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Check-in in aeroporto: ora tocca pesarsi sulla bilancia!

La Cucina Italiana

La nuova frontiera dei viaggi sostenibili passa (anche) da una bilancia e fare check-in in aeroporto potrebbe prendere un nuovo risvolto. Infatti, potreste pesarvi sulla bilancia se deciderete di viaggiare con Air New Zealand partendo – o passando – dall’aeroporto di Auckland fino al 2 luglio – a scopo di sostenibilità, sia ben chiaro

La compagnia di bandiera neozelandese ha già attrezzato il check-in in aeroporto: il sistema è pienamente operativo già da qualche giorno. L’idea è fare un sondaggio coinvolgendo 10 mila passeggeri con un obiettivo ben preciso: capire qual è il peso complessivo di ogni aeromobile per calcolare esattamente quanto carburante serve per i viaggi, e quindi risparmiare. Il consumo di carburante rappresenta infatti una delle voci di spesa più significative per una compagnia aerea, ma anche per l’ambiente perché si traduce in emissioni. 

Come vi pesa Air New Zealand

Nessun problema di privacy: il peso sarà registrato in modo anonimo e sarete solo voi a vederlo. Non potrà visionarlo né il personale della compagnia né gli altri passeggeri: al momento del check-in in aeroporto, resterà semplicemente in memoria del loro software per essere sommato a tutti gli altri. E niente paura se avete qualche problema con la bilancia: non è assolutamente obbligatorio, si peseranno solo i volontari. Ci chiediamo solo: in quanti vorranno farlo? Non deve essere piacevole scoprire di avere qualche chilo in più prima di una vacanza, dato che il bello del viaggio è anche assaggiare le specialità senza pensieri. Non deve essere piacevole nemmeno al ritorno, in realtà, dato che un (inevitabile) aumento di peso potrebbe rendere meno “leggero” il rientro a casa. Anche Air New Zealand, del resto, si è posta il problema. «Sappiamo che salire sulla bilancia può essere scoraggiante. Vogliamo rassicurare i nostri clienti che non ci sono display visibili da nessuna parte. Grazie al vostro contributo, potremo volare in modo ancora più sicuro ed efficiente», ha dichiarato il portavoce della compagna Alastair James.

Perché bisogna conoscere il peso degli aerei

Lo stesso James, nell’annunciare la novità, ha ricordato che conoscere il peso di tutto ciò che viene trasportato su un aereo è un «requisito normativo». È per questa ragione che tutto viene pesato: oltre ai bagagli, anche pasti o altri extra che devono essere imbarcati. 

Insomma, la compagnia è assolutamente convinta della strategia. Aveva già fatto un esperimento nel 2021, e ha tutte le intenzioni di andare avanti sulla stessa linea, anche perché dopo il clou dell’emergenza Covid, i viaggi stanno finalmente riprendendo a spron battuto. «Ora che i viaggi internazionali sono di nuovo operativi, è tempo che i viaggiatori internazionali facciano la propria parte», ha dichiarato Air New Zealand che a regime – dati pre-pandemia – trasporta ben 17 milioni di passeggeri l’anno con 104 aeroplani.

Dovremo pesarci tutti?

Si può anche prevedere che non sarà un caso isolato: Air New Zealand è considerata il non plus ultra dell’aviazione civile, puntualmente in cima alle classifiche delle migliori compagnie aeree del mondo. L’ultima ad averla incoronata è AirlineRatings.com, agenzia che valuta in base a diversi parametri, cominciando proprio dalla sicurezza e dall’innovazione, assegnando riconoscimenti considerati dei veri e propri Oscar del settore. Insomma, se altri vettori seguiranno – come spesso accade – questa compagnia esemplare, può darsi che su quella bilancia prima o poi dovremo salirci tutti e prima di ogni viaggio.

sapete che i brownie si fanno in pentola? | La Cucina Italiana

sapete che i brownie si fanno in pentola?
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Anche in Cucina on the Road proponi piatti vegetariani. Non è più semplice e veloce preparare una bistecca al barbecue quando si viaggia in questo modo?
«Non credo sia una scusa per mangiare carne. Anzi, secondo me è più semplice cucinare con ingredienti che puoi conservare anche in assenza di frigo, o con poco spazio in frigo, come i legumi. Si possono risparmiare risorse e ci si può organizzare molto bene utilizzando anche i prodotti che si incontrano lungo la strada: frutta, verdura, formaggi. Questa è una delle cose che amo di più del viaggio in camper».

Perché?
«Mangiare le cose che mangiano le persone del posto, imparando a conoscere i luoghi in cui prendono il cibo, è un modo per collegarsi con loro: vuol dire scoprire il mondo partendo dalla pancia. Sicuramente si può fare anche nei ristoranti, ma in parte: è diverso entrare in contatto con gli ingredienti, chi li fa, chi li compra».

Cosa hai imparato della cucina, cucinando in van?
«Ho imparato che bisogna essere molto concentrati perché in uno spazio così piccolo devi sapere esattamente cosa devi fare passaggio dopo passaggio: se dimentichi di prendere un ingrediente in dispensa devi chiudere il tavolo e poi riaprirlo, per fare l’esempio più semplice e pratico. E poi mi sono resa conto di quanto sia importante essere aperti alla scoperta: talvolta capita di non trovare un determinato prodotto, quindi devi sostituirlo con un altro del posto che spesso non conosci. Questo richiede flessibilità, curiosità, e consente di assaggiare nuovi sapori che poi ti porti sempre con te».

Perché ami così tanto viaggiare in van?
«Ognuno ha qualcosa che lo affascina. Per me sono due cose. In van riesco a vedere i luoghi da una prospettiva diversa: a sentire i rumori della notte e dell’alba, a essere in luoghi completamente scollegati dal resto dove non ci sono strutture o altre possibilità per dormire o mangiare. Poi mi affascina molto la sensazione di libertà che si prova: se viaggi in van e ti piace un posto ti fermi e decidi tutto sul momento: non serve un’organizzazione».

Come vivi i tuoi viaggi?
«Il mio compagno e io decidiamo una direzione e poi costruiamo l’itinerario tappa per tappa godendoci il tragitto. Così vivi il percorso, c’è una transazione morbida che ti consente di ambientarti e capire dove andrai in modo naturale».

Quale sarà la prossima direzione?
«Sicuramente l’oceano, perché non posso stare troppi mesi lontana. Non sappiamo ancora di preciso dove, ma sicuramente prima dell’oceano ci sarà un po’ d’Italia per un piccolo tour di presentazione del libro in cui proverò a sfidare qualche collega a cucinare in camper».

Le ricette in camper di Cucina on the road di Francesca Giovannini

Gennaro Esposito invita tutti, partiamo? | La Cucina Italiana

Gennaro Esposito invita tutti, partiamo?
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I grandi chef, il meglio della nostra cucina, la costa della Dolce Vita che il mondo ci invidia: tutto in un sola volta. A Festa a Vico, a Vico Equense, un soffio da Sorrento: una delle feste più grandiose, più divertenti e più particolari mai dedicate al cibo. E il merito è tutto di Gennaro Esposito, perché lo chef due stelle Michelin alla Torre del Saracino è un cuoco molto amato, da tutti. Non solo per la sua cucina. Se così non fosse, i migliori cuochi d’Italia (e del mondo) non risponderebbero con tanto entusiasmo, da ben vent’anni, all’invito a partecipare alla «sua» Festa a Vico.

Le date di Festa a Vico 2023

L’idea è stata sua e la porta avanti grazie al Comune di Vico Equense e tanti partner istituzionali e non solo che come gli chef hanno risposto alla chiamata. Quest’anno, dopo tre edizioni saltate per via della pandemia, hanno messo su una festa carica di novità, dandoci appuntamento da domenica 11 giugno a martedì 13 giugno. «Sarà la più bella di sempre», assicura lo chef Gennaro Esposito.

Per la presentazione ha scelto il mercato ortofrutticolo di Milano. E poi, con quel modo che riesce solo a lui – nel giro di 48 ore, tra una telefonata e l’altra nel weekend di Pasqua – ha chiamato a raccolta i giornalisti di mezza città riuscendo a radunarli di primissima mattina. «Ho scelto il mercato ortofrutticolo di Milano perché è un luogo simbolico, e perché è in fase di ristrutturazione: sta attraversando una fase di rinascita, che è il tema della Festa a Vico di quest’anno», ha cominciato a raccontare Esposito circondato da una piccola rappresentanza di chef amici che ritroveremo a Vico: da Gianluca Fusto a Bobo Cerea, e poi Giancarlo Morelli e Massimo Spigaroli. «Festa a Vico: è nata durante una tavolata tra amici che ogni anno tornano a Vico Equense per vivere un’esperienza che unisce sempre di più», ha proseguito. «Ormai è diventata una celebrazione della grande cucina italiana: di anno in anno ne ha raccontato l’evoluzione con chef e grandi artigiani del cibo», ha detto Esposito descrivendo spesso con le parole «emozione» e «condivisione» un evento che ha anche il merito di aver fatto conoscere al mondo la grande ricchezza culinaria, oltre che naturalistica e storica, di quella terra piena di grazia che è la Costiera Sorrentina.

Il programma della Festa a Vico 2023

Ecco, se volete andarci, Festa a Vico è il momento perfetto: un’ottima occasione per scoprirla visitando luoghi bellissimi mangiando sempre in modo diverso. Si comincia con «La Repubblica del Cibo», l’11 giugno, appuntamento inaugurale che trasformerà Vico Centro in un ristorante a cielo aperto con chef di tutta Italia che realizzeranno i loro piatti tra strade, giardini, palazzi e botteghe. Serviranno – come sempre durante Festa a Vico – a raccogliere fondi da destinare alle onlus del posto e non solo. Si continua poi, sempre l’11 giugno, con un brindisi e un after party: un classico della festa, praticamente ogni sera. «Ricordo una volta che siamo rimasti fino alle 5 di mattina in spiaggia e sono arrivati i carabinieri. Mica ci eravamo resi conto dell’ora? Ci stavamo divertendo così tanto», dice Esposito sorridendo, nel rendere ancora meglio la vivacità e la voglia di stare insieme che anima la festa.

Lunedì 12 giugno, invece, in programma talk sul futuro della cucina nel piccolo teatro di Vico Equense, brunch e l’ormai leggendario «Cammino di Seiano» per assaggiare piatti stellati e street food in quel piccolo paradiso che è la Marina di Seiano, antico e affascinante borgo di pescatori, dove c’è la Torre del Saracino dello chef.

Per i gastrofili l’evento più particolare sarà la sfida tra grandi chef che il 13 giugno, sull’isola di Vivara, riserva naturale popolata da specie rare di fiori, piante, dovranno cucinare insieme al pesce fresco che porteranno i pescatori: un esperimento culinario, come un ritorno alla cucina primordiale, all’essenza dell’ingrediente, e uno spettacolo per chi potrà vederli all’opera e assaggiare. Per finire, sempre il 13 giugno, ci sarà la tradizionale cena di gala e infine un’altra grande festa: l’ultimo brindisi dell’anno a Festavico, preparandosi già al prossimo.

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