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I migliori gin tonic di Puglia

I migliori gin tonic di Puglia

Semplice, rinfrescante e, se si capita nel posto giusto, divertente: il gin tonic è il drink del momento. Elementare e godurioso, si è impadronito delle drink list internazionali. Anche chi è a digiuno di mixology può prepararlo a casa. Ma attenzione: la differenza si gioca tutta sulla materia prima. Cocktail perfetto per le sere d’estate, il gin tonic è anche il candidato ideale per accompagnare una cena leggera, magari vicino al mare. Tra le regioni che stanno sperimentando una vera e propria ascesa del drink c’è la Puglia. Ecco una mappa dei 10 migliori locali da provare per bere un gin tonic fatto a regola d’arte.

Provincia di Foggia

Gintoneria Uvarara (Troia)

La Gintoneria di Uvarara si trova a Troia. Ha aperto i battenti il 9 agosto 2019, arricchendo la sua carta gin con 70 referenze. Tra questi c’è il Gin di Puglia, creato da Ettore Pacilli, Valentina Delli Carri e Pellegrino Riccio. Ad accompagnare la preparazione del gin tonic c’è una lista di 10 toniche italiane, tra cui la Orsini. Il gin tonic è servito per cena. Quello preparato con Gin di Puglia, acqua Orsini, foglie d’ulivo e timo limonato, viene servito con un tacos a base di tartare di pesce crudo.

Via Regina Margherita, 91 – Troia (FG)

Hostaria U’Vulesce

U’Vulesce di Cerignola è una tappa obbligata per chi si prepara a esplorare la provincia di Foggia. Qui Rosario Didonna, oltre al ristorante, ha pensato di creare una specie di “negozio di giocattoli” per appassionati di gastronomia e gin tonic. Il trucco? Sfruttare la salumeria di famiglia per un aperitivo creativo. Per tutta l’estate ci si può fermare qui e godersi miscelati di altissima qualità. Il gin tonic nasce dalla ricerca di referenze capaci di lasciare il segno, come il Gin Brusco o il Sabatini. Didonna ne ha selezionate 12. La filosofia che ispira questo appuntamento è quella di suo padre: «Se è buono lo mangi, se è meglio lo offri». Il gin tonic si può gustare anche nel ristorante.

Via Cesare Battisti, 3 – Cerignola (FG)

Provincia di Bari

To Beer, Corato

To Beer nasce nel maggio 2013 con l’idea di diventare un punto di riferimento nel mondo delle birre artigianali. Poi l’anima di mixologist che da sempre vive in Aldo Acella lo ha portato a mettere in carta distillati e drink. La bottiglieria oggi è molto imponente e il To Beer ha allargato la prospettiva. Oggi qui si può mangiare spaziando tra burger e bao tze, si può bere al banco, scegliendo tra birre artigianali e vino. Le bottiglie destinate al gin tonic variano in base all’ispirazione del momento, ma restano sempre su circa 30 referenze. Tra quelle più particolari c’è il Malfy gin rosa, che trasferisce il suo aroma di pompelmo al drink. Tra i gin tedeschi più famosi, una menzione speciale per il Monkey 47. Le toniche che accompagnano questi distillati sono la Fever Tree Indian e la Mediterrean, ma anche lì le antenne sono sempre dritte per captare nuovi segnali.

Piazza di Vagno, 23 – Corato (Ba)

Speakeasy, Bari

Lo Speaskeasy di Enzo Mazzilli va in una direzione totalmente opposta rispetto alla maggior parte dei locali che celebrano il gin tonic nelle sue mille sfumature. La selezione di gin è molto classica perché secondo Mazzilli «i gin di nuova generazione non sono più conformi al vero gusto di questo distillato, se ne discostano troppo». Per questo non si va oltre le 15 referenze, abbinate da sempre alle toniche Fever Tree. La parola chiave è autenticità ed equilibrio, caratteristiche che Mazzilli ritrova nei gin giapponesi. Da Speakeasy è possibile pasteggiare con diversi drink. La chicca: ogni ricetta ha il nome di una serie tv.

Largo Giordano Bruno, 32/34 – Bari

Provincia di Brindisi

CiPorti Cocktail & Soul, Torre Canne

Giorgio Baccaro è da sempre un grande appassionato di gin. Grazie a suo figlio, che lavora all’estero, è riuscito a creare un’avanguardia della mixology in due punti: a Fasano e a Torre Canne. Qui si trova il CiPorti soul e cocktail. Si può scegliere tra circa 40 referenze, tra i grandi nomi e piccole chicche come il gin A Muerte. Per chi vuole sapere cosa c’è nel futuro della gintoneria, CiPorti è il posto giusto: qui è già possibile assaggiare il Tanqueray Ten con pompelmo rosa e rosmarino, che in Italia ancora non c’è. Tra le toniche, si può scegliere tra tutte quelle della linea Fever Tree, più qualche ricetta particolare come Malafemmena. Il pairing con le portate del locale è possibile su richiesta.

Via Eroi del Mare, 109 – Torre Canne (Br)

Pharmacy Bar, Cisternino

Per capire che tipo di locale è il Pharmacy Bar di Cisternino, si può iniziare dal World Cucumber Day. Il 14 giugno Nicola Guarini e il suo team ha offerto un gin tonic grais a chiunque si fosse presentato al bancone con un cetriolo. Per gli appassionati di gin tonic ci sono 80 referenze tra cui scegliere. Tra queste non può mancare il Pharmacy Gin, una ricetta che armonizza la carota di Polignano e la mandorla di Toritto al distillato. Tanche anche le tonica in carta, tra cui la Indian tonic della Fever tree e Aqua di Monaco. È allo studio anche una tonica targata Pharmacy. Covid permettendo, vedrà presto la luce.

via San Quirico, 51/a – Cisternino (Br)

Provincia di Taranto

Ginetto, Taranto

Ginetto nasce dall’idea di due amici che fanno i bartender da tanti anni e che si sono appassionati al gin tanto da farlo diventare il punto focale della propria attività. Dietro questo progetto c’è tanta ricerca, passione e dedizione e il prossimo passo nel breve futuro sarà la creazione di un gin che rappresenti la storia del locale. Al momento, 80 referenze impreziosiscono la carta gin, cui si aggiungono 10 di tonica, destinate a crescere questo inverno. Il gin tonic e gli altri drink vengono accompagnati con tapas, friselle e taglieri di salumi e formaggi.

Via Pitagora, 51 – Taranto

ANTO concept restaurant (Taranto)

Eleganza, raffinatezza, tendenza: sono le tre coordinate per leggere il progetto Anto concept restaurant. Ricerca di vini, champagne e spirits pregiati è all’ordine del giorno. A servirli accanto ai piatti in carta, il bartender Angelo De Luca. «Con 150 gin vado comunque sempre alla ricerca di gin nuovi, tecniche di distillazione, botaniche Whitney nill (oltre alle botaniche utilizzano scorze di cedro e frutta, ndr). Mi piace il gin fruttato profumato, fiori. Toniche: 3 Indian Fever Tree, Fentimans, oppure l’aromatizzata al gelsomino della fever tree che mi dà spazio per giocare con altri gin. Cerco di fare pairing per pasteggiare vino con infusione di carciofi, salvia, alcol puro e cipolla rossa di tropea, associato a gin speziati gin mare o gin wasabi, con parmigiano pepe rosa e mentuccia».

Via Lucania, 72 – Taranto

Provincia di Lecce

Quanto Basta, Lecce

I BarAwards 2015 hanno incoronato il Quanto Basta di Lecce miglior cocktail bar d’Italia, ma questo non è solo un locale per esperienze blasonate. Tra i 70 gin in carta, per lo più di origine inglese, c’è tanto materiale per sognare. Il cocktail regala emozioni sempre diverse grazie all’ampia scelta e alla rotazione di tre toniche. Niente food pairing al Quanto Basta: il luogo ideale per i duri e puri del gin tonic.

Via Paladini, 17 – Lecce

Roger65, Galatina

Il Roger65 di Carlo Liuzzi è un cocktail bar dalla doppia anima. Nel micro laboratorio annesso vengono preparate bevande e prodotti a marchio che utilizziamo per la preparazione dei drink. Tutti i prodotti finali sono etichettati a norma di legge e realizzati nel pieno rispetto delle normative Haccp. Di giorno si produce a porte chiuse. Di sera il locale si trasforma in cocktail bar con delle regole ben precise: si usano solo i prodotti del laboratorio e distillati o liquori di qualità, fatti senza aromi o coloranti sintetici. Non si utilizza nessuna tipologia di succo concentrato industriale. Non vengono servite bibite: «Le utilizziamo solo per il servizio dei grandi classici come per esempio Cuba Libre, Moscow Mule e il Gin Tonic. Per questi drink utilizziamo tutta la linea Fever Tree e una tonica italiana, la Imperdibile». E qui inizia il bello. Le referenze disponibili al Roger65 sono una ventina, ma attentamente selezionate. Tra queste: Brooklyn, Ferdinand’s, Glendalough, Sabatini, VL92, Marconi, Bobby’s. Non c’è pairing perché Roger65 non serve cibo.

Via Vittorio Emanuele II, 17 – Galatina (Le)

Testo di Stefania Leo

Le 10 regole per il Gin Tonic perfetto

Le 10 regole per il Gin Tonic perfetto

Gli errori da non commettere e i consigli per adattarsi alla regola #iorestoacasa per uno dei cocktail più facili e amati. Per salvare l’aperitivo casalingo

Dio salvi l’aperitivo. Quando si avvicina il tardo pomeriggio inizia a farsi sentire il desiderio dell’aperitivo e la domanda è: «Che cosa beviamo?». In casa, per carità, perché la regola è #iorestoacasa e non vogliamo certo vanificare gli sforzi fatti finora. La risposta, semplice e cristallina è una: Gin Tonic! Niente ci impedisce di prepararci come se dovessimo uscire e collegarci con qualche amico per un po’ di sana socialità virtuale. Oppure possiamo fare un sano aperitivo in tuta, davanti alla tv, soli o ben accompagnati dai nostri colleghi di quarantena.
Anche se il Gin Tonic è il “cocktail for dummies” per eccellenza non è così semplice come sembra.  Il confine fra un gustoso Gin Tonic e una medicina è estremamente labile, non a caso, sia il gin che la tonica hanno poteri benefici: il distillato di ginepro era utilizzato per curare la gotta, la china della tonica si è diffusa come antimalarico. Quindi? Seguite queste 10 regole per preparare i migliori aperitivi casalinghi della vostra vita. In casa e con quello che avete a disposizione, perché è superfluo chiamare il corriere per un utilissimo jigger, che, si spera, finito il  lockdown rimarrà nel cassetto per anni.

Ghiaccio 

È la regola numero uno: più il ghiaccio è di grandi dimensioni più lentamente si scioglie e vi annacqua il drink. Questo è il motivo per cui si sono diffusi nei bar le “iceball”, ovvero le palle di ghiaccio o i “chunk”, cubi o parallelepipedi sempre di ghiaccio pieno. Se è banale che per fare il Gin Tonic dovete avere il gin e l’acqua tonica, meno scontato è che dobbiate aver preparato il ghiaccio come si deve. Quindi, se non avete le forme in silicone per fare iceball o chunk, prendete le vecchie vaschette formaghiaccio, riempitele con acqua (meglio se confezionata), copritele in modo da ridurre il rischio che prendano i cattivi odori del freezer, sformatele. E siate generosi con il ghiaccio nel bicchiere. Ah, e non vi dimenticate di lavare le mani, sia prima di preparare il ghiaccio che di procedere con il cocktail.

1/3 Gin 

Ovviamente sta a voi scegliere il gin che più si adatti al vostro gusto, purché sia di buona qualità. Normalmente al bancone il bartender vi chiederebbe che stile di gin preferite, fra secco, floreale, agrumato, speziato e così via. Se non avete un amico bartender cui chiedere consigli per gli acquisti, preparatevi cercando le schede delle botaniche e mettete una delle chiavi di ricerca di cui sopra per orientarvi nella scelta. Il gin non è necessario metterlo in frigo perché sarà la prima cosa che refrigererete con il ghiaccio, se lo fate tuttavia non guasta.

2/3 Tonica

Anche qui la scelta è in base ai gusti, ma se siete neofiti vi suggeriamo di partire da quelle più comuni e non aromatizzate, quantomeno per non cominciare con le sperimentazioni dai vostri primi Gin Tonic. Una volta che ci prenderete la mano potrete osare. Ovviamente l’acqua tonica va rigorosamente conservata in frigorifero, altrimenti il ghiaccio si scioglierebbe troppo velocemente.

Ordine

L’ordine di apparizione degli ingredienti è il seguente. Per primo il ghiaccio, fatelo roteare nel bicchiere in modo da raffreddarlo e quando vedrete la condensa sarà il momento di scolare il ghiaccio. Nei migliori bar si butta il ghiaccio utilizzato e se ne mette altro, per accogliere il gin. Altra roteata con lo spoon (il cucchiaio del bartender, ma va bene un cucchiaino qualsiasi o lo stick per cocktail) per raffreddare a dovere il gin, quindi siamo pronti per il top di tonica.

Misurino

Alcuni vanno a occhio, ma in generale il barman si affida alle dosi standard del jigger, il misurino da bartender costituito da due coni rovesciati. Il cono grande è per misurare la dose di gin: 1/3 gin e 2/3 tonica è la misura standard, tuttavia chi scrive ha sempre apprezzato il servizio della tonica a parte nei bar. Non disponendo di un jigger, aiutatevi con una tazzina da caffè, mantenendo le proporzioni.

Bicchiere

Balloon o tumbler: questi i nomi dei bicchieri che solitamente si utilizzano per il Gin Tonic. Il primo è un bicchiere a stelo con una coppa molto generosa, ideato in Spagna, dove il Gin Tonic ha avuto una grande diffusione prima che in Italia. Il secondo un bicchiere alto senza stelo. Se non disponete di questi bicchieri, potete utilizzare un bicchiere a stelo da vino, meglio se rosso che ha una coppa più generosa e somiglia di più a un balloon.

Non mescolare

Avete uno di quei deliziosi bastoncini da cocktail? Ok, è il momento di utilizzarlo, ma non per mescolare il vostro drink. Il bastoncino si usa per versare la tonica delicatamente, salvaguardando le bollicine. Se cominciate a mescolare nervosamente il vostro drink farete doppio danno: le preziose bollicine si sgasano e il ghiaccio si scioglie e vi annacqua il drink.

Garnish

Si chiama così la decorazione del cocktail, ma attenzione a non fare un’insalata. Non esagerate, non ce n’è bisogno: vale la regola del less is more, ovvero qualche bacca di ginepro o una delle botaniche contenute del gin, che sia la buccia di limone (gli agrumi tagliateli con il pelapatate e non calcate mai, per non prendere il bianco) o un rametto di rosmarino o timo.

Pairing

È l’accompagnamento food del cocktail, fondamentale se si sta bevendo a stomaco vuoto. I tarallini o la pizza bianca fanno sempre il loro dovere, ma con il Gin Tonic ci sono degli evergreen con cui non si sbaglia mai come il parmigiano. Il gusto umami, la dolcezza alternata alla sapidità del formaggio si sposa meravigliosamente con la nota amaricante della tonica e del ginepro, inoltre le bollicine sgrassano. Paradigma che vale con i formaggi in generale e anche con molti tipi di salumi. Il fatto delle bollicine che sgrassano vale anche per i fritti, ma in generale per orientarsi nella scelta del cibo in abbinamento si consiglia di andare nel dettaglio delle botaniche del gin. Se si tratta di un gin molto mediterraneo, per esempio, quale accompagnamento migliore di foglie di salvia fritte?

Bis

Beh, un Gin Tonic tira l’altro, anche se vi consigliamo sempre di bere responsabilmente. Tuttavia, #iorestoacasa vuol dire che non dovrete guidare, quindi un secondo Gin Tonic ogni tanto ve lo potete concedere.

Gin Tonic perfetto fatto da me

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