventata di coraggio, quello di mostrare con orgoglio un piatto più o meno buono ma certamente fuori dai canoni di bellezza convenzionale.

Il grande ritorno della frutta e della verdura brutta

Al di là della guerra dichiarata al food shaming, il fenomeno virtuale anti-food porn nasce anche con il nobile obiettivo di ridare dignità a frutta e verdura brutta, imperfetta e irregolare. Non dimentichiamo, infatti, che le materie prime che non soddisfano i canoni di bellezza del mercato alimentare e dei consumatori finiscono con l’essere gettati via, perché etichettati come merce di serie B.
Cavalcando quindi la viralità del nuovo trend dell’ugly food su Instagram, molti utenti e associazioni ambientaliste hanno usato questa opportunità in modo creativo e socialmente utile per sensibilizzare le persone al problema degli sprechi alimentari. Questa causa è stata anche sposata in pieno, a partire dal 2015, da una startup di San Francisco chiamata Imperfect Producer. La startup, infatti, raccoglie i prodotti sani ma “brutti” direttamente dalle fattorie e li consegna a domicilio ai clienti, offrendo un risparmio del 30% rispetto ai prezzi dei negozi di alimentari.

Insomma, quando vedete foto di carote storte o di mele deformate condivise su Instagram provate ad andare oltre le apparenze e provate a pensare che non tutto quel che è bello è anche buono, salutare, sostenibile e accessibile.

Foto: Frutta strana_ugly food porn COVER_Wikipedia commons.jpg

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